1^ Gran Fondo Cittą di Lugo

Lugo di Romagna (RA), 27 giugno 1999

Tavolo delle iscrizioni, ore 6:00

C'era una volta la partenza alla francese. Un'ora o persino due ore di tempo, solitari o a gruppi più o meno numerosi si passava al timbro di partenza e via. Senza ammassarsi in nessuna griglia, senza nessuna attesa, senza intasamenti a stretto contatto di gomito, senza giochi di equilibrio, ma soprattutto senza agonismo.

Per chi non ha nessun interesse della classifica, la partenza alla francese sta alla partenza in griglia come la "partenza intelligente" degli esodi estivi sta alla partenza di massa con relative "ammucchiate" autostradali.

Ed è strano che nell'epoca attuale dei rilevamenti magnetici, in cui ti possono cronometrare al centesimo di secondo la "scalata" di un qualche colle, si continui a inventare griglie su griglie. Invece si potrebbe benissimo far partire i "VIP" tutti insieme e poi far partire la massa dei partecipanti in forma libera rilevando semplicemente l'esatto istante della partenza. Ciò, oltre ad evitare pericolosi ingorghi, potrebbe anche ridurre quell'agonismo stupido, che porta a sgomitare e "buttar fuori" il rivale pure nelle volate per il 700° posto!
Ma questo è un altro discorso.

Parte la societą Baracca, quella che organizza il Giro di Romagna Tornando alla vera partenza alla francese, ho scoperto che esiste ancora e non è del tutto in via di estinzione. Infatti, domenica 27 giugno, ho partecipato alla 1^ Gran Fondo Città di Lugo.
Organizzata dalla S.C. Pedale Bianconero, prendendo un po' le mosse dall'ormai affermato Giro di Romagna, pure organizzato a Lugo dalla Società Baracca, proponeva ben tre percorsi: 60, 90 e 120 km. più uno autogestito.

Mario va per il medio Son partito dopo un quarto d'ora e, con macchina fotografica al seguito, ho affrontato con estrema tranquillità il lungo. Quando ho raggiunto Mario, "senzafretta" di Montesillvano (PE), mi sono sincronizzato sul suo passo, ancor più tranquillo del mio.
Bene, alla deviazione del giro medio, quando ci siamo separati, ancora sopraggiungevano ciclisti magari anche impegnati, ma non esasperati. Scambiare saluti e battute è stato un tutt'uno con il pedalare.

Ai ricchi ristori, ben sistemati in vetta alle tre salite più importanti (Monte Carla. Montebello e Monte Trebbio), ho persino dovuto far attenzione a non mangiare troppo.

Monte Carla: 1° ristoro Ultimo sull'ultimo monte, ho avuto anche modo di farmi scattare una foto ricordo da uno dei tanti e cortesissimi volontari addetti al ristoro.

Gianni, Roberto e Franco, "senzafretta" di Lugo, terminato il loro impegno al tavolo delle iscrizioni, mi son venuti incontro in bicicletta sino a Modigliana e scortato fino all'arrrivo.

Lugo. Conclusione in allegria Quindi, conclusione in allegria con abbuffata di panini e bisbocciata finale con dell'ottimo vinello servito freschissimo. Per finire, anche un bell'oggetto ricordo, consistente in un piatto di ceramica con targhetta datata. E, naturalmente, nessuna classifica individuale come al Giro di Romagna.,

Roberto, bevuto troppo? eh! Non ho idea dell'impegno organizzativo necessario alla piena riuscita di queste manifestazioni, ma sicuramente la minima copertura degli incroci, ridotta ai pochi veramente critici, la totale assenza di rilievi cronometrici e di premi individuali, dovrebbero facilitare le cose.
Ed allora, perchè gli organizzatori delle altre Gran Fondo si complicano la vita con classifiche e mega-premiazioni?
Forse perchè altrimenti non ci andrebbe nessuno?
Ed i 2500 del Giro di Romagna e gli 800 della 1^ Gran Fondo Città di Lugo, chi sono?

Pio dei Senza Fretta

 

(Pubblicata su Cicloturismo di settembre'99 alla pag.80, rubrica La Voce dei Lettori)


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