Granfondo del Millennio   Roma-Bergamo

    
      Nonostante un mare di impegni, difficoltà e contrattempi,
nonostante la sfortuna ed una preparazione incompleta,
nonostante ripetuti suggerimenti di lasciar

perdere e pressanti inviti a ripensarci,
nonostante un certo "nervosismo" in famiglia,
nonostante il lunghissimo viaggio

Bergamo-Roma in pullman
(senza voler pensare al ritorno in bici),
nonostante tutto e tutti,

Aldo e Flavio non si son lasciati fermare.

Aldo ->

Aldo di Cassano d'Adda

 Flavio di Cernusco s.Naviglio

    
       Difficile dire l'esatta motivazione che li ha spinti ad osare tanto:
forse una prova forte per dire "andiamo piano, ma ci siamo anche noi",
forse una ricerca dei propri limiti estremi,
forse una dimostrazione che non c'è nulla di impossibile,
forse per raccontarla ai... nipotini,
forse non lo sanno neppure loro.
Sanno però che, per quanto la strada possa essere lunga e difficile, insieme si va ovunque. 

  <- Flavio


    

www.bgweb.org ha trasmesso in diretta via internet alcune fasi della manifestazione.
Ecco alcune immagine "rubate" durante le trasmissioni:

partenza 1^ tappa

partenza 1^ tappa

partenza 1^ tappa

30/6/2000 ore 6:00  Partenza della 1^ tappa Roma-Siena, per chi ha scelto di farla in tre tappe

ritiro documenti

ritiro documenti

postazione internet

30/6/2000 ore 19:30  Ritiro documenti per la tappa unica Roma-Bergamo e postazione internet

 partenza tappa no-stop

partenza tappa no-stop

partenza tappa no-stop
1/7/2000 ore 6.00  Inizio partenze della tappa unica Roma-Bergamo      ore 6.10 altre partenze

partenza tappa no-stop

partenza tappa no-stop partenza tappa no-stop
1/7/2000 ore 6.40  Ultimi partenti:  Aldo è in maglia gialla e Flavio in maglia blu senza scritte 

I nostri "aspiranti senzafretta" sarebbero dovuti arrivare a Bergamo attorno alle ore 19,00 (n.d.r. le trasmissioni sono state chiuse alle ore 13.00) del giorno dopo, 2/7/2000, ma si sono fermati a Casalecchio del Reno, dopo ben 400 km pedalati anche di notte. Ecco dal messaggio di Aldo al coordinatore come è andata:


----- Original Message -----
From: Aldo Galli
To: Pio Renato Sbaffo
Cc: Flavio Villa
Sent: Monday, July 03, 2000 12:28 PM
Subject: Granfondo del millennio

Ciao Pio. Ti faccio un piccolo rapportino sulla Granfondo del Millennio.

Le prime avvisaglie di quello che sarebbe poi stata la corsa le abbiamo avute sul pullman  che da Bergamo ci ha portato a Roma: Flavio ed io abbiamo chiacchierato di tutto e guardato il panorama fuori dal finestrino mentre quelli attorno a noi hanno utilizzato quasi tutte le dieci ore di viaggio soprattutto per raccontare le loro grandi imprese ciclistiche, quelle passate e quelle future, per parlarsi addosso. Noi eravamo in gita, loro in gara.

La conferma dell'aria che tirava è arrivata allo stadio Flaminio dove il pullman ci ha scaricati per i controlli delle biciclette ed il ritiro dei documenti. Camper, furgoni, station wagon. C'era di tutto, al seguito dei loro campioni che il mattino dopo sono potuti partire con le biciclette leggerissime, al contrario di noi e di pochi altri che, da soli, eravamo carichi di almeno sei chili fra portapacchi, vestiario di ricambio, attrezzatura per riparazioni di emergenza, un minimo di viveri.

Al primo controllo con ristoro, a Viterbo, la prima sorpresa: controllo si ma ristoro poco. Ci hanno dato un sacchetto con dentro una mela, un panino profumato al prosciutto e mezzo litro d'acqua! Solo mezzo litro di acqua! Ne abbiamo chiesta di più e ci è stata indicata la via del bar più vicino.C' erano anche due bustine di sali. Due bustine che riportavano la scritta: "sciogliere il contenuto di quattro bustine in una borraccia". Stessa storia a San Quirino d'Orcia: una mela, mezzo litro d'acqua, un panino pieno soprattutto di mollica e due bustine di sali, tutto servito nel solito deprimente sacchetto di carta, avrebbero dovuto ristorare chi aveva pedalato per 180 chilometri sotto un sole spietato e con diverse salite nelle gambe?
Un po' meglio al controllo e  "cosiddetto ristoro" di Siena. Un panino con salame, una banana (ma ne potevamo avere delle altre), un per me immangiabile pezzetto di panforte, il solito mezzo litro d'acqua. C'era anche un barilotto di acqua e sali, ma vuoto. Abbiamo fatto una doccia e chiesto ad un addetto dove potevamo trovare una pizzeria per mangiare (non lo facevamo da più di dodici ore). E' rimasto sorpreso, l'addetto! Voi siete gli ultimi, ci ha detto, e noi, che facciamo da "scopa", dopo di voi vorremmo passare a togliere i cartelli indicatori; se voi vi fermate in pizzeria, diavolo, come facciamo a sapere se siete già passati! Potremmo togliere i cartelli senza renderci conto che voi siete rimasti indietro! Flavio taglia corto, fà presente che trovare la strada al buio senza cartelli sarebbe difficilissimo e gli chiede di non muoversi fino alle 23.00. Andiamo in pizzeria e ripartiamo con comodo ma con calcolo. Riusciremo ad essere a Firenze prima della chiusura del controllo verso le 0.30 di Domenica. E qui abbiamo fatto l'errore "fatale". Le colline del Chianti di notte sono uno spettacolo, ma il buio in molti tratti è completo e la velocità è più bassa che in salita. E in più i cartelli indicatori del tracciato bisogna andarseli a cercare, non si vedono prima di essere arrivati al bivio, qualche volta siamo dovuti scendere anche dalla bicicletta, incerti sul da farsi. Insomma, arrivati al Galluzzo, alle porte di Firenze, abbiamo capito che non ce l'avremmo fatta a rientrare nei tempi richiesti, abbiamo cercato un buon albergo e siamo andati a dormire.

Al mattino, anche grazie alla tua telefonata che ci ha tolto gli ultimi dubbi, siamo ripartiti intenzionati a fare la "nostra" Roma-Bergamo senza i lacci impostici dall'organizzazione. Abbiamo telefonato a Vanna Noris, le abbiamo detto di non preoccuparsi di noi e chiesto di aver cura delle sacche con i nostri vestiti civili che avevamo loro affidato alla partenza. Ci ha ringraziato della segnalazione e detto che, se fossimo arrivati a Bergamo per la sera, avremmo potuto passare a prendere le sacche all'arrivo perchè fino alle 22.30 erano lì " per contratto" e un'altra mezz'ora sarebbe servita per smontare le attrezzature.

Insomma, noi abbiamo proseguito con calma e goduto tutte le nostre belle salite e le discese. Siamo arrivati a Casalecchio di Reno - con Flavio che tirava ancora oltre i trenta all'ora - e lì, prima di affrontare gli ultimi 200 chilometri di pianura, abbiamo trovato il nemico che ci ha fatto decidere di abbandonare: 43 gradi! Hai letto bene: 43 gradi. Ho preferito chiamare mia moglie, che è venuta a prenderci.

Un'esperienza bellissima che ci ha fatto capire anche tante cose su questo genere di manifestazioni. Su tutte, una un po' amara che posso riassumere così: non permetterò mai più ad alcuno di ingabbiare la mia voglia di libertà con il miraggio dell'organizzazione, dell'assistenza e dei ristori. Io e Flavio abbiamo fatto tutto da soli, non abbiamo avuto assistenza, non siamo stati ristorati e l'unico contatto con l'organizzazione sono stati i controlli e i timbri da cui la bicicletta ed il pedalare ed il viaggiare dovrebbero invece allontanarci, per farceli dimenticare. La vita di tutti i giorni ne contiene già troppi, di questi obblighi verso gli altri: liberiamocene pedalando.

So che non ami i ringraziamenti ma Flavio ed io te li dobbiamo. Grazie per il tuo aiuto, per essere stato con noi per tutto il tempo, con le tue telefonate, con i collegamenti via Internet, con il cuore. Abbiamo più volte pensato che con te sarebbe sicuramente stato ancora più divertente.

Fra un paio d'ore devo ripartire per lavoro. Ti mando queste due righe - estemporanee - senza nemmeno rileggerle. Potrebbero anche esserci strafalcioni e errori di battitura, ma me li perdonerai.

Ciao.
Aldo

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