(un gruppo di fondisti contemplativi scrive a chi si occupa di assisterli in corsa)
("Cosa si prova a guidare il mitico carro-scopa?")

Sono il coordinatore del Gruppo dei Senza Fretta che, come ben sa, non è una squadra ciclistica ma un modo di ritrovarsi alla partenza delle granfondo, aperto a chiunque voglia pedalare in compagnia con l'obbiettivo di arrivare tutti insieme entro il tempo massimo. E' perciò per noi molto importante riuscire a creare il miglior rapporto possibile con i volontari del "fine-corsa".
Convinti come siamo che sono le riviste specializzate a fare cultura ciclistica, Le inviamo questa
lettera aperta ad un fine-corsa che vorremmo divulgare quanto più possibile.


  
       Se sei socio o comunque in contatto con una società ciclistica che organizza gran fondo, prima o poi qualcuno te lo chiederà, magari così: "Guidi tu il fine-corsa? Non c’è da far nulla, solo star dietro all’ultimo."

       Ebbene, fai attenzione. Ti sta proponendo di guidare il mezzo di fine-manifestazione (come più precisamente lo definisce il regolamento) o il carro-scopa, probabilmente il lavoro più evitato e "impegnativo" di tutta la manifestazione, che metterà a dura prova la tua pazienza e resistenza.
Perciò, prima di accettare, prova a guidare per decine e decine di chilometri a velocità costante di 18 km/h. Ti sembrerà di star fermo fino ad autoconvincerti che così non arriverai mai.
Ora, la velocità costante è solo teorica, e potresti anche raggiungere i 40-50 km/h in discesa, guidare in pianura a 20-25 km. (30 se hai il vento a favore), ma che effetto fa procedere in salita a 10, 8 e persino 6 km/h?
In più, immagina che devi far attenzione a non investire quei "dannati" ciclisti che ti stanno davanti e che non vogliono proprio saperne di "attaccarsi e farsi portar su". Nei tratti veramente duri, potrai anche vederli soffrire un po’, ma è più probabile che potresti sentirti beffato dal loro tranquillo pedalare, chiacchierare e magari sostare per ammirare il panorama e scattare una foto. "Ma che razza di corridori sono questi?" e vorresti accelerare e lasciarli lì, abbandonati al loro destino.

       Qui sta l’equivoco. Gli ultimi delle granfondo non sono corridori, ma grandi pedalatori. Sono capaci di sforzi contenuti, ma prolungati, e sanno così ben distribuire le proprio energie da giungere sempre (o quasi sempre) al traguardo. Per loro una prova di fondo è la pura soddisfazione di "avercela fatta", il piacere di una sana giornata in bicicletta, spesso molto impegnativa, ma in luoghi diversi dai soliti e possibilmente in buona compagnia.
Anche per te può essere una giornata diversa dalle altre: i paesaggi e le bellezze della natura ci sono anche per te. Lascia che i ciclisti si "arrampichino" a modo loro ed ogni tanto fermati.
Distendi lo sguardo su tutto ciò che di bello ti circonda. Utilizza il ristoro più rifornito per organizzarti un bel pic-nic. Per qualche ora, regola la tua vita su di un ritmo lento e pacioso. Riscopri il piacere della quiete, non dell’ozio. Puoi raccogliere i cartelli, "coprire" gli incroci più pericolosi, andare un po’ avanti ad assistere altri ciclisti non ultimi e magari essere tu a scattar la foto agli ultimi quando ti farai raggiungere.

Carlo di Roma ed il fine corsa di Appeninika 2000 (57419 byte)

Se hai dei bambini dell’età giusta, portali con te: loro si divertiranno e tu potrai goderteli come non mai.

       All’arrivo si potrà festeggiare tutti insieme ed anche a te sembrerà che la giornata, dopo tutto, è finita... troppo in fretta!

Pio Renato Sbaffo       
Coordinatore del Gruppo
 

(pubblicata su Ciclismo di feb.2001 pag.18-20 e Cicloturismo di mar.2001 pag.4)
Ciclismo ha pubblicato anche la parte in corsivo, ma non la foto.
Cicloturismo ha evidenziato il "pezzo" con i titoli fra parentesi e la foto.  


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