Cara La Bicicletta / Caro Cicloturismo,
vorrei sottoporre all'attenzione degli amici cicloturisti un fatto che ho
avuto modo di notare andando in bicicletta e del quale vorrei un riscontro.
Fino a qualche anno fa, quando due ciclisti si incrociavano, si salutavano,
magari con un semplice gesto della mano.
Ora ciò non accade più o, meglio, capita solo in particolari
circostanze che voglio elencare: se mi trovo all'interno di un gruppetto di
ciclisti che "menano", allora, la persona incrociata, saluta subito con
ammirazione. Se invece sono da solo e vado piano, posso salutare cento volte
e non ricevere mai un saluto. Per non parlare poi di quando hai dei problemi
meccanici e chiedi aiuto a qualcuno!
Purtroppo, oggi si cerca di negare il mondo cicloturistico: tutti si credono
corridori provetti, tutti vanno più forte degli altri e nessuno sente
più la necessità di degnare di un misero saluto chi ha la sua
stessa passione. Tutto questo per che cosa? Per vincere una misera coppa o
un premio in natura? Questo succede anche nelle granfondo: corridori che
provengono dal professionismo, tempi massimi ridotti all'osso. Ho conosciuto
persone nelle granfondo che non erano in grado di riferire la strada che
avevano percorso, ciclisti che non si erano neppure accorti di aver
costeggiato un lago!
Tutto questo mi sconcerta. Ed è anche per questo che ho deciso di
affiliarmi all'ormai famoso Gruppo dei Senza Fretta creato dal mio
conterraneo Pio Renato Sbaffo. Noi nelle granfondo siamo quelli che arrivano
ultimi, che mettono a dura prova la resistenza meccanica dei mezzi di fine
corsa e quella psichica dei loro conducenti. Però ci gustiamo il
panorama.
Penso che d'ora in poi in bicicletta mi comporterò da maleducato,
non salutando nessuno, perchè mi dà un fastidio tremendo
salutare e non ricevere risposta.
Grazie per l'attenzione.
Norberto Garbati
Son convinto che Norberto, nonostante tutto, continuerà a salutare, perchè
quando l'anima del cicloturismo c'è, c'è sempre.
Il coordinatore
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