Preg.mo Sig.Direttore,
mi sono iscritto al Master ed ho partecipato al Giro del Lazio proprio per il regolamento
"senzafretta" che l'amico Elvezio aveva predisposto. Purtroppo le cose sono
andate diversamente ed ho scritto ad Elvezio questa lettera aperta, fiducioso che venga
pubblicata unitamente alla sua risposta, che son certo non mancherà di mandarVi dietro
Vostra richiesta.
Caro Elvezio Pierandi,
archiviato il Giro del Lazio, devo riconoscere che abbiamo perso.
Innanzi tutto abbiamo perso la pazienza e questa è la cosa che personalmente mi è
spiaciuta di più, ma in senso più ampio abbiamo perso la speranza. Con grande rammarico
dobbiamo prendere atto dell'inarrestabile trasformazione delle gran fondo da prove di
durata a gare di velocità in linea, per corridori di professione. Perchè, vedi, non
basta un Presidente lungimirante o "comprensivo" che regolamenti un tempo
massimo cicloturistico, occorre che la mentalità di tutti i collaboratori e dell'ambiente
in cui si svolge la manifestazione sia aperta tanto al ciclismo più competitivo quanto al
ciclismo più tranquillo, fatto da coloro che affrontano gli stessi duri percorsi dei
primi, ma con il puro spirito di farcela ad arrivare fino in fondo.
Sia chiaro, la maggior parte dei tuoi collaboratori si è comportata in modo esemplare ed
abbiamo avuto piena assistenza fino a pochi chilometri dall'arrivo, ma non trovare il
pasta-party e sentirsi dire, arrivando ben un'ora PRIMA dello scadere del tempo massimo,
"chi tardi arriva, male alloggia" è stata una provocazione troppo forte, ma ti
chiedo scusa per la reazione sicuramente eccessiva.
Lo spostamento della partenza alle ore 9,00 è certo azzeccata per far affluire più
cicloamatori locali e garantire un buon successo numerico, ma rende molto più difficile
gestire la transitabilità delle strade ed, ancor peggio, accentua l'effetto di dover
assistere noi ciclotranquilli per un'intera giornata. Un'intera giornata? Troppo!
La conseguenza per noi è: o percorso corto o niente!
Riguardo poi al tuo pensiero che il nostro arrivare ultimi sia calcolato per far notizia e
far parlare di noi, ti assicuro che non è così. Sicuramente ci fa piacere che ne parli e
che ciò spinga gli incerti a partecipare ed aggregarsi, ma noi non vogliamo rubare nulla
a chi pedala a testa bassa per vedere prima possibile lo striscione d'arrivo. Da parte
nostra vorremmo invece poter vedere anche tutto quello che ci sta in mezzo, fra la
partenza e l'arrivo. Purtroppo non ci riusciamo più.
Per contenere i malumori, ci siamo messi a correre (per quanto possibile) pure noi. Ecco
perchè al Giro del Lazio ed in molte altre manifestazioni simili non torneremo. Se
mettere insieme 1200 partecipanti in un bacino d'utenza come Roma è per te motivo di
soddisfazione ti domando: "E le altre migliaia di praticanti? Saggiamente mettono da
parte i soldi per andare alla Nove Colli?".
Provocazione a parte, con buona pace per tutti, in futuro saremo molto più accorti nel
selezionare le poche VERE gran fondo rimaste, dove poter ritornare all'andatura senza
fretta di una volta, più consona al nostro modo di intendere la bici, stupendo mezzo di
aggregazione e di vita.
Pio Renato Sbaffo, coordinatore del Gruppo
dei Senza Fretta.
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