Gran Fondo DAVIDE CASSANI Casalecchio di Reno (BO), 9 aprile 2000
Dato il tempo massimo, insufficiente per il nostro
stile ciclistico, solo Bruno di Cotignola Purtroppo (ma non troppo) non è
andata proprio come volevo, perché mi son dovuto dirottare sul percorso corto. Comunque
questa mattina sono sceso in griglia 15' prima della partenza e mi sono posizionato (da
buon Senza Fretta) ultimo, ancora ben deciso, pur fra mille dubbi e timori, a cimentarmi
nel lungo. Al ristoro ben fornito e con personale cordiale v'erano 3-4 ciclisti, che evidentemente ci precedevano di pochissimo, mi sono rifocillato con una torta di riso che ti assicuro non aveva nulla da invidiare a quella di Marischio e, distratto perché avevo ancora il boccone in bocca, i miei compagni di viaggio sono diventati ex compagni di viaggio. Al tavolo sono rimasto solo io ed una ragazza che, al vedere la maglia, le si sono illuminati gli occhi. Si è presentata e abbiamo scambiato alcune battute sui Senza Fretta, anche da lei conosciuti sulle riviste e mi ha esternato tutta la sua solidarietà confessando l'intenzione (assieme al suo ragazzo, anche lui in corsa, ma un poco più avanti) di contattarci. Ovviamente le ho proposto di riprendere il viaggio insieme, ma ha rifiutato sostenendo che il suo passo era troppo inferiore al mio (intanto al ristoro c'era arrivata prima di me) e che non voleva danneggiarmi. Io le ho rinnovato l'invito, ma dopo il suo nuovo rifiuto mi sono incamminato. Non ho percorso che poche decine di metri che mi sono detto: "Non sia mai vero che un senza fretta lascia indietro un altro senza fretta", ho invertito la marcia e l'ho attesa ed assieme siamo giunti all'arrivo. Lei si chiama Rita ed è di Casalecchio. E' la donna giunta ultima alla Via del Sale, con una media di 16 Km/h e mi ha anche confessato che l'anno scorso alla Malatestiani era poco più avanti di noi, ma non ha avuto il coraggio di attenderci. A Calderino abbiamo raggiunto un ciclista che procedeva a rilento, lo abbiamo superato e poi, vedendo che non si è accodato, ho esortato Rita a proseguire ed io sono tornato a sentire se avesse bisogno d'aiuto. Aveva una ruota distrutta che gli consentiva di proseguire, ma che rischiava di demolirsi definitivamente da un momento all'altro; ciò nonostante continuava perché credeva d'essere in prossimità dell'arrivo (dimenticando la salita di Mongardino). Ci siamo fermati e poi col mio cellulare ho cercato il numero dell'intervento in corsa. Naturalmente nel depliant non era segnato, cosi ho dovuto fare una serie di telefonate prima di reperirlo al seguito del lungo (ma non doveva essercene uno anche ad assistere quelli del corto?). Dirò di più, quel ragazzo non è che fosse uno degli ultimi, anzi al momento dell'inconveniente era in piena corsa e mi ha anche detto che era piazzato bene. Quindi questo significa NIENTE assistenza sul corto. Cosa mi ha detto al telefono l'assistenza meccanica? Di attendere il suo arrivo col passaggio dei primi del giro lungo, previsto di li a 30 minuti. A questo punto il ragazzo si è rassegnato e mi ha esortato a riprendere il cammino, che lui avrebbe preso il carro scopa se e quando fosse passato. Ci siamo salutati calorosamente senza, ahimè, neppure presentarci e poi ho raggiunto Rita già impegnata (a piedi a causa di crampi) sul Mongardino. Ho atteso che risalisse in sella e poi siamo giunti a Casalecchio, cronometrati da uno esterefatto Pretelli che si attendeva di verder giungere i primi del lungo. Al pasta party, Rita mi ha presentato il suo ragazzo e ci siamo lasciati con la promessa che entrambi ci contatteranno per pedalare assieme al Giro della Romagna. Vedremo, se son rose fioriranno. La mia media ufficiale è
stata di 19.3 ed anche se sono stato fermo per assistere il ragazzo con la ruota distrutta
ed ho rallentato sul passo di Rita, non credo proprio che sul lungo sarei riuscito a
rimanere nel tempo massimo. Devo dire che nonostante tutto mi sono divertito e fare il
"piccolo Pio" mi è piaciuto. |