LA TRIPLA
periodico del Gruppo dei Senza Fretta
esce quando càpita, se non piove
La locandina ufficiale del
Giro di Romagna del 7 Maggio 2000, pubblicizza il ritrovo nazionale del Gruppo dei
Senzafretta.
E fin qui non ci sarebbe niente di strano. Ma da una più attenta analisi, si è potuto
vedere già dalla sera prima alla cena ufficiale, come un gruppo di uomini e donne in gran
parte sovrappeso e dal fisico ipodotato, possano offendere una nobile disciplina come
quella del ciclismo.
Ma andiamo con ordine a raccontare il ritrovo.
Il buon Bruno di Cotignola, oltre a proporre un menù da attentato al fegato, ha proposto
(se non altro per alleviare la propria coscienza) un menù da "atleta".
A grande maggioranza si è scelto il primo menù!!
Durante la cena, ovviamente si è parlato di ciclismo e viste le salite da affrontare
anche di rapporti. Interpellato il capogruppo Pio, gli è stato chiesto:"cosa ne
pensi del 39/26?"
Ha risposto che a 39 anni farne 26 non è facile, ma ci si può provare se non altro per
la scienza e le statistiche!!
34 minuti di applausi!!
Intanto arrivano gli spaghetti allo scoglio che vengono divorati con avidità. Solo il
gruppo dei toscani si mantiene leggero con semolino e mela cotta.
La serata si chiude con la consegna delle maglie e delle tartarughine di peluche nate
durante la cena da Betta, la tartaruga di Pio, che seguendo le discussioni sui rapporti si
è data subito da fare!
Il mattino, ci accoglie con una bella giornata calda e soleggiata.
il gruppo parte compatto dopo le 7. A destra ed a sinistra, sfrecciano le squadre (quelle
vere) che passano a velocità Mach 2.
Alle prime asperità, Mario di Montesilvano, Giuliano e Nino di Cotignola ci lasciano per
il giro da 56 Km e sicuramente sono quelli che hanno capito tutto dalla vita.
Un po' di saliscendi ed ecco la prima bestia nera della giornata: il Montalbano.
Il tandem di Loredana e Mario parte deciso e tiene una buona andatura tanto da staccare il
gruppo che rimane compatto a guardare dentro la scollatura di Eva, sorvegliata a vista dal
fidanzato Daniele, detto il mastino.
Fra battute demenziali e caldo opprimente, la prima salita è andata.
Con il miraggio del 1° ristoro, il gruppo dimentica di essere senzafretta tanto da
arrivare in testacoda e freno a mano tirato.
Con voracità si divorano 4 prosciutti, 2 salami, 8 crostate e 25 chili di pane.
Ovviamente pane integrale.
Eva e Daniele tentano anche di addentare il fornaio. I romani Giovanni e Carlo, sono così
cotti dalla salita, che pretendono di infilarsi il tè nella maglia ed i panini nelle
borracce.
Pio spiega loro che è meglio che tornino indietro.
E così rientrano con Loredana e Mario, Eva e Daniele, e Valerio che più che scattare
scappa visto che la bella Cannondale che prova a pedalare, l'ha fregata a Cipollini due
giorni prima.
I superstiti proseguono. A fare l'andatura sono i milanesi Fulvio e Gianantonio, che
(oltre ad essere il veterano del gruppo) è forse l'unico vero atleta fra tutti. A
Palazzuolo i due milanesi scelgono il giro da 136 km. Abbiamo poi saputo che è stata
dura.
Gianantonio ha seguito la voce delle sirene di Ulisse, mentre Fulvio (per alleggerirsi) ha
donato un rene strada facendo.
Li hanno visti arrivare vestiti da majorette ballando il rap sulle mani!!!
Proseguono per il lungo da 175 km: Pio e Stefano, i gemelli Enrico e Vincenzo, Mario
il maltese, Bruno, Primo di Lugo, Paolo di Imola e Roberto il bolognese.
Si comincia a scalare la Sambuca con una pioggerellina fine che finalmente rinfresca i
fisici e gli animi.
Fra racconti di vecchie mangiate e piatti prelibati, Bruno ha una crisi di sconforto e
dopo essersi fermato a raccogliere cipollotti ed asparagi selvatici, si fa una frittatina.
Riparte a rutto libero con una spinta che lo fa ritornare in gruppo.
Sulla Sambuca, altro ristoro e poi giù in una folle discesa condotta da Mario sul filo
dei 18 orari contromano!!
Il gruppo però è bello carico ed affronta la 3^ salita di Beccugiano con una andatura
che pensano sia ragguardevole. A smontarli subito, ci pensa la signora Rosina che, con
bici graziella e borse della spesa, li passa ad una velocità tale da mandare i gemelli in
testacoda e gli altri nel fosso.
Ci si guarda in faccia facendo finta di niente, promettendosi di non raccontare mai a
nessuno l'accaduto. Per chi tradirà il giuramento si stabilisce una pena severissima:
10 allenamenti di fila ad una media superiore ai 12 orari, alimentazione ad integratori ed
uso del cardio.
E così finisce anche la terza salita.
Ma è sull'ultima salita che iniziano i veri guai. I gemelli, presi da vecchi ricordi,
vogliono tornare al mare in colonia. Stefano chiama la mamma. Roberto vede S.Biagio in
maglia rosa e scatta per inseguirlo. Paolo si ricorda della polenta e capriolo della
estate scorsa.
Primo e Bruno si prendono a schiaffi. Mario recita il mea culpa e si ferma per una messa
cantata.
A riportare la calma ci pensa Pio che, credendo di essere un cane pastore, va avanti e
indietro e con il fischietto ricompatta tutti.
E finalmente la cima del Trebbio.
Qui i nostri eroi vengono
raggiunti dal Presidente dell'U.C.Baracca di Lugo Sig.Bacchilega.
Pio pensa che sia una cortesia nei confronti del gruppo, ma in realtà il personale della
organizzazione ha voglia di andare a casa visto l'orario!!
E così Bacchilega tira il gruppo a forte (!?!) andatura fino a Lugo dove, vista l'ora
tarda, viene accolto dal Conte Dracula e dalla sua allegra brigata di streghe e
pipistrelli. Con le streghe c'erano anche i gatti che, vista la fame di tutti, ben oliati
e portati a 200° hanno perso la loro scontrosità diventando ottimo coniglio.
Sulla piazza della città,
gli pseudociclisti sono stati subito processati con rito abbreviato per adunata sediziosa,
istigazione e vilipendio alle pubbliche manifestazioni ciclistiche. Dimostrata la
fondatezza di tutte le accuse e l'infondatezza di tutte le difese, sono stati condannati a
mangiare tutto quello che veniva loro portato.
Maccheroncini, salsiccia, dolci e tutto quanto può sballare gli esami del sangue,
ematocrito compreso.
Pio, commosso, ha regalato agli organizzatori il premio Nobel per la pazienza.
Inoltre, vista l'acqua che il gruppo ha preso e la figuraccia che ha fatto, Pio ha pensato
di ribattezzare il gruppo in "G.C. Baccalà bagnato".
Salutati tutti, ognuno è tornato a casa a pancia piena ed orecchie basse.
Fin qui niente di irreparabile, ma la cosa tragica è che un ritrovo del genere si
ripeterà, anche se ancora non si sa nè quando nè dove.
Ma soprattutto non si sa PERCHE'??????
Roberto di Bologna
tortelliniapedali@libero.it
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