Gentile redazione di Cicloturismo,
lo scorso anno, al termine della Gran Fondo dei Sibillini, mi ero lamentato con gli
organizzatori per la "crudele" deviazione sullo "strappo" di
Pievefavera, posto a pochi chilometri dal traguardo. Anche molti altri si erano lamentati.
Così, quest'anno, è stato abolito. Mi ero anche lamentato perchè ai rifornimenti la
preparazioni saline erano un po' troppo diluite. Ebbene, aboliti anche i rifornimenti!
In compenso tutte le fontanelle, fontane ed abbeveratoi sono stati vistosamente
segnalati con cartelli rossi. Beh, per la verità sono stati potenziati i ristori, ma
anche qui niente sali, solo acqua e thè molto, molto diluito. Gli organizzatori mi hanno
spiegato la loro scelta sostenendo che troppi sali fanno male ed una bustina di ottimi
sali era presente nel pacco gara con in più una lattina di bevanda già preparata. Per il
che, sono rimasto con l'interrogativo: 155 km, 2700 mt. di dislivello, caldo-umido
notevole, quasi 9 ore di impegno fisico, può bastare una sola borraccia di sali? Chi si
sarà portato dietro anche la lattina?
Sembrerà banale e non degno di pubblicazione, ma al ristoro d'alta quota sono mancate
anche le tradizionali mele in acqua e limone, tanto gustose e dissetanti quanto digeribili
e nutrienti. Per me e Stefano, che all'approssimarsi della vetta avevamo smesso di bere
per gustarle meglio, è stato proprio un brutto colpo. E' mia convinzione che, quest'anno,
sia mancato un po' di volontariato nelle attività preparatorie più scoccianti, tipo
tagliare e pelare le mele, fors'anche miscelare sali e preparare il thè. Peccato!
Veramente encomiabile invece l'assistenza "in corsa" riservata al nostro
Gruppo, perfettamente in sintonia con il nostro stile ciclistico. Facendo riferimento alla
nostra tabella di marcia, i mezzi dell'organizzazione si son mossi sul percorso senza
tallonarci e guastarci la bellezza dei silenzi e dei paesaggi di montagna.
In notevole ritardo sulla parte alta (ma il panorama era veramente ricco e
"qualcosina" abbiamo perso per scattar foto), abbiamo egualmente trovato attivo
il cronometraggio della salita di Forca di Presta ed i volontari ai ristori ci hanno
rivolto mille attenzioni e tanta cordialità. Per non parlar dell'arrivo, avvenuto di poco
entro il tempo massimo (grazie ad una notevole performance di Enrico e Vincenzo nel tratto
finale più scorrevole ma con vento contrario), dove siamo stati accolti da trionfatori,
coccolati, quasi viziati. Consegna immediata del diploma da parte del Sig. Pretelli, che
si è preso il gusto, con la complicità del Vicepresidente UDACE di MC, Sig. Maurizio
Giustozzi, di consegnarmi un diploma dove il sottoscritto risultava "1° Assoluto in
4h 23m 00s alla fantasmagorica media di 35,3 Km/h". Semplice burla o simpatico
suggerimento ad arrivar prima?
Naturalmente cottura di pasta ad-hoc per noi e tutto il personale al seguito. Poi
gelati a volontà e foto ricordo. Così quest'anno la Sibillini, oltre che grandiosa
fatica annuale, è stata una gran festa, che ci ha fatto sentire quasi ospiti d'onore.
Effetto dello spazio che ci avete dedicato proprio nel numero di luglio?
Forse, in parte. Ma gli organizzatori della Sibillini hanno sempre avuto particolare
attenzione per gli ultimi. Perciò, nonostante l'inserimento nel Campionato di Granfondo e
Mediofondo UDACE, continuano a regolamentare un tempo massimo di ben 9 ore, a nostro
beneficio e dei pochi amanti della tranquillità. Veramente pochi.
Ho rielaborato le classifiche, sommando tutti i tempi e dividendoli per tutti i
partecipanti, ed ho ottenuto un risultato, a mio avviso, sconcertante: la velocità media
di percorrenza sul lungo è stata di 26 km/h e sul corto addirittura di 29 km/h e,
rispettivamente, appena il 4% ed il 2,2% dei partecipanti ha pedalato al disotto dei 20
km/h. Con analoghi calcoli sulla Nove Colli ho ottenuto: 23,6 km/h ed il 12,8% al disotto
dei 20 km/h. Lo scorso anno la velocità media era stata di 24,2 km/h. Il fatto è che i
cicloturisti stanno sistematicamente abbandonando queste granfondo "minori".
Probabilmente anche perchè, attraverso i media (servizi televisivi Tvrs compresi),
vengono presentate solo nell'aspetto agonistico, enfatizzandolo e trascurando l'aspetto
cicloturistico, che pure esiste ed è forte. Esso ci ha permesso di ristorarci con vista
panoramica a Montemonaco, godere della suggestiva salita di Balzo, confrontarci senza
morire con la più "tosta" Forca di Presta, lasciarci ingoiare dal Pianoro
Grande, dire addio alla magica vallata da Forca di Gualdo, ristorarci ancora sul muretto
in pietra di Castelsantangelo, invidiare le trote al fresco nelle vasche sul Nera,
salutare la gente sorpresa al nostro passaggio e fare la foto ricordo con gli
organizzatori.
Se la Maratona delle Dolomiti è la "regina
delle Alpi", la Granfondo dei Sibillini ha tutte le carte in regola per diventare la
"regina degli Appennini". Occorrerà evitare la concomitanza fra le due
manifestazioni, ridurre un po' le premiazioni, ma offrire un pacco-gara un po' più ricco,
con anche qualcosa di commercialmente introvabile: ad esempio una T-shirt con il logo
della manifestazione anno 2000, sarebbe per tutti un bel ricordo. Passa-parola e
partecipazione di un vostro inviato farà il resto. Ne sono certo.
Il Coordinatore
(lettera inviata il 28/8/99 a Cicloturismo)
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