Ricordo
di mio padre, Nello Sbaffo.
Son già tre giorni che non c'è più,
ma non riesco a crederci. Se ne è andato all'improvviso, silenziosamente, nella
notte. Aveva 82 anni ed ha lasciato una vita di piccole grandi cose ed un immenso
vuoto.
E' lui che mi ha insegnato ad andare in bicicletta e mi ha
messo insieme la prima bici da corsa, racimolando ogni singolo pezzo
ed unendolo con arte e passione.
Non mi ha spinto verso l'agonismo, né mi ha "condizionato" per
rifarsi di tutte le sconfitte subìte in gioventù quando gareggiava nei
dilettanti, all'epoca in cui non c'erano gli integratori, ma
tanta fame e la bici era anche il mezzo per andare e tornare dalla
località di gara.
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Gli
piaceva molto l'idea del Gruppo e fino a pochi anni fa
veniva alle granfondo più vicine per aspettarci presso qualche ristoro.
Si entusiasmava quando gli raccontavo i nostri
successi e lo faceva particolarmente felice vedere gli spazi a noi
riservati dalle riviste specializzate. Purtroppo non ho fatto in tempo
né a raccontargli di Russi né a fargli vedere il servizio su A Ruota
Libera.
Mi
ha insegnato la lealtà e la solidarietà sportiva, il senso del
dovere ed il rispetto verso ogni essere vivente; mi ha trasmesso la
voglia di fare, la caparbietà per raggiungere gli obbiettivi e
l'approccio positivo per fronteggiare ogni avversità. Mi diceva: la
calma è la virtù dei forti.
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E'
stato autista di linea per tanti anni ed in quegli anni
l'orologio è stato il suo tiranno. Pensionato, finalmente senza fretta, è stato
fra i primi a prendere la maglia e firmare l'impegno d'onore, dicendo
che prima o poi avrebbe ripreso la bicicletta. Non l'ha ripresa più,
ma si è totalmente dedicato ad aiutare mia madre.
Non dimostrava l'età che aveva e temeva di
perdere le sue capacità di fare perché non voleva diventare un peso per
nessuno. Se ne è andato prima che ciò accadesse, allo scadere del
"suo" tempo massimo, e son sicuro che da lassù continua, in
altro modo, a fare di tutto per aiutarci ancora.
Pio
Renato Sbaffo
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