Sibillini, che giornata!
Ho dovuto aspettare un settimana per far
calmare il mare di emozioni provate durante quella fantastica giornata e solo oggi posso
riuscire a tradurle in parole.
Sin dalla partenza, ho sentito subito la forza degli arrosticini della sera precedente
pervadermi tutto, e grazie a questa iniezione di fiducia ho potuto affrontare la prima
ascesa oserei dire in modo gastrico.
Superata la prima fase di rodaggio, confortato dall'ampiezza del nostro gruppo (e
dei nostri angeli custodi dell'ambulanza e del carro scopa) ho iniziato a sentirmi così
bene come mai da quando ho riniziato ad andare in bici, tanto che le gambe spingevano
rapporti molto più duri di quelli da me previsti. Adesso lo posso dire, stavo
stupendamente: il panorama era splendido, l'andatura perfetta e la compagnia era delle
migliori.
Credo di essere arrivato in cima al primo ristoro senza neanche accorgermene. Da li
in poi il discorso si è fatto un po più duro, ma mi sembrava di assistere ad un film,
l'occhio incurante delle salite spaziava verso i monti (quello che si poteva vedere) o
verso valle, a conforto della strada già percorsa, con Fabrizio che, incurante del poco
allenamento e grazie al costante appoggio di Pio, avanzava sicuro.
Dopo Montegallo, riparata la mia foratura, con Roberto come compagno, abbiamo
faticato parecchio per riprendere i due "fuggitivi" Pio e Fabrizio, che
giustamente si erano avvantaggiati. Lì ho pensato che ormai Fabrizio ce l'avesse fatta.
Mancava "solo" Forca di Presta, e lui continuava ad andar bene.
Effettivamente Forca di Presta è una salita di quelle che si attaccano al lavoro
del tuo fisioterapista (se ce l'hai) e ha lasciato il segno su di me, mentre Roberto,
sempre più dolomitico si involava verso il passo. Poco più dietro, utilizzando una
curiosa tecnica che si potrebbe definire "a tornante", Fabrizio avanzava
disegnando oscure traiettorie, con Pio che paziente cercava di spiegargli il concetto di
linea retta.
Alla fine comunque i nostri arrivavano festeggiati alla grande al meritato ristoro.
Ormai sembrava fatta, il peggio era passato.
Mi butto subito in discesa (che freddo), guadagnando qualche metro sugli altri;
all'incrocio per Castelluccio un cane assiste al mio passaggio. Aspetta Roberto, poi
prende anche lui la stessa nostra strada che comincia a salire. Voltandomi indietro scorgo
il quadrupede in lento ma costante guadagno su entrambi. La classifica del GPM di
Castelluccio vede me per primo, seguito dal cane e poi da Roberto che non è riuscito a
contenere l'irresistibile progressione dell'atleta locale. Subito dietro Pio e Fabrizio,
che accusa fatica.
Siamo leggermente in ritardo ma la cosa non mi interessa. L'unica cosa che conta
ormai è di concludere tutti e quattro insieme, dovessimo pure arrivare la notte.
Scavalcata Forca di Gualdo, Fabrizio è proprio in riserva e, dopo la lunga discesa, al
ristoro di Castel Sant'Angelo sul Nera sale sul carro-scopa.
Per come mi spiegherà Pio dopo, è il primo caso di abbandono programmato.
Infatti, Fabrizio, pur senza adeguata preparazione, aveva scelto di pedalare con noi
quanto più possibile e fare poi affidamento sul servizio di fine corsa che ci avrebbe
assistito. Neppure lui si aspettava di riuscire ad arrivare tanto in là.
Ormai è quasi tutta discesa, ma è talmente appagato che non cambia idea,
lasciando stupefatti i nostri angeli custodi, abituati a caricare ciclisti lungo le salite
e scaricarli in discesa. E sì, c'è anche chi trova soddisfazione a fare le gran fondo
così!
Così ci ritroviamo in tre, con 25 minuti di ritardo. Il passo delle Fornaci mi è
sembrato il Pordoi e mentre Roberto avanzava senza difficoltà, io grazie all'appoggio di
Pio riuscivo a superare anche l'ultima asperità della giornata.
Da li in poi è iniziata la nostra personale cronometro, conclusasi all'arrivo con
un quarto d'ora di anticipo sulla nostra tabella di marcia (siamo stati un po esagerati ma
l'entusiasmo aveva avuto il sopravvento sui muscoli), pur avendo perso tempo per far
risalire in bici Fabrizio e tagliare il traguardo tutti e quattro, come era giusto che
fosse.
Un grazie di cuore a tutti quelli che ci
hanno seguito, agli organizzatori e il mio personale a Fabrizio, Pio e Roberto (in ordine
alfabetico) per la più bella escursione che abbia fatto in bici da corsa.
Ovviamente, appuntamento all'anno prossimo
Sergio di Fano
|