Caldarola (MC)
Probabilmente la "Granfondo dei Sibillini" non è certo l'evento più importante dell'anno per questa cittadina dell'entroterra maceratese, ma sicuramente è una manifestazione sempre più importante ed attesa.
Caldarola (ab.1615, mt.314 s.l.m.) è un piccolo centro conosciuto soprattutto per la presenza del castello Pallotta e per i dintorni che affrono suggestive e consistenti tracce di un lontano passato. Particolarmente interessante il giro dei castelli: Vestignano, Pievefavera, Croce di Pievefavera e Valcimarra
E' facilmente e velocemente raggiungibile grazie allo svincolo sulla Superstrada Civitanova-Foligno (S.S.77) da cui dista 2 km. Provenendo dall'A14, uscire al casello di Civitanova Marche e prendere la Superstrada in direzione Foligno, a 46 km. uscire per Caldarola. Provenendo da Foligno, fare il valico di Colfiorito, proseguire oltre Muccia, in località Sfercia prendere la Superstrada in direzione Civitanova Marche, dopo una decina di chilometri uscire per Caldarola.
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NOTIZIE STORICHE
Caldàrola deve il suo nome con molta probabilità, al termine
latino "calidarium" con il quale si indicava la "stanza con
la vasca di acqua calda" delle terme (la zona sarebbe stata infatti
ricca di acque sulfuree).
La tradizione locale fa risalire le origini del paese al IV secolo d.C.,
quando un gruppo di cristiani, sfuggiti alle persecuzioni, giunto sul
"Colle del Cuculo" (Colcù) edificò un primitivo
centro urbano. Con maggiore probabilità il centro caldarolese
è sorto, come villaggio rurale, ai piedi di una torre di difesa
longobarda o bizantina in epoca precedente al IX- X secolo.
Al termine del XII secolo la vicenda caldarolese si inserisce nella lotta
tra Papato ed Impero: i Pontefici per assicurarsi la fedeltà di
Camerino, infatti, concessero in feudo il territorio di Caldarola allo
stato camerte.
Solo agli inizi del '400 il paese riuscì ad ottenere l'indipendenza
sancita dalla "Bolla di emancipazione" di Eugenio IV (1434).
La grande fioritura si ebbe però nel pieno '500 ad opera della
famiglia dei Pallotta ed in particolare del Cardinale Evangelista, il
quale divenuto prefetto della fabbrica di San Pietro sotto il pontificato
di Sisto V, ingrandì ed abbellì il castello di famiglia e
trasformò radicalmente il centro urbano che, da modesto
"castrum" medioevale, divenne una spaziosa cittadina
rinascimentale.
La diretta soggezione alla Chiesa del Comune di Caldarola perdurò
fino al 1799 anno in cui il dominio pontificio fu abbattuto dalla
Rivoluzione francese. Terminata la "parentesi napoleonica" il
paese ritornò allo Stato Pontificio fino al l861, anno in cui la
terra marchigiana venne annessa al Regno d'Italia.
CALDAROLA SISTINA
La trasformazione urbana di Caldarola avviene dalla fine del '500 ai primi
decenni del '600 ad opera del munifico Cardinale Evangelista Pallotta.
Abbattute le antiche mura che racchiudevano il "castrum"
medioevale, sistemò la piazza principale con la costruzione del
Palazzo dei Cardinali, della Collegiata di San Martino, con le nuove strade
(perpendicolari alla piazza, con struttura a tridente). L'impianto urbano
assume un aspetto razionale e moderno, secondo i dettami voluti
dall'urbanistica sistina.
Il cardinale Evangelista Pallotta volle così imprimere un volto
nuovo al suo paese d'origine ed individuò a Pian di Gea l'area
più adatta per l'edificazione di case destinate alle attività
artigianali (nove case dei "lanaioli" e dei "setaioli"
- Via Durante) mentre nelle vicinanze della piazza edificò il Palazzo
dei Priori ed il Palazzo del Podestà (Via Pallotta).
Si deve a lui anche la riorganizzazione dell'area attorno alla nuova Chiesa
di San Gregorio, la sistemazione del borgo Fiorenzuola per i lavoratori di
pellami, la ristrutturazione dell'ospedale dell'Annunziata, la edificazione
dell'ospedale e della Chiesa di San Rocco.
CASTELLO PALLOTTA
Distanze di Caldarola dalle località limitrofe:
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SISTEMAZIONI ALBERGHIERE
Albergo Ristorante "da Sandro"
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