Sergio si domanda: che dire della X Colli dei Senza Fretta?

Come minimo che, come diceva la pubblicità, se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Grazie quindi a Pio ed Anna che ci hanno dato la possibilità di incontrarci, conoscerci e pedalare insieme. Essendo io uno degli ultimi arrivati, avevo avuto infatti la possibilità di pedalare insieme solamente con alcuni dei presenti. Quindi il pomeriggio del primo giorno è stato utilissimo, sia per confrontare le nostre esperienze ciclistiche, che per programmare la linea di condotta del gruppo per la prossima stagione e, cosa non secondaria, di provare la cucina del ristorante a cena.

Superate entrambe le prove sulle ali dell'entusiasmo e dopo aver scoperto l'esistenza di Gran Fondo all'estero non frequentate da invasati agonisti (grazie Fulvio), siamo andati a dormire con la consapevolezza che anche questa volta il tempo (meteorologicamente parlando) sarebbe stato dalla nostra parte, quella bagnata.

La mattina dopo, la facile profezia si avverava. Nuvole basse, cielo scuro, sembra dicembre, fa freddo ma non importa, dopo un'abbondante colazione siamo pronti alla partenza, che puntualmente avviene (e come poteva essere diversamente) senza fretta.

La cronaca della pedalata è già stata resa alla perfezione dagli altri. Posso solo aggiungere che Pio è riuscito, anche con la collaborazione di Paolo, per non dire complicità, a trasformare una tranquilla uscita in Romagna, in un qualcosa che De Zan definirebbe "l'epopea del ciclismo", in una classica del nord, a metà tra il Giro delle Fiandre (muri al 18%) e la Parigi - Roubaix (fantastico pavè viscido in discesa), condita con tentativi di sabotaggio di una gara di dilettanti, piovaschi sparsi e nuvole basse (giudicate dalle foto). Il risultato è stato un frazionamento del gruppo sulla strada del ritorno che si è quasi ricomposto solamente all'ingresso di Riccione, nonostante chi fosse davanti procedesse ai 15 all'ora (era troppo freddo per fermarsi completamente) per aspettare i compagni indietro. Comunque nonostante la durezza del percorso, il meteo avverso e gli ostacoli affrontati, aver avuto un solo disperso mi è sembrato più che soddisfacente come risultato generale. Una volta arrivati, messa in moto la macchina dei soccorsi, e placata così la coscienza, dopo una rigenerante doccia, siamo passati all'assalto della sala ristorante, dove siamo stati raggiunti in un secondo momento da Assuero, recuperato dai valorosi volontari del "soccorso senza fretta", che voci di corridoio avevano dato prossimo al confine con la Slovenia.

All'anno prossimo, sperando di essere ancora di più.

Sergio, sergiograziosi@yahoo.it
   


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