GRUPPO DEI SENZA FRETTA
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X COLLI DEI SENZA FRETTA
Riccione, 7/8 ottobre 2000

QUASI-RELAZIONE
dell'incontro-chiacchierata del sabato pomeriggio

 

Come da programma l'incontro-chiacchierata, da alcuni pomposamente definito 1° Meeting dei Senza Fretta, è avvenuto in una saletta messaci a disposizione dall'Hotel Sarti.

PANORAMICA GRANFONDO ITALIANE

Dopo le presentazioni, Pio ha diffusamente riferito riguardo gli ottimi rapporti intrattenuti con vari organizzatori di granfondo e dell'approccio con l'Assofondo, non proprio aderente alle aspettative. Tant'è che, come ha riferito Fulvio, la Saronni facente parte del circuito Master-Assofondo non è stata per nulla un'esperienza piacevole, diversamente dal Giro del Lazio, dalla Barilla (previo un "serrato confronto" sui tempi massimi) e dalla Majella (sul percorso corto) dove siamo stati adeguatamente assistiti. Per contro è anche vero che la nostra partecipazione al Master è stata microscopica.

Stefano ha elogiato la Mediofondo Brugnettese ed ha, poi, posto l'accento sul fenomeno "buco" che la nostra presenza comporta in alcune manifestazioni, dove gli organizzatori ci vedono ben volentieri, ma dove la scarsa presenza di altri ciclisti tranquilli determina un distacco abissale fra noi e chi immediatamente ci precede.

Sergio ha fatto notare che alla Sibillini non si sono verificati distacchi enormi, ma Pio ha spiegato che ciò è dipeso unicamente dal fatto che i ciclisti arrivati mezz'ora prima di noi sono rimasti fermi a lungo dopo Montemonaco, in attesa del carro-scopa (che ovviamente era con noi) per caricare la bici di un loro compagno caduto.

Giovanni ha parlato della Nove Colli come manifestazione a cui partecipare almeno una volta nella vita (poi però ci si prende gusto).

Elogio corale per il Giro della Romagna ed a seguire una bella lista di granfondo dove siamo stati trattati veramente bene, in alcune quasi "viziati": Gran Fondo del Conero, Tre Passi Umbri, Città di Lugo, Monti Sibillini, Alte Valli del Potenza, Alta Valle del Tevere e Granfondo Marchigiana.

GRANFONDO ALL'ESTERO

Fulvio ha riferito della sua fantastica esperienza all'Ardechoise, dove la maggior parte dei partecipanti (oltre 12.000) è senza fretta per davvero e tutto l'evento è una grande festa. Gli agonisti? Boh, forse ci sono anche loro.

Aldo, dopo aver accennato alla Roma/quasi-Bergamo ed ai problemi incontrati a causa di una organizzazione assolutamente disinteressata agli ultimi, ha raccontato di una granfondo in Svezia di circa 300 km. ben adatta a "ciclisti normali".
Altrettanto bene ha riferito Vincenzo riguardo una Parigi-Roubaix di un paio d'anni fa. Aldo ha poi dato notizia di una interessante maratona ciclistica di ben 500 km. che il prossimo agosto si svolgerà molto a nord, all'incirca dove si incontrano i confini di Svezia Norvegia e Finlandia, con particolari modalità organizzative, ad esempio i ciclisti si suddivideranno in gruppi a seconda della velocità media prescelta. Sembra comunque che anche la massima velocità prevista non abbia nulla a che vedere con le medie professionistiche a cui si assiste oggi in Italia. 

Ha trovato perciò comune convinzione che, all'estero, il cicloturismo sia praticato in modo diverso che da noi, anche nelle granfondo o prove di durata. Ci si è domandato se sarà l'Italia ad adeguarsi al contesto europeo o se sarà l'agonismo a dilagare dall'Italia verso il resto dell'Europa.

ALTRE CONSIDERAZIONI SULLE GRANFONDO

E' convinzione di Pio che la stampa italiana del settore ciclistico contribuisce al peggioramento della situazione enfatizzando l'agonismo dei primi e "spingendo" gli altri verso una specie di ciclismo ultraspecialistico, che richiede materiali sempre più al top e capacità fisiche raggiungibili non solo con l'allenamento, ma anche con l'uso di costosi e specifici accorgimenti d'alimentazione e di preparazione. Un modo insomma per creare mercato alle aziende che non per nulla su tali riviste fanno pubblicità.

Ci si è ritrovati concordi nel riconoscere che, nonostante le nostre speranze ed il nostro messaggio (forse più recepito da alcuni organizzatori che dagli stessi ciclofondisti), le granfondo con un basso numero di partecipanti stanno perdendo i ciclosportivi più tranquilli e stanno diventando gare agonistico-amatoriali a tutti gli effetti.
La spirale "degenerativa" innescata è evidente: meno ciclosportivi partecipano e più la manifestazione diventa agonistica, più aumenta l'agonismo e meno ciclosportivi partecipano.
Diversamente, alle prove di fondo con alto numero di partecipanti, dove per intenderci non si rimane soli alla prima curva ed i servizi funzionano sino al passaggio degli ultimi, la presenza dei ciclosportivi è in aumento e càpita di trovare ciclisti che vanno anche più tranquilli di noi.
Discorso a parte per le prove con partenza alla francese, dove non occorrono grandi numeri per trovarsi in buona compagnia.

Qui si è sentita la mancanza di Roberto di Bologna, Primo di Lugo e Bruno di Cotignola che oltre a parlarci dell'esperienza Maratona delle Dolomiti avrebbero potuto meglio spiegarci il fenomeno delle "pedalate con partenza alla francese", molto diffuse in Romagna. Sembra che ce ne siano anche più di una ogni domenica e che ottengano molto gradimento per l'iscrizione possibile la mattina stessa, la scelta fra diversi percorsi ed i ristori con specialità locali.

Con un accenno alla particolare formula dell'Eroica ed alla fantastica esperienza vissuta, Pio si è anche rammaricato dell'assenza dei senzafretta toscani Loredana, Mario, Eva, Daniele e Valerio.

RANDONNEE', BREVETTI, PEDALATE AUTOGESTITE E GIRI A TAPPE

Aldo, meno interessato alle granfondo, ha ricordato il randonnèe di Modena. Al che Pio ha fatto eco sintetizzando le regole di queste prove ciclistiche e concludendo che, mancando assistenza, ristori e segnalazione del percorso, è come farsi praticamente un giro per conto proprio con in più l'obbligo di rispettare dei luoghi e degli orari di passaggio.
Nuovo argomento introdotto da Aldo è stato quello dei brevetti permanenti da poter pedalare liberamente ed in autonomia nell'arco di un tempo predeterminato anche molto lungo, tipo la Traversata delle Alpi (45 passi in 3 anni) ed il Brevetto delle Cinque Terre. Un ciclismo assolutamente libero e da organizzare in autonomia, ma "sfruttando" percorsi già ben studiati dai promotori del brevetto e con in più l'attestazione della "conquista" compiuta.

Senza attestazione ma documentati da cartografia e foto pubblicate sul suo sito personale, Paolo ha raccontato dei suoi "giri solitari" nelle Alpi svizzere accuratamente studiati e realizzati con la collaborazione fotografica e supporto logistico della moglie Loredana.

Fulvio ha speso parole di elogio per il Giro delle Dolomiti, a tappe, organizzato in modo realmente cicloturistico ma impegnativo come le granfondo. Un'impressione ricavata dall'averne pedalato le prime due tappe. Al che Sergio ha replicato ricordando le due tappe del Giro del Friuli, quest'anno per la verità pedalato ad andatura un po' più sostenuta, ma anche con partecipazione di ciclisti assolutamente impreparati che ovviamente si sono trovati in difficoltà, concludendo che un minimo di preparazione per ciò che si intende fare deve pur esserci.

Dopo i racconti, gli aneddoti e l'analisi del passato si sono abbozzate alcune ipotesi per il futuro.

PREMESSA SUL PROSSIMO FUTURO

E' evidente che il Gruppo, per la sua stessa natura di totale libertà partecipativa, è soggetto ad un ricambio degli aderenti molto accentuato, ma che comunque ci sono ormai delle adesioni numericamente stabili strategicamente distribuite (per pura combinazione) in ambito nazionale: zona milanese, zona romagnola, zona pisano-fiorentina, zona fano-anconitana e zona romana.
Inoltre il Gruppo, pur essendo nato nell'ambito delle granfondo (ovvio punto di partenza per la comodità di trovare la "pappa fatta") comincia a sentire l'esigenza di diversificare l'attività ed è reale la possibilità di organizzare qualcosa in proprio.

Ci si è quindi chiesto: "Val la pena di continuare a sensibilizzare gli organizzatori e frequentare le granfondo?"
Una prima risposta potrebbe essere: "Si, finchè comunque ci divertiamo.", ma il discorso è aperto: va oltre questa banalità espressiva e va oltre il semplice desiderio di continuare a diffondere la nostra idea di fare gruppo, aiutandosi reciprocamente per arrivare tutti insieme.

MANIFESTAZIONI NAZIONALI E ZONALI

Sul piano concreto ci si è posti l'obbiettivo di essere più numerosi alle manifestazioni prescelte (selezionandole fra quelle che più si adattano al nostro stile), distinguendole in manifestazioni nazionali e "zonali".

Alle manifestazioni nazionali, due o tre, stabilite per massima convergenza d'interesse, si dovrebbe "fare l'impossibile" per  ritrovarsi tutti, possibilmente nello stesso albergo così da poter discutere gli argomenti al momento sul tappeto e sviluppare fra tutti un rapporto più diretto.

Alle manifestazioni definite "zonali", perchè prescelte localmente dai senzafretta della zona, ci si aspetta la massima partecipazione degli stessi e quindi realizzare fra loro una maggiore frequentazione. Ovviamente potranno partecipare anche senzafretta di qualsiasi altra zona, salvo nei casi di concomitanza con manifestazioni da partecipare nella propria zona.

Per gli appuntamenti nazionali si è pensato di ripetere nel mese di maggio la Giornata dei Senza Fretta in concomitanza con il Giro di Romagna, la manifestazione cicloturistica in assoluto più adatta a noi. L'hotel Tino di Massa Lombarda è già stato individuato come base logistica comune.
Un altro appuntamento potrebbe essere il Giro dei Monti Sibillini, nel mese di Luglio, oppure la Granfondo Barilla nel mese di giugno. Anche entrambi, così da vedersi più frequentemente nel periodo di stagione generalmente più bello (anche se quest'anno non è stato così) e più ricco di appuntamenti. La scelta definitiva verrà fatta sulla base delle proposte motivate che perverranno.

Gli appuntamenti zonali, scelti dai senzafretta locali, dovranno essere comunicati con sufficiente anticipo al coordinatore affinchè sia possibile provvedere alla pubblicazione sul sito ed all'attivazione dei contatti con gli organizzatori.

Perciò la pagina degli Appuntamenti 2001 sarà rinnovata e realizzata in più sezioni.   

APPUNTAMENTI SPECIALI, ESTERO, BREVETTI E PEDALATE IN AUTONOMIA

L'Eroica, in settembre, è stata proposta come appuntamento speciale. Occorrono bici anteriori al 1980 e si vorrebbero realizzare delle nostre maglie d'epoca in lana. Gli interessati dovranno cominciare subito a preparare il proprio mezzo e prenotare la maglia.
Dato l'interesse suscitato, si è pensato di cercare di organizzarsi per partecipare ad una manifestazione estera: Ardechoise o Svezia? Svezia da 300 o da 500 km.? Le domande rimangono aperte e si aspettano le risposte di chi vuol partecipare.

Inoltre per chi è vicino all'arco alpino potrà interessare il brevetto permanente della Traversata delle Alpi. Aldo, sfruttando magari il periodo delle ferie, ha proposto di farne una prima frazione. Il percorso è già stabilito dagli ideatori del brevetto, ma si tratta di organizzare tutta la logistica.
Si potrebbe anche pensare al brevetto delle Cinque Terre, ma in questo caso si dovrà utilizzare un periodo diverso, sia per evitare i prezzi dell'alta stagione sia per non trovarsi a pedalare nel caos estivo.

Anche Umberto, tramite Pio, a prescindere dai brevetti, ha proposto un ciclismo più turistico e di scoperta del territorio con frequenti soste per visitare ciò che si incontra strada facendo. Insomma delle belle pedalate anche di più giorni ed in completa autonomia, tipo la sua pedalata Fano-Croazia e ritorno in traghetto. Giusto per cominciare si è fatto promotore di una due giorni da Fano a Sansepolcro e ritorno. Una proposta molto interessante, ma un po' troppo a ridosso della X Colli.

CONDOTTA DI "GARA" DEI SENZA FRETTA

Gara è stato scritto fra parentesi perchè, è risaputo, che i senzafretta non gareggiano, neppure quando partecipano alle granfondo. Càpita. però, che ci si ritrovi alla stessa manifestazione con livelli prestazionali molto diversi.

Frazionarsi fra senzafretta è incoerente con lo spirito di Gruppo? Qui la discussione è aperta, cominciando da alcune considerazioni.
Stare a stretto contatto di gomiti, soprattutto quando la velocità si fa molto bassa, non è certo il miglior modo di procedere. Si finisce con l'arrecare grave disturbo al normale traffico automobilistico ed aumenta considerevolmente il rischio di urtarsi e cadere. Inoltre, se qualcuno ha voglia di sgranchirsi un po' le gambe ed "allungare" (come si dice in gergo) o confrontarsi sportivamente con una salita, perchè tenerlo "prigioniero del Gruppo"?

A mo' di battuta, ma non troppo, si è ipotizzato di creare dei sottogruppi, tipo gli AVANTI ADAGIO, AVANTI MEZZA e AVANTI TUTTA, a cui assegnare ogni senzafretta secondo le proprie caratteristiche ed il livello di allenamento raggiunto. Niente di precostituito e di definitivo, giusto per creare dei riferimenti.

Distribuirsi in "sottogruppi occasionali" di due o tre unità può essere, ad esempio, utile per ridurre un po' il buco fra gli ultimi e chi li precede, con l'evidente vantaggio di far tener aperti i ristori ed i servizi per chi è più indietro. Oppure, non ha senso fermarsi tutti per un inconveniente meccanico accaduto a chi può agevolmente recuperare. Basterebbe che solo i più freschi rimangano con lui, mentre tutti gli altri potrebbero benissimo proseguire ad una comoda andatura d'attesa.

A seconda delle caratteristiche del percorso si possono stabilire, preferibilmente in corrispondenza dei ristori, ma non necessariamente, dei punti di ricompattamento. Oppure c'è il collaudatissimo sistema dei gemelli Vincenzo ed Enrico, che qualche volta se ne vanno al loro passo, ma quando la salita finisce tornano indietro e la ripetono con gli ultimi.

Regola fondamentale ed immodificabile è che nessuno rimanga mai abbandonato a sè stesso, soprattutto se in ultima posizione.

E' nello spirito del Gruppo "aggregare" strada facendo eventuali ciclisti tranquilli o in difficoltà, per arrivare tutti insieme al traguardo, ma ciò non dovrebbe portare tutto il Gruppo fuori tempo massimo, se sta regolarmente procedendo entro la tabella di marcia.
Difficile, però, dare una regola generale; le situazioni contingenti o di opportunità vanno valutate di volta in volta. Per questo sarebbe opportuno avere in ogni manifestazione un capogruppo come punto di riferimento, sia esso il responsabile di zona od altro senzafretta DOC. Ovviamente la sua posizione sarà sempre molto arretrata e l'uso dei telefonini risulterà sempre molto utile. Molto influirà anche la reale assistenza che gli organizzatori, opportunamente sensibilizzati, riserveranno di fatto alla coda della manifestazione.

Nelle pedalate organizzate in autonomia, sia per brevetti permanenti sia per semplice escursionismo, l'unico accorgimento sarà quello di evitare pericolosi "ammassamenti" e procedere in fila indiana od, al massimo, appaiati.      

CONCLUSIONE

Il coordinatore continuerà ad essere per tutti un punto di riferimento, ma è auspicabile che si crei un maggior rapporto diretto fra tutti i senzafretta e molto probabilmente per ogni zona o manifestazione verrà individuato un capogruppo in chi avrà più disponibilità e capacità organizzativa.

Questa quasi-relazione non è niente di conclusivo, ma semplicemente un punto di partenza per continuarne la discussione in un forum d'Internet che presto verrà attivato, grazie alla preziosa collaborazione di Luciano, il Forum dei Senza Fretta.

Al di là di ogni regolamentazione, lo spirito d'adesione rimane comunque di assoluta libertà partecipativa, per cui a nessuno viene richiesto di impegnarsi oltre ciò che scaturisce dal proprio personale piacere di partecipare alla vita di Gruppo, sia "virtuale" che diretta.

La segretaria             
anna@senzafretta.org       

     

(il presente documento, che verrà inoltrato agli organizzatori delle manifestazioni citate, è stato redatto "a memoria"; i partecipanti sono pregati di segnalare eventuali inesattezze od omissioni)


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