Cotignola, 26/04/2000

Lettera aperta ai Senza Fretta

Amici Senza Fretta,

con la presente, oltre ad invitarvi al Giro della Romagna in svolgimento a Lugo domenica 7 Maggio, appuntamento molto speciale definito Giornata dei Senza Fretta, sono a portarvi il mio personalissimo, seppur piccolo, contributo.

Avendo pedalato in più di un’occasione sui vari tracciati di questo splendido raduno, cercherò di guidarvi nel percorso aggiungendo qualche particolare ai molti già in vostro possesso.

Come sapete la partenza è prevista alle ore 7.00 in punto,  innanzi a tutti, così per una volta potremo vedere la testa di questo serpente di cui solitamente vediamo solamente la coda.
Sino a Faenza non dovremo stare attenti che all’essere travolti dalla marea di ciclisti che ad ondate ci raggiungerà sorpassandoci veloci; anche da noi vi sono ciclisti che interpretano le cicloturistiche come corse, ma qui gli strani sono loro.
A Faenza lasceremo le strade principali e raggiungeremo, in prossimità dei campi cross il primo scollinamento della giornata. Ho visto che Pio ha segnato come media di questo tratto i 22, se lo farete, io in cima non sarò certo alla vostra ruota (scusa Pio).

Dopo una breve discesa raggiungeremo il bivio di Tebano ove gireremo a sinistra in direzione Villa Vezzano, è un tratto in lieve falsopiano ma preparatevi, appena terminata una breve discesa, a mettere il rapporto agile perché c’è uno strappo, breve ma abbastanza impegnativo da noi chiamato “la porcilaia” (se gli usci degli stalletti saranno aperti capirete il perché di questo soprannome).
Ancora una gobba ci attende subito dopo Villa Vezzano e subito dopo il bivio per Zattaglia preparatevi a rimettere il 39 perché prima di Zattaglia ci attende una salitella di circa 1 Km., non impegnativa ma più lunga delle precedenti.

A Zattaglia ha inizio la prima vera salita della giornata, la scalata a Monte Albano (o via della lavanda), 4.5 Km con il punto più duro posto all’inizio della salita (1 KM al 10%) poi salirà regolare, con diversi tornanti da allargare per prendere respiro.
Dopo il punto duro provate a voltarvi indietro perché potreste scorgervi una coda interminabile di ciclisti che sale con voi e guardatevi comunque attorno perché il primo mattino potrebbe elargirci uno spettacolo veramente unico.
La discesa è scorrevole nei primi ¾ Km ma fate molta attenzione nell’ultimo km perché vi sono ¾ tornanti molto stretti e quando sarete sul ponte in fondo alla gola godetevi pure il passaggio sul fiume Senio, ma siate lesti a mettere la tripla perché, prima di poter gustare le delizie del ristoro di Casola Val Senio, dovremo, come aperitivo, sorbirci uno strappo di soli 300 mt., ma micidiale.

Il ristoro di Casola non è un semplice ristoro, è una vera festa paesana, quindi armatevi di pazienza e date soddisfazione ai volontari dell’U.C.Baracca ma, a meno che non intendiate tornare verso Lugo, non esagerate, le occasioni per godere delle prelibatezze locali non mancheranno e la strada da percorrere è ancora lunga e impegnativa.
Qui saluteremo gli amici che hanno optato per la medio fondo e noi riprenderemo il cammino in direzione di Palazzuolo sul Senio. Ci attendono17 Km di lieve ma continua ed imperterrita salita. Io personalmente odio questo tratto e questa volta spero che i Senza Fretta me lo rendano un poco più simpatico. A Palazzuolo sarà bene fare una sosta borracce perché potrebbe tornarci utile.
Qui saluteremo gli amici della fondo, ma non prima di avergli dato alcuni dati sul Monte Carnevale, 6 Km abbastanza agevoli, i primi tre sono estremamente pedalabili e potrete scalare un dente quando vi troverete in prossimità di un tornante sulla destra di un ponte, ora la salita si fa più impegnativa, ma nulla di preoccupante.

Chi invece deciderà di seguire Betta (la tartaruga di Pio) si prepari al piatto forte della giornata, la scalata al Passo della Sambuca, la distanza ufficiale dice 10.5 Km ma da dove comincia a salire alla fine io ne conto almeno uno in più. Prepariamoci ai nostri 70/90 minuti di salita e, se vi accorgete che Mario il Maltese, richiamato dalle muse della vetta, tende ad accelerare il passo, frenatelo. Se si vuole terminarla, questa è una salita da assumere a piccole dosi, per scalatori (ma nel vero senso della parola, cioè scalando i rapporti del pignone).
I primi ¾ Km salgono regolari fra la vegetazione tipica delle nostre montagne ma poi, man mano che il Passo si avvicina, diverrà un vero e proprio scorcio di Dolomiti incastonato nell’Appennino; credetemi, vale veramente la pena far fatica per godere di ciò che la natura ci offrirà quassù.

Giunti al passo non lasciamoci prendere dall’euforia perché non è ancora finita, dopo 2 Km di discesa ci attendono altri 2 Km di salita che potrebbero sembrare interminabili. Fortunatamente al termine potremo rifocillarci all’ennesimo ristoro. Risaliti in sella indossiamo la mantellina e prepariamoci alla lunga discesa che ci porterà, attraverso il Passo della Colla, Crispino, Marradi e S.Adriano, al bivio per il Monte Beccuggiano.

Questa salita di 4 Km la faranno anche chi sceglierà la Fondo, ha 1.5 Km molto duri all’inizio, spiana un poco e poi ha ancora l’ultimo Km molto duro, quindi tripla, tripla e tripla (potremmo giocare anche una bella schedina).
Ancora una volta godiamo del ristoro e poi scendiamo a Modigliana.

ATTENZIONE alla discesa, ripida, stretta e sconnessa (se non è stata sistemata per l’occasione). A Modigliana accingiamoci ad approntare l’ultima salita della giornata, il Monte Bello (peccato non percorrerlo tutto perché capireste meglio il motivo di tale definizione).
Ci attende 1 Km di media difficoltà, poi la strada spiana un poco per poi riprendere col punto più duro, 3 Km all’8/9 %, poi la strada continuerà a salire regolare e pedalabile sino al bivio per il Monte Chioda (3 Km) di sali e scendi (coi sali più lunghi degli scendi) in una stradina stretta che ci porterà sino al cippo del Ciclista, ora è veramente finita!

MOLTA molta prudenza nella discesa, il manto è buono e sufficientemente largo ma, soprattutto vicino a Modigliana con delle pendenze al 17%, vorrei consigliarvi di notare la rocca alla vostra sinistra, ma mi rendo conto che non è il caso.
Da Modigliana la strada scende a Faenza in un tratto che, vento e stanchezza permettendo, può essere scorrevole, ma attenzione a ¾ dossi che possono far male (in passato hanno fuso più di un ciclista, e dopo giungere a Lugo diventa un tormento).

Da Faenza a Lugo, attraverso Cotignola (ove spero mi concederete una visita parenti). Potrei organizzare un banchetto con qualche pasticcino, ma a quel punto gli amici della Baracca avranno senz’altro messo a bollire l’acqua e le salcicce si staranno rosolando sulla graticola.
Dicevo, da Faenza ci attendono gli ultimi 16 Km in un lungo (speriamo non interminabile) rettilineo.

Ecco qui, abbiamo terminato (per ora solo a parole) il Giro della Romagna.

Con questa iniziativa, fra il serio ed il faceto, intendo soprattutto darvi il benvenuti in Romagna, con l’augurio che al ritorno oltre alla fatica possa esservi compagna anche la gioia d’esservi venuti.

Dimenticavo, ci vediamo alla cena dei Senza fretta vero? Ci conto!

Ciao, Bruno                    


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