La Brughettese quest'anno è stata... come dire... fastosa. Un termine inconsueto nel ciclismo, ma come definire in una parola non solo l'abbondanza dei premi, la qualità super dei ristori (a cominciare dalla colazione con paste fresche fresche di pasticceria), l'eccellenza del pasta-party (e non solo pasta) e l'efficientissimo servizio dei volontari e mezzi al seguito? Ripetute "defezioni" e la concomitanza con l'Alta Valle del Tevere (a cui hanno partecipato Giovanni e Assuero di Roma, Carlo di Canino (VT) e Pio di Osimo) mi hanno ridotto ad essere il solo partecipante del Gruppo, ma non solo. Infatti mi sono aggregato con gli amici della Carifano, molti dei quali hanno uno stile ciclistico molto simile al nostro, e così in piacevolissima compagnia ci siamo gustati le colline dell'entroterra senigagliese. La salita un po' più impervia dell'unico monte, Montecarotto, ha messo un po' in difficoltà Gianni di Fano.

Da buon senzafretta sono rimasto con lui fino all'arrivo, mentre i sui compagni di squadra ci anticipavano irresistibilmente attratti dal menù del giorno: penne all'anatra, pennette al fumè, piadine variamente farcite, bibite, vino, birra alla spina e per concludere spumante e gelato.
Oltre alla cura dei particolari (persino le tovaglie e gli arredi floreali al pasta-party) è sicuramente anche la formula scelta a dare sempre più affermazione numerica a questa autentica festa del ciclismo: targa ai primi tre arrivati e poi premi elefantiaci alle società. Ciò contribuisce sicuramente ad un pedalare più partecipativo e meno agonistico. Venite, il prossimo anno, e vedrete.
Dopo vi sarà difficile tornare a manifestazioni dove prima vi prendono un sacco di soldi, poi si dimenticano completamente di voi che pedalate in fondo, molto in fondo.