2^ Gran Fondo Santuari Francescani


Rieti, 25 luglio 1999

Prima di partire - 48 Kb

Gentile Redazione,

quale coordinatore del Gruppo dei Senza Fretta, sempre alla ricerca di granfondo "umane", ho scoperto che i tempi massimi possono essere... allungati. Non sempre, ma a volte basta chiedere.

Così è successo ai Tre Passi Umbri (che mi riservo di raccontarvi meglio se potrà essermi riservato uno spazio adeguato) e così anche alla 2^ Granfondo dei Santuari Francescani. Ebbene, ho contattato l'organizzazione G.S. GRAN FONDO RIETI chiedendo mezz'ora in più. Risposta: "non mezz'ora, ma un'ora intera". Naturalmente l'abbiamo utilizzata pressochè tutta. Se non fosse stato per la partenza ritardata di oltre mezz'ora, saremmo arrivati alle 16.00 come previsto e concordato.

Insieme a Guido di Roma "aggregatosi" al ritrovo-iscrizioni, nonostante la pioggia a volte forte e fastidiosa, ma più spesso leggera e "rinfrescante", ci siamo tolti la soddisfazione di valicare Sella di Leonessa, gustandoci ogni metro di salita. Come si fa a gustare una salita impegnativa lunga ben 17 km.? Immaginate, mentre pedalate sul ritmo del più lento, di raccontare barzellette, di ammirare e commentare il paesaggio, di scambiare ricordi ed esperienze. Ciò evita automaticamente di finire in affanno e in crisi. Con la complicità del cielo piovoso, dell'assenza di traffico e della strada stretta fra gli alberi abbiamo perso il senso del tempo, quasi sospesi in un umido fluire di sensazioni. E' stato l'utilissimo ristoro posto prima dell'ultimo strappo a riportarci al presente e prepararci al gran finale. Usciti dalla zona boscosa, la vista della vetta ci ha colto di sorpresa. Non ce l'aspettavamo proprio di essere "già" arrivati fin lassù!

Per i più curiosi, abbiamo impiegato circa 2 ore per un dislivello di quasi 1000 mt., quindi con una VAM miseramente inferiore a 500 mt. Ma nessuno ci ha deriso o contestato per questo. Neppure gli organizzatori, che invece hanno dimostrato interesse ed autentica ammirazione nei nostri confronti.

Arrivo senza clamore, ma sotto lo striscione. Beh, va detto, mica ci capita sempre di trovarlo!

Unico neo da riferire è che non abbiamo trovato il primo ristoro, quello di Borgo San Pietro di Poggio Bustone e ci siamo dovuti arrangiare con un "ristoro fai da te". Però a quello successivo di Leonessa (aperto e ben rifornito) abbiamo anche capito il motivo, che non giustifica, ma spiega i problemi connessi alla convivenza in un'unica manifestazione di agonisti e veri cicloturisti. La cura di quel ristoro era stata affidata a terze persone e praticamente fra noi ultimi ed i ciclisti immediatamente precedenti c'era un divario di ben due ore! Da notare che mentre noi provenivamo dal percorso lungo, questi provenivano dal ridotto. Significato: il lungo è stato scelto solo dai più "corsaili".

Ed è un vero peccato, perchè se è pur innegabile che scalare il Terminillo è la parte più "succosa" e gratificante di questa granfondo, il passaggio per Greccio, Marmore e Colli del Velino è un bel pedalare e ben prepara la gamba per l'impegnativa scalata. Mi permetto, invece, criticare la deviazione per Castelfranco (comune ad entrambi i percorsi) che, dopo la magnifica e lunghissima discesa dal Terminillo, mi è sembrata una piccola "crudeltà", tipo lo strappo di Piavefavera ai Sibillini, che quest'anno infatti è stato eliminato. A meno che non si tratti di una necessità organizzativa per entrare a Rieti dalla parte più prossima al vialone d'arrivo, a mio avviso andrebbe eliminata anche questa.

Premiazione L'organizzazione, oltre a mantenere in funzione il ristoro all'arrivo apposta per noi ultimissimi, ha anche interrotto la premiazione per consegnarci un premio speciale e permetterci di spiegare ai presenti la nostra "idea" ciclistica: aspettarsi a vicenda, andando piano ed arrivando lontano. Semplice. Per il prossimo anno speriamo di essere molti di più ed ovviamente... sempre senza fretta!

 

Il Coordinatore

 

(lettera inviata il 3/8/99 a Cicloturismo)


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