Due Senza Fretta sullo Stelvio !
Dopo averci pensato a lungo, e dopo le discussioni e le
valutazioni sulla lunghezza, sul dislivello, e sulla difficoltà del tracciato, Mario e
Loredana hanno deciso di tentare la SCALATA ALLO STELVIO, mitica meta di tutti i ciclisti.
Per loro la prima cosa da decidere è stata: tandem o bici da corsa? I due si sono trovati
d'accordo sulla bici, per la maggior libertà di pedalata, la maneggevolezza e la speranza
che almeno uno dei due sarebbe riuscito nell'impresa!
La mattina della partenza qualche nuvola appariva all'orizzonte, ma i nostri, per nulla
scoraggiati, partivano dal campeggio di Prato alla Stelvio con animo fiducioso, dopo una
lauta colazione a base di cioccolata calda e brioche!
Ecco il loro racconto.
MARIO:
E' iniziata! Finalmente ci siamo!
La strada comincia a salire come i battiti del cuore. ma per fortuna il Rio Trafoi che
scorre impetuoso copre ogni rumore altrimenti potrei contarli, altro che
cardiofrequenzimetro!
Mi sforzo di tenere un rapporto agile per evitare il solito difetto di partire troppo
duro.
E' ancora presto e il traffico è pressochè assente.
LORY:
Dopo la lauta colazione, mi faccio coraggio e mi dico: "stai tranquilla, sei una
Senza Fretta, prenditela comoda, la salita è lunga." I primi Km mi rincuorano: non
mi sembrano duri, e il paesaggio mi rasserena, piccole cascate nei boschi e niente auto
rompiscatole: che paradiso!
Lungo la strada incontriamo dei ragazzi con delle MTB stracariche di bagagli che vanno
VERAMENTE senza fretta e dico: beh, se ce la fanno loro, ce la farò anch'io: li saluto e
proseguiamo: credo che ci ritroveremo più in alto, quando sarò più stanca, e mi chiedo:
"ma dove saranno tutti gli altri ciclisti?".
MARIO:
A Ponte allo Stelvio i primi due tornanti, poca roba rispetto a cosa ci attende, ma
servono a capire che non sarà facile.
LORY:
I primi due tornanti di Ponte allo Stelvio mi fanno sperare che siano tutti così, ce la
posso fare se non mi stanco troppo!
MARIO:
A Gomagoi il primo tratto più duro ma subito stemperato da un tratto di pianura di poche
decine di metri, ma sufficenti a riprendere fiato.
Il cielo è abbastanza sereno e di fronte a noi comincia a farsi vedere il ghiacciaio.
LORY:
Arriviamo a Gomagoi, la salita si fa più dura, ma il tratto di pianura successivo mi
mette di buonumore, fra poco siamo a Trafoi, e i primi 10 Km sono andati!
MARIO:
A Trafoi (Km 10.500) il primo stop, un pò di menta zuccherata e un sorso d'acqua, foto di
rito al 46° tornante e via.
Il traffico aumenta, le moto sfrecciano veloci ma infastidiscono di più le auto a poche
cm dalla ruota posteriore.
LORY:
A Trafoi ci fermiamo: è l'ora dell'integratore, altrimenti lo senti lo stomaco!
Il traffico comincia ad aumentare, le auto e le moto mi innervosiscono, ma non mi
preoccupano più di tanto: devo pensare solo a pedalare!
Ripartiamo e troviamo subito un bello strappo: vado più agile che posso (28-28) per non
stancarmi e chiedo a Mario: "non sarà mica tutta così da ora in poi, vero? Se è
così, non me lo dire, non lo voglio sapere!"
MARIO:
Siamo ancora nel bosco e affrontiamo un tratto di 3 Km molto duro e Lory appare in
difficoltà, un tornante con vista sul ghiacciaio offre lo spunto per una sosta.
LORY:
Alla fine del tratto duro, chiedo una pausa: mangio una barretta per farmi coraggio (per
me sono come la coperta di Linus!), e ripartiamo: sento che mi sto stancando, ma la vista
di altri ciclisti che via via ci affiancano (superandoci sempre) mi rallegra, anche se
vedo che quasi tutti pedalano più spediti, e invidio quelli che sembrano non fare fatica:
chissà quanto si saranno allenati!
MARIO:
Ripartiamo, i rapporti sono finiti e comincio a invidiare il 22/28 della MTB lasciata sul
tetto della macchina al campeggio.
Ogni tanto sento che Lory è in difficoltà e allora è il momento di una baretta o un
integratore o di una foto per fare una sosta.
La fine del bosco segna l'inizio del tratto più difficile, non per la pendenza che anzi
si mantiene costante ma per la lentezza con la quale si avanza.
Alla nostra sinistra un albergo, sotto di noi il 7 (Km all'arrivo) scritto sull'asfalto,
di fronte in alto, molto in alto, il passo.
LORY:
Sulla via incontriamo altre ragazze, ma la maggior parte di loro è almeno a 300 mt. dal
partner, che prosegue da solo più avanti, più veloce e dico: i soliti egoisti!
Incomincio a sentire un dolore al braccio destro, e ho bisogno di fermarmi, prendo tempo
con un'altra barretta (mi sa che le mangio tutte io!), ripartiamo e la stanchezza
incomincia ad arrivare alle gambe; mi chiedo: "quante volte mi dovrò ancora fermare?
Qui tutti vanno avanti, mentre io mi fermo in continuazione, che rabbia!"
MARIO:
Il passo non è lontano, in linea d'aria 1000/1500 metri, ma non arriva mai, pedali,
pedali e non arriva mai.
Poi il 6 ..., il 5 e le soste.
LORY:
I tornanti sono tremendi, ed il breve tratto piano fra uno e l'altro non mi consente di
riposarmi (come dicevano invece quelli che "la sanno lunga"), perché sono
VERAMENTE RIPIDI!
Intanto, guardando, come dice Eva, Madonna Borraccia e San Manubrio, mi accorgo delle
scritte sull'asfalto, che mi indicano i Km all'arrivo e mi chiedo: com'è possibile che
manchino solo 5 Km all'arrivo e ci sono ancora tutti questi tornanti?
Il dolore alla gamba sinistra si fa più forte: mi devo fermare di nuovo, e questo mi
scoraggia, penso: che divertimento c'è a fare una salita superiore alle proprie
possibilità soffrendo in questa maniera?
MARIO:
A ogni ripartenza sento dolore alle gambe, ma non dico niente a Lory, Lei ha la fatica
dipinta sul volto e temo che decida per il rientro da un momento all'altro.
LORY:
Comunque non mi arrendo, anche se sono un po' arrabbiata: mi sono fidata troppo di Mario,
non è una salita alla mia portata.
Mi rincuoro vedendo una ragazza che va su con una MTB facendo una fatica come la mia, se
non maggiore e gli dico: "coraggio, manca poco, un ultimo sforzo!" (e intanto lo
dico anche a me stessa!).
MARIO:
Ecco poi il 4..., il 3... e il 2 che ricordavo da un'altimetria vista qualche settimana
prima molto duro.
Al n°1 la gioia, improvvisa, la certezza di avercela fatta.
Mi sembra d'essere Bartali o Coppi al termine di un'impresa epica a qualche Giro d'Italia
di anni addietro e non stempera la gioia le quasi 3 ore di marcia che il computer segnala
e la media di 8 Km/h.
LORY:
Finalmente gli ultimi 2 Km: i più duri di tutti: sono stremata, ma la vista del rifugio
mi dà forza, e poi in cima mi aspetta un piatto caldo: ho una fame da lupi!
MARIO:
Poi la scritta 500. ...300.. ., 200..., 100 e la riga bianca li di fronte con la scritta
arrivo.
Siamo quasi arrivati, faccio cenno a Lory di affiancarmi, ci diamo la mano e arriviamo
insieme.
LORY:
Vedo l'arrivo: la tortura è quasi finita, ma sono dispiaciuta perché, se avessi potuto
allenarmi di più, mi sarei veramente divertita: peccato, la prossima volta andrà meglio!
Mario mi dà la mano e arriviamo insieme, ci abbracciamo e gli dico: meno male che è
finita!
MARIO:
Scesi di bicicletta un meritato abbraccio: sono orgoglioso più per Lei che per me, in
fondo ero quasi certo che sarei riuscito ma temevo per Lory.
Brava, veramente brava!
LORY:
Appoggio la bici al muretto del ristorante e dico: "a me un piatto di pasta!" E
intanto penso già alla discesa e al fatto che dovrò frenare in continuazione: mi dovrò
fermare di nuovo, mi faranno male le mani, ma il peggio è passato!
E' proprio vero, cari amici Senza Fretta,
lo Stelvio E' LO STELVIO!
ssgalip@tin.it
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