2^ GRAN FONDO CITTA' di LUGO
LUGO, 25 giugno
2000 |
|
Carlo di Prato ed Amos
di Reggiolo, assenti alla Giornata dei Senza Fretta, non sono riusciti a partecipare
neppure alla Giornata Bis.
Fulvio di Milano aveva auspicato raduni nazionali più frequenti, ma ha preferito
partecipare alla Saronni.
I tandem Loredana e Mario di Asciano Pisano, dopo aver inutilmente affrontato la trasferta
per la Barilla, sono rimasti a casa.
Mario di Montesilvano ha, ovviamente, preferito ricevere il figlio in visita ed anche lui
è rimasto a casa.
Stefano di Osimo non è riuscito ad avere un secondo permesso dalla famiglia ed i gemelli
Enrico e Vincenzo, pure di Osimo, non hanno neppure pensato di tirar fuori le bici dal
garage per un percorso lungo troppo corto, solo 120 km.
Bruno di Cotignola ha preso il Prestigio talmente sul serio da non dormirci la notte e non
poter partecipare a raduni troppo facili.
Insomma, con tutta sincerità, la Giornata Bis, dal punto di vista numerico, è stata un
vero fallimento. Solo dal punto di vista numerico, perchè chi è venuto ha vissuto una
gran bella pedalata.
Dopo una partenza veloce che ci ha visto pedalare in
testa ad un gruppone di un centinaio di ciclisti, al primo falsopiano siamo rientrati nei
ranghi. Ci hanno sorpassato in tanti e ad ognuno abbiamo dato il nostro saluto ed il
nostro incitamento.
Naturalmente ultimi sullultima asperità, il mitico Monte Trebbio, assieme ad altri
che hanno voluto provarla al nostro passo, ci siamo attardati un poco per le foto davanti
al Cippo del Ciclista e gli occasionali compagni di viaggio sono spariti.
Stiamo per ripartire anche noi, quando gli addetti al ristoro,
anzichè smobilitare tutto, accendono il barbecue e cominciano a tirar fuori salcicce e
braciole per il loro personale pic-nic. Qualunque ciclista fosse passato di li a poco non
avrebbe avuto problemi a trovare un rifornimento extra!
Primo di Lugo: "Potremmo ripetere il giro del Monte Bello e ripassare qui
unaltra volta."
Sergio di Fano: "Per quando torniamo sù noi, non troviamo più nulla."
Roberto di Bologna: "Rimaniamo qui, la carbonella è già accesa."
Pio di Osimo. "Uhm, forse a Lugo ci... aspettano."
Pierluigi, ciclista del gruppo organizzatore, con noi da qualche chilometro: "Vi
porto a Faenza passando per un percorso alternativo. Bellissimo."
Ecco che cosa hanno escogitato quelli del Pedale Bianconero, organizzatore della Gran
Fondo: un fine-corsa in bicicletta, prendendo anche in questo caso spunto dallaltro
grande gruppo locale, il Baracca. E ormai ben noto che raramente i senzafretta si
ritirano, per cui a che servirebbe un fine-corsa? Invece un ciclista con funzione di guida
e supporto, può essere di gran lunga daiuto. E Pierluigi ci mette del suo,
proponendoci unallettante alternativa.
Lo spirito esplorativo prende subito il sopravvento sulle stimolazioni organolettiche, ma
siamo esitanti sulla regolarità della cosa. Anche nelle situazioni più difficili, non è
nostro uso cercare scorciatoie o varianti più facili.
"No, non accorcia ed è sicuramente un po più impegnativo."
"Più impegnativo, allora si va."
Infatti, non facciamo in tempo ad assaggiare la discesa che
giriamo subito a destra, affrontando un discreta rampa in salita. Da lì la strada prende
a scorrere in una bella serie di saliscendi lungo il fianco della montagna, quasi verso la
sommità, irta di... antenne televisive. Nota stonata in un paesaggio di montagna ancora
integro.
La parte più bella arriva dopo. Siamo lungo il crinale che divide la valle del torrente
Marzeno dalla piccola valle del torrente Samoggia. La vista è quella che si godrebbe da
una mulattiera, persa fra luoghi non abitati, invece il fondo stradale è nuovo e ben
fatto. Di più, non c'è ombra di traffico. Un discreto sole filtra attraverso uno strato
di nubi più o meno sottili ed illumina con dolcezza il paesaggio. Una leggera foschia
differenzia in tonalità via via più grigio-verde i profili collinari circostanti. Chi
avrebbe mai immaginato lesistenza di questo piccolo angolo di paradiso! Quando
arriviamo alla discesa, Sergio si butta a capofitto, Primo si ferma per un problema
meccanico, Roberto torna indietro a dargli una mano, io ne approfitto per dare
unultima occhiata al panorama. Si sta veramente bene quassù.
Ripartiamo. Il fondo stradale è perfetto ed invita alla velocità, ma ci sono alcune
curve in contropendenza che richiedono invece moderazione. Sembra che sia per questo
motivo che questa variante, detta dl Samoggia, non viene inclusa nei percorsi ufficiali.
Sul fondovalle si alternano saliscendi molto ravvicinati che spingono Primo e Roberto in
un serrato confronto allultimo dosso. Saranno assieme alla Maratona e cercano di
conoscersi meglio.
Effettivamente quando arriviamo a Lugo dobbiamo ammettere che
abbiamo sicuramente faticato un pochino di più, ma ne è valsa la pena. Mentre ci
domandiamo come sarebbe passare per la "variante Samoggia" in senso contrario,
una bella pizza calda viene apposta sfornata per noi ed un fresco vinello ci ridà tono e
vigore.
Un paio del gruppetto con noi
sul Trebbio stanno andando via. Non lo dicono, ma hanno il rammarico di essere ripartiti
troppo in fretta: per poco hanno perso il... vantaggio di essere ultimi.
pio@senzafretta.org
| <=indietro | Prima Pagina
| Appuntamenti 2000 | |