Granfondo del
Millennio Roma-Bergamo
Nonostante un mare di impegni, difficoltà e
contrattempi,
nonostante la sfortuna ed una preparazione incompleta,
nonostante ripetuti suggerimenti di lasciar
perdere e pressanti inviti a ripensarci,
nonostante un certo "nervosismo" in famiglia,
nonostante il lunghissimo viaggio
Bergamo-Roma in pullman
(senza voler pensare al ritorno in bici),
nonostante tutto e tutti,
Aldo e Flavio non si son lasciati fermare. |
Aldo -> |
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Difficile dire
l'esatta motivazione che li ha spinti ad osare tanto:
forse una prova forte per dire "andiamo piano, ma ci siamo anche noi",
forse una ricerca dei propri limiti estremi,
forse una dimostrazione che non c'è nulla di impossibile,
forse per raccontarla ai... nipotini,
forse non lo sanno neppure loro.
Sanno però che, per quanto la strada possa essere lunga e difficile, insieme si va
ovunque. |
<- Flavio |
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1/7/2000 ore 6.00 Inizio partenze della tappa unica Roma-Bergamo
ore 6.10 altre partenze |
1/7/2000 ore 6.40 Ultimi partenti: Aldo è in maglia gialla e Flavio in
maglia blu senza scritte |
I nostri "aspiranti senzafretta" sarebbero dovuti
arrivare a Bergamo attorno alle ore 19,00 (n.d.r. le trasmissioni sono state chiuse alle
ore 13.00) del giorno dopo, 2/7/2000, ma si sono fermati a Casalecchio del Reno, dopo ben
400 km pedalati anche di notte. Ecco dal messaggio di Aldo al coordinatore come è andata:
----- Original Message -----
From: Aldo Galli
To: Pio Renato
Sbaffo
Cc: Flavio
Villa
Sent: Monday, July 03, 2000 12:28 PM
Subject: Granfondo del millennioCiao Pio. Ti faccio
un piccolo rapportino sulla Granfondo del Millennio.
Le prime avvisaglie di quello che sarebbe
poi stata la corsa le abbiamo avute sul pullman che da Bergamo ci ha portato a Roma:
Flavio ed io abbiamo chiacchierato di tutto e guardato il panorama fuori dal finestrino
mentre quelli attorno a noi hanno utilizzato quasi tutte le dieci ore di viaggio
soprattutto per raccontare le loro grandi imprese ciclistiche, quelle passate e quelle
future, per parlarsi addosso. Noi eravamo in gita, loro in gara.
La conferma dell'aria che tirava è
arrivata allo stadio Flaminio dove il pullman ci ha scaricati per i controlli delle
biciclette ed il ritiro dei documenti. Camper, furgoni, station wagon. C'era di tutto, al
seguito dei loro campioni che il mattino dopo sono potuti partire con le biciclette
leggerissime, al contrario di noi e di pochi altri che, da soli, eravamo carichi
di almeno sei chili fra portapacchi, vestiario di ricambio, attrezzatura per riparazioni
di emergenza, un minimo di viveri.
Al primo controllo con ristoro, a Viterbo,
la prima sorpresa: controllo si ma ristoro poco. Ci hanno dato un sacchetto con dentro una
mela, un panino profumato al prosciutto e mezzo litro d'acqua! Solo mezzo litro di acqua!
Ne abbiamo chiesta di più e ci è stata indicata la via del bar più vicino.C' erano
anche due bustine di sali. Due bustine che riportavano la scritta: "sciogliere il
contenuto di quattro bustine in una borraccia". Stessa storia a San Quirino d'Orcia:
una mela, mezzo litro d'acqua, un panino pieno soprattutto di mollica e due bustine di
sali, tutto servito nel solito deprimente sacchetto di carta, avrebbero dovuto ristorare
chi aveva pedalato per 180 chilometri sotto un sole spietato e con diverse salite nelle
gambe?
Un po' meglio al controllo e "cosiddetto ristoro" di Siena. Un panino
con salame, una banana (ma ne potevamo avere delle altre), un per me immangiabile pezzetto
di panforte, il solito mezzo litro d'acqua. C'era anche un barilotto di acqua e sali, ma
vuoto. Abbiamo fatto una doccia e chiesto ad un addetto dove potevamo trovare una pizzeria
per mangiare (non lo facevamo da più di dodici ore). E' rimasto sorpreso, l'addetto! Voi
siete gli ultimi, ci ha detto, e noi, che facciamo da "scopa", dopo di voi
vorremmo passare a togliere i cartelli indicatori; se voi vi fermate in
pizzeria, diavolo, come facciamo a sapere se siete già passati! Potremmo togliere i
cartelli senza renderci conto che voi siete rimasti indietro! Flavio taglia corto,
fà presente che trovare la strada al buio senza cartelli sarebbe difficilissimo e
gli chiede di non muoversi fino alle 23.00. Andiamo in pizzeria e ripartiamo con
comodo ma con calcolo. Riusciremo ad essere a Firenze prima della chiusura del controllo
verso le 0.30 di Domenica. E qui abbiamo fatto l'errore "fatale". Le colline del
Chianti di notte sono uno spettacolo, ma il buio in molti tratti è completo e la
velocità è più bassa che in salita. E in più i cartelli indicatori del tracciato
bisogna andarseli a cercare, non si vedono prima di essere arrivati al bivio, qualche
volta siamo dovuti scendere anche dalla bicicletta, incerti sul da farsi. Insomma,
arrivati al Galluzzo, alle porte di Firenze, abbiamo capito che non ce l'avremmo fatta a
rientrare nei tempi richiesti, abbiamo cercato un buon albergo e siamo andati a dormire.
Al mattino, anche grazie alla tua
telefonata che ci ha tolto gli ultimi dubbi, siamo ripartiti intenzionati a fare la
"nostra" Roma-Bergamo senza i lacci impostici dall'organizzazione. Abbiamo
telefonato a Vanna Noris, le abbiamo detto di non preoccuparsi di noi e chiesto di aver
cura delle sacche con i nostri vestiti civili che avevamo loro affidato alla partenza. Ci
ha ringraziato della segnalazione e detto che, se fossimo arrivati a Bergamo per la sera,
avremmo potuto passare a prendere le sacche all'arrivo perchè fino alle 22.30 erano lì
" per contratto" e un'altra mezz'ora sarebbe servita per smontare le
attrezzature.
Insomma, noi abbiamo proseguito con calma e
goduto tutte le nostre belle salite e le discese. Siamo arrivati a Casalecchio di Reno -
con Flavio che tirava ancora oltre i trenta all'ora - e lì, prima di affrontare gli
ultimi 200 chilometri di pianura, abbiamo trovato il nemico che ci ha fatto decidere di
abbandonare: 43 gradi! Hai letto bene: 43 gradi. Ho preferito chiamare mia moglie, che è
venuta a prenderci.
Un'esperienza bellissima che ci ha fatto
capire anche tante cose su questo genere di manifestazioni. Su tutte, una un po' amara che
posso riassumere così: non permetterò mai più ad alcuno di ingabbiare la mia voglia di
libertà con il miraggio dell'organizzazione, dell'assistenza e dei ristori. Io e
Flavio abbiamo fatto tutto da soli, non abbiamo avuto assistenza, non siamo stati
ristorati e l'unico contatto con l'organizzazione sono stati i controlli e i timbri da cui
la bicicletta ed il pedalare ed il viaggiare dovrebbero invece allontanarci, per farceli
dimenticare. La vita di tutti i giorni ne contiene già troppi, di questi obblighi verso
gli altri: liberiamocene pedalando.
So che non ami i ringraziamenti ma Flavio
ed io te li dobbiamo. Grazie per il tuo aiuto, per essere stato con noi per tutto il
tempo, con le tue telefonate, con i collegamenti via Internet, con il cuore. Abbiamo più
volte pensato che con te sarebbe sicuramente stato ancora più divertente.
Fra un paio d'ore devo ripartire per
lavoro. Ti mando queste due righe - estemporanee - senza nemmeno rileggerle. Potrebbero
anche esserci strafalcioni e errori di battitura, ma me li perdonerai.
Ciao.
Aldo |
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