I percorsi della Gran Fondo del Conero
26 marzo 2000

 

Planimetria ufficiale dei percorsi

 

Partenza, Marcelli-Loreto

Punto di ritrovo e partenza è la fine di Via Bologna, in prossimità del parcheggio, dove Speed Pass Pretelli posizionerà il suo punto di rilevamento.
Si parte verso il mare e dall'ampio curvone che delimita la foce del fiume Musone non si può far a meno di vedere Loreto con il suo inconfondibile profilo: la cupola ed il campanile della Basilica.


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                Loreto con il campanile e la cupola emergenti dalla mole del Palazzo Apostolico

Lungo poco più di 5 km., il lungomare termina con un cavalcavia sopra la linea ferroviaria Ancona-Bari. Passando sul cavalcavia è interessante guardare sulla sinistra per vedere l'ex stabilimento Montecatini: una struttura in cemento armato opera di Perluigi Nervi. Ancora in piedi, nonostante decenni di totale abbandono, è in attesa di essere trasformata in un museo della marina o qualcosa del genere. Al primo incrocio, cento metri dopo o poco meno, si cambia strada girando sulla destra.

Si va su verso Montorso, una collinetta, quasi un antipasto con i suoi 1300 mt. di salita e pendenza massima attorno il 6-7%. Un breve tratto di ripida discesa porta sul raccordo autostradale, che si imbocca girando ancora a destra verso Loreto e ci si immette sulla S.S.77.
Si scende ancora un po', poi molto gradualmente la strada diventa pianura e poi leggera salita fino al curvone a destra dove termina il tratto a doppia corsia.
Qui inizia l'ascesa verso il centro di Loreto; sono quasi 2 km., ben pedalabili con un tratto centrale appena più impegnativo. La salita termina ai piedi della rampa di Montereale, che verrà affrontata dopo. Al momento si prosegue prima avanti dritto e poi a destra, girando attorno alle mura, per arrivare in Piazza della Madonna, che si raggiunge attraverso un ampio portale.
Qui termina la parte di percorso ad andatura controllata, che dovrebbe consentire di arrivare sin qui tutti insieme (!?!). Si fa dietro-front e Monsignor Comastri e Suor Paola, opinionista di Quelli del Calcio, daranno il via. Potrebbe darsi che, in alternativa a far dietro-front, si imbocchi il corso per comunque ritornare sulla S.S. 77, ai piedi della salita di Montorso.

 

Loreto-Recanati-Sambucheto

La salita di Montorso è una rampa dritta, lunga 500 mt. e quasi tutta visibile al primo colpo d'occhio, insomma una rampa di... lancio per gli agonisti alla conquista delle prime posizioni o rampa di... sgancio per noi tranquilli, nel senso che già da qui lasciamo il grosso dei partecipanti.
Aumenta progressivamente di pendenza fino ad un massimo dell'11-12% per poi addolcirsi in vista dello scollinamento.
Perciò, guardando la foto, non si tratta di scendere fin giù alla piazzetta, ma di salire oltre al punto di ripresa fotografico posto all'incirca al termine della massima pendenza.
Dopo lo scollinamento ci aspetta una discesa seguita da due altri "dossi" e poi ancora discesa, molto veloce e senza curve, fino agli "Archi di Loreto". Non è una località vera e propria, ma prende la denominazione da una antica mura con archi posta sulla sinistra.
La strada riprende subito a salire, prima in modo un po' repentino poi più pedalabile, ma diventa leggera discesa prima dell'incrocio con la strada detta "dei paletti". E' qui che inizia, molto gradualmente, la salita di Recanati.

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       La vera zona di partenza è laggiù   

Sono 4 km. di pendenza abbastanza costante che attraversa la periferia sud della città. Quando finiscono le case si passa davanti all'ospedale (sulla destra) e la salita termina poco dopo il curvone del Colle dell'Infinito, sempre immerso nel verde dei pini secolari, forse gli stessi che ispirarono l'anima poetica del Leopardi.
Si prosegue all'esterno delle mura della città, lungo la passeggiata preferita dai recanatesi, e si è già in discesa.

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             la torre civica ed  il viale lungo le mura di Recanati, luogo di passeggio dei recanatesi

All'incrocio successivo si lasciano le mura e, rimanendo sulla S.S.77, si gira a sinistra in direzione Macerata. Dopo una serie di curve, fra cui un paio di ampi tornanti, si arriva alla parte finale della discesa, molto più lineare e veloce.
Raggiunto il ponte sul "Fosso dei cani" (così è conosciuto negli ambienti ciclistici locali) seguono un paio di lunghi dossi e la discesa termina nei pressi dell'incrocio con la S.S.571, detta "Regina", ma si continua sulla S.S.77, sempre in direzione Macerata. Ancora tre km. di pianura e il primo ristoro è raggiunto in località Sambucheto o almeno così dovrebbe essere.
Ricordo che lo scorso anno, nonostante la nostra posizione abbastanza arretrata, era fornito di ogni ben di Dio e lasciarlo, per riprendere la pedalata, fu un vero dispiacere. Due chilometri dopo, passata la località S.Egidio, i percorsi si separano.

 

Corto: Sambucheto-Montecassiano-Montefano-Padiglione di Osimo

Chi fa il percorso corto deve lasciare la S.S.77 e, girando, a destra imboccare una strada secondaria, molto larga ma dal fondo stradale imperfetto, che con un paio di chilometri di pianura e dolce salita, termina nella statale SS.361. Si gira ancora a destra (praticamente è da qui che inizia il ritorno verso Marcelli) in direzione di Montecassiano, che si raggiunge dopo meno di un chilometro, sempre di salita. Appena si tira un po' il fiato nel passaggio fuori le mura del paese e poi si riprende a salire per un altro chilometro.
Con una bella discesa, lunghi rettilinei, ma anche un paio di tornanti (il primo a destra), si raggiunge il classico ponte che, come quasi sempre accade fra le nostre colline, corrisponde alla fine della discesa e l'inizio della successiva salita per Montefano.
Si va su abbastanza regolari con una pendenza media attorno al 4-5% per 4,5 km. All'uscita dell'abitato la strada torna in discesa e sulla destra si può ben vedere il Castello di Montefiore o più esattamente la possente torre che è rimasta a sfidare i secoli. Si scende con ampi curvoni ed un paio di tratti in falsopiano che rallentano la "cavalcata" verso la sottostante pianura dove placido scorre il fiume già attraversato subito dopo la partenza, il fiume Musone. La discesa termina in località Passatempo allorchè si attraversa il ponte sul "Fiumicello" un affluente del Musone. Circa 4 km. di pianura e l'attraversamento del ponte sul fiume Musone anticipa di poco l'incrocio semaforizzato del Padiglione di Osimo, probabilmente il primo semaforo della giornata.

L'incrocio è fra la SS.361 che stiamo percorrendo e la Provinciale Valmusone che corre quasi parallela al fiume. Se si girasse a destra si passerebbe davanti al Santuario di Campocavallo e si potrebbe arrivare a Marcelli con circa 17 chilometri di sola pianura, ma il menù preparato dagli Organizzatori è ben diverso. E' qui al Padiglione che i due percorsi si ricongiungono.

 

Lungo: Sambucheto-V.Potenza-Chiesanuova-Troviggiano-Cingoli

Salutati gli amici che vanno per il corto, si prosegue in pianura lungo la SS.77 fino all'incrocio di Villa Potenza. In questo punto la strada fa un'ampia curva  a sinistra verso Macerata, mentre la SS.361 che si incrocia sulla destra prosegue proprio davanti a noi in direzione di S.Severino Marche. Imboccata questa strada, dopo appena 700 mt., girando di poco sulla destra ci si immette sulla provinciale per Cingoli.
Con un lungo tratto di falsopiano (son quasi 13 km.), intervallato da un paio di corte e leggere discese, si va da quota 99 di Villa Potenza a quota 313 della località Grottaccia, annunciata da una rampetta di un centinaio di metri, quanto basta per cominciare a sentire la salita. La strada torna in pianura per poi risalire di nuovo, ma son solo 700 mt., solo un "avvertimento". Si riscende subito con un tratto molto veloce fino al ponte sotto la collinetta di Troviggiano che viene raggiunto con 1 km. di salita.
Lo scorso anno un ristoro era posizionato subito dopo il ponte, una posizione un po' infelice perchè troppo a ridosso della salita. Raggiunto Troviggiano ci aspetta un altro chilometro in veloce discesa ed al ponte successivo in località Calandrone inizia la salita di Cingoli dal versante più ostico, lunga quasi 5 km. con appena un tratto centrale di recupero. In alto a sinistra si può già vedere l'abitato Colle S.Valentino, inconfondibile per il campanile della chiesa, e valutare ad occhio la pendenza della strada stretta fra le case.

cingoli.jpg (29451 byte)               le case ed il campanile di Colle San Valentino, dietro sulla sinistra Cingoli


E' questo passaggio forse il punto più ripido della salita, diciamo 9-10%, che poi un po' addolcisce fino alle curve finali dove un altro pezzo al 9% si fa ben sentire. Appena la strada comincia a spianare è posto il controllo Speed Pass e subito dopo si incrocia la SS.502. La Cima Coppi della Granfondo è raggiunta! Si gira a sinistra e, lasciando alle spalle il lungo rettilineo che porta al centro di Cingoli, detto per la sua posizione "il balcone delle Marche", ci si lancia giù in direzione di Jesi.

 

Lungo: Cingoli-Villastrada-S.Vittore-Casenuove-Padiglione di Osimo

Con 4 km. di bella e curvilinea discesa si arriva a Mummuiola.
Attenzione!! Si deve lasciare la SS.502 con una secca "virata" sulla destra ad angolo retto per infilarsi fra le case e girare poco dopo sulla sinistra, oltrepassare l'abitato di Strada (più conosciuta con il vecchio nome di Villastrada) ed immettersi nella provinciale per Filottrano. Siamo a quota 353 e per arrivare a valle c'è ancora da scendere, ma aspettatevi un po' di "mangia e bevi", dove le bevute comunque prevalgono sulle mangiate.
Attenzione!! Dopo circa 8 km., appena oltrepassato il dosso che costeggia un piccolo cimitero, si cambia di nuovo strada: a sinistra, in contropendenza, quasi a tornare indietro. Si scende sino all'immancabile ponte per risalire subito dopo con una rampa di 300 mt. decisamente impegnativa che sbocca nell'incrocio di S.Vittore. Qui si gira a destra verso Osimo.
Da qui a Castelrosino potrebbe essere un tratto molto scorrevole, ma il fondo stradale è veramente pessimo e l'altimetria, prevalentemente in falsopiano a scendere, nasconde un'insidia: una piccola rampa di una cinquantina di metri ben nascosta dietro una curva. Se non si è svelti a manovrare sul cambio è inevitabile "impiantarsi".
Dopo Castelrosino si attraversa la SS.362 e ci si immette nella Provinciale Valmusone che corre lungo il fiume Musone. Un po' di pianura è quanto di meglio ci sia per riscaldare i muscoli in preparazione all'impegnativo gran finale. Appena un paio di dossi in curva e controcurva e dopo circa 8 km. si attraversa la frazione delle Casenuove, dopo altri 7 si arriva all'incrocio semaforizzato del Padiglione di Osimo e, girando a sinistra, il percorso lungo si ricongiunge al corto.

 

Padiglione-Osimo-Osimo Scalo

Siamo di nuovo sulla SS.316 ed Osimo, adagiata nella sua doppia collina, ci si presenta dal lato urbanisticamente più sviluppato, ma con il suo inconfondibile profilo deturpato da una costruzione, chiamata in loco "il grattacielo", alta quanto il campanile della vicina chiesa di S.Marco. E' da presumere che in passato il profilo cittadino avesse un aspetto più turrito, tant'è che nello stemma della città ci son ben cinque torri ed anche due leoni (da guardia?).

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                 Osimo (il grattacielo è fuori campo) e, a sinistra, la rampa d'inizio salita

La strada inizia a salire con molta gradualità e la rampa da affrontare è in piena vista. Son circa 500 mt. e nel suo punto più ripido dovrebbe raggiungere il 13% di pendenza. Non vi dico la mia abituale velocità di ascesa su questa rampa che trovo spesso alla fine delle mie uscite domenicali, invece vi dirò che in discesa vi ho raggiunto la mitica velocità di 81 km/h.. Forse ai più "corsaioli" non farà effetto, ma io non ho più avuto nè il coraggio nè la combinazione giusta per scendere altre volte a velocità così folle.
Superata la rampa, la pendenza si addolcisce e si può rimprender fiato per affrontare il successivo tratto di circa 1,5 km. meno impegnativo, ma che si fa sentire.
La SS.361 attraversa l'abitato di Osimo dividendo praticamente in due la città: a sinistra la parte vecchia, a destra la parte nuova. Il percorso della granfondo non prevede il passaggio nel centro storico (peccato!), per cui si oltrepassa la "curva dello scaricatore", dove fa bella mostra di sè un contestato maxi-parcheggio saldamente (?) fondato su decenni e decenni di scarico calcinacci, ed al semaforo posto sul dosso all'incrocio del "Crocifisso" si prosegue dritti verso Ancona. La strada scende con una serie di ampie curve e 600 mt. dopo, nel parcheggio antistante il bar Colombo (luogo di partenza domenicale di noi ciclisti locali), dovrebbe trovarsi l'ultimo ristoro o almeno così era lo scorso anno.
Rinfrescati e rifocillati, si riparte in direzione di Ancona ed all'incrocio dopo un altro semaforo si lascia la SS.361, che descrive un'ampia curva costeggiata da una costruzione recente disposta a semicerchio e chiamata "il colosseo", e si va dritti verso Osimo Stazione. Lieve dosso ed ancora discesa, inframezzata da un rettilineo un po' a salire giusto quanto basta per frenare l'abbrivio.
Alla fine della discesa un semaforo regola l'attraversamento della SS.16 Adriatica, che per l'appunto si attraversa. Poi si scavalca la ferrovia Ancona-Bari e l'autostrada A14.
Questo tratto di strada termina nella "via degli zingari", ora ribattezzata Direttissima del Conero. Qui i percorsi tornano a dividersi: chi fa il corto deve girare a destra, chi fa il lungo va a sinistra per il "gran finale".

 

Corto: Osimo Scalo-Coppo di Sirolo-bv.Sirolo/Numana

Girando a destra ci si immette sulla Direttissima in direzione Sirolo e, dopo un tratto di 3,5 km. quasi pianeggiante, si arriva ai piedi della salita del Coppo di Sirolo, lunga poco meno di un chilometro. Un breve strappo ripido (100 mt.), un po' di recupero, poi la pendenza gradualmente si accentua, ma la salita è praticamente tutta in vista, per cui è facile dosare le forze per arrivare a scollinare. A seguire, un paio di chilometri di "mangia e bevi" ed al bivio semaforizzato di Sirolo/Numana, dove i percorsi si ricongiungono, si gira a destra verso Numana.

 

Lungo: Osimo Scalo-Angeli-Monteacuto-Poggio-Sirolo-bv.Sirolo/Numana

Avendo girato a sinistra, si prosegue lungo la Direttissima per circa 4 km. quasi pianeggianti fino all'incrocio con la salita degli Angeli, una strada attualmente a traffico limitato e della giusta pendenza per rimettere bene in moto le gambe. La salita termina all'Arco degli Angeli, che proprio arco non è. Si tratta infatti di una casa con un grande portale che l'attraversa da parte a parte, appunto per far passare la strada. Ora è stata costruita una variante e sotto l'arco non si transita più. Da questa piccola sommità si scende in picchiata lungo un bellissimo rettilineo, che sarebbe ancor più bello se il fondo stradale fosse migliore.
Ritornati in pianura, si oltrepassa lo Stadio del Conero e l'incrocio per Varano, dove si transitò lo scorso anno, ed all'incrocio successivo si gira a destra, subito in salita verso Montacuto. Attenzione! La salita è proprio subito subito!
Non so descrivervi questa salita che è accuramente evitata nei nostri giri domenicali e non credo che ciò dipenda dal solo fatto che si passa davanti al Carcere Mandamentale di Ancona. Ho sentito parlare di 2 km. al 15%, ma non mi pare possibile. Probabilmente il 15% sarà la punta massima lungo una salita indubbiamente molto impegnativa, perchè punta dritta verso il Monte Conero. Questa salita evita di passare attraverso la periferia di Ancona per arrivare alla strada Panoramica del Conero e si innesta su questa strada nei pressi del Monte dei Corvi. Si gira quindi a destra e si va verso Portonovo.
Questo è un tratto veramente panoramico e meriterebbe qualche sosta per gustare delle bellissime vedute sul mare. Unico guaio è che il mare è a sinistra e bisogna attraversare la strada, normalmente molto transitata. Superato il bivio di Portonovo inizia la salita del Poggio, che descrivendo un ampio curvone a destra, quasi a tornare indietro, permette di dare un ultimo sguardo al mare prima che venga nascosto dalle propaggini del M.Conero.


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       Il Monte Conero ed a sinistra dove finisce la macchia boscosa, illuminato dal sole, il Poggio
 
Questa salita, abbastanza pedalabile, è lunga meno di tre chilometri e termina dopo il passaggio di due viadotti, dai quali (se la giornata è limpida) si può vedere Cingoli (per contro da Cingoli si vede il Monte Conero grossomodo come appare nella foto) ed, oltre, i Monti Sibillini, dove il 16 luglio si passerà appunto con la Granfondo dei Sibillini.
Da qui la strada costeggia il monte al di sotto della macchia boschiva, con un andamento molto curvilineo e prevalentemente in leggera discesa. Per fare velocità bisogna pedalare. Più o meno un chilometro prima di Sirolo, in località Fonte d'Olio, sulla sinistra c'è l'unica strada asfaltata che sale in vetta al Monte. Purtroppo non c'è un'altra strada per scendere, così questa salita non potrà mai essere inclusa nel tracciato della granfondo.
Arrivati a Sirolo si continua a scendere e si passa dritti sul bivio semaforizzato di Sirolo/Numana dove i percorsi si riuniscono definitivamente fino al traguardo.

 

Bv.Sirolo/Numana-Taunus-Marcelli, arrivo

Oltrepassato il semaforo si scende verso il porto di Numana per poco più di un chilometro ed alla fine della discesa, anzichè andare al porto, si deve proseguire transitando sul ponte. Naturalmente per non smentire la regola che dopo il ponte vien sempre la salita, si affronta l'ultima asperità della giornata. Son solo 600 mt. ed, arrivando ben lanciati, si riesce a fare la prima curva d'abbrivio, ma nelle due curve seguenti occorre spingere sui pedali contro una pendenza del 6-7%. Dopo lo scollinamento in prossimità della località Taunus, localmente conosciuta come "villaggio dei tedeschi" per via delle villette costruite sulla collinetta ad iniziativa di turisti d'oltralpe che son rimasti così incantati dal posto da metterci su casa, si arriva alla rotonda "macchiavellica", nel senso che non è una rotonda standard di tipo francese. Qui i progettisti hanno dato libero corso alla propria fantasia per creare corsie differenziate, per cui bisogna stare particolarmente attenti e trovare la giusta corsia, quella che si immette sullo stradone di Marcelli. Per intenderci, lo stradone rimane sulla sinistra rispetto alla strada da cui si sta arrivando. Questo è il penultimo rettilineo, un po' a scendere, e dopo un paio di curve (la prima è un incrocio su cui occorre svoltare a destra, la seconda invece è a sinistra e richiede attenzione) si oltrepassa il semaforo ed... ecco il rettilineo finale. Peccato, la granfondo è già finita!

Pio dei Senza Fretta    

    

La Riviera del Conero - 164 kb.

    


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