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10° GIRO CICLOTURISTICO DEI
MONTI SIBILLINI
Caldarola (MC), 16 luglio 2000 |
La cronaca della Sibillini 2000
inizia con questa immagine: Fabrizio de "I soliti 4 amici" di Roma, con appena
600 km sulle gambe, conquista Forca di Presta e arriverà a svalicare Forca di Gualdo.
Difficile raccontare una giornata
indimenticabile. Peccato essersi ritrovati soltanto in sei: Mario di Montesilvano (PE) ed
un suo amico nel giro corto, Fabrizio di Roma, Roberto di Bologna, Sergio di Fano ed io
nel giro lungo. Sarebbe stato bello essere in molti di più!
Partenza con puntualità direi svizzera sotto un cielo denso di neri nuvoloni. Ci
siamo ritrovati subito staccati e, mentre in avanti prendevano pioggia a più riprese,
Roberto esorcizzava le nuvole che si aprivano al nostro passaggio lasciando filtrare un
tiepido sole. Sergio, nostalgico della MTB, provava un paio di fuoristrada e riusciva a
forare la ruota anteriore. Giusto per rincuorarci beccavamo un super-acquazzone fra Balzo
e Colle Galluccio, così da arrivare freschi freschi all'attacco di Forca di Presta. Quasi
un'ora per arrivare in vetta, perfettamente asciutti e... stirati.
Incredibili giochi di nuvole e sole mutavano di continuo l'aspetto del magico mondo
del Pianoro di Castelluccio. Con riluttanza abbiamo conquistato una via d'uscita, Forca di
Gualdo, giungendo al ristoro di Castelsantangelo sul Nera con quasi mezz'ora di ritardo
sulla tabella di marcia (che i volontari del fine-corsa e dell'ambulanza consultavano di
nascosto, per non farci fretta).
Roberto assicura che è stato l'effetto delle mele al limone, Sergio controbatte
che è stato l'effetto riscaldante del Passo Fornaci, fatto sta che con un finale molto
sostenuto (ma senza morire) siamo rientrati in tabella. Motivo in più per i volontari al
nostro seguito di festeggiare un'arrivo entro il tempo massimo, su cui non speravano più.
Le foto scattate ai ristori (non
abbiamo "saltato" neppure il rifornimento d'acqua mentre pioveva) ed all'arrivo
raccontano da sole l'assistenza e l'accoglienza ricevuta.
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ore 10:50 -
50.mo km.
Ristoro di Montemonaco
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ore 13.45 - 80.mo km.
Rifornimento di Forca di Presta
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ore 15:00 - 100.mo km.
Ristoro di Castelsantangelo s.Nera
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ore 16:45 - In posa all'arrivo con gli
organizzatori ed i nostri "angeli custodi" |
Con più ricchezza di
dettagli, Sergio di Fano racconta come è andata.
La conclusione è che la Sibillini
merita una presenza di ciclosportivi ben più massiccia, così ho scritto queste due righe
a Cicloturismo:
Gentile Redazione ed amici ciclisti,
Vi piacerebbe una Gran Fondo da pedalare in tutta tranquillità, attraversando luoghi
magici e con un'assistenza eccellente? Esiste. E' la Gran Fondo dei Sibillini.
Tanto sul percorso corto che sul lungo i tempi massimi sono generosi ed alla portata
di tutti i ciclosportivi. Ovviamente, se è vero che per il corto può bastare una
preparazione minima, per il lungo occorre qualcosa di più. Va anche detto che la salita
è tutta concentrata sulla prima parte, quando si è più freschi.
Svalicare Forca di Presta è bellissimo e "planare" nell'enorme anfiteatro
naturale del Pianoro Grande di Castelluccio di Norcia è entusiasmante. La risalita fin su
Forca di Gualdo regala una vista sulla vallata di incomparabile effetto. Basta sapersi
gestire e, dopo la "passeggiata" fra i più alti passi dei Sibillini, si può
anche provare il piacere di far velocità, grazie alla strada di ritorno, prevalentemente
in falsopiano a scendere.
Oltre a tutto ciò, sia gli organizzatori sia i numerosi volontari dislocati sul percorso
e sui mezzi al seguito si prodigano al meglio tanto per i primi quanto per gli ultimi,
anzi per gli ultimi si danno da fare con ancor più impegno.
Lasciatemelo dire, è stupendo pedalare ammirando il panorama e sentirsi
apprezzati, sentirsi ancor più protagonisti dei "corridori" che, molto più
avanti, pedalano a testa bassa ignorando paesaggi e ristori. Gli incitamenti e la sincera
partecipazione al tuo sforzo (perchè, anche andando piano, 155 km. e 2700 mt. di
dislivello richiedono di ben spingere sui pedali) ti aiutano a superare ogni difficoltà e
scopri di essere riuscito ad arrivare dove mai avresti osato sperare.
L'arrivo è una piccola festa e poco importa se le premiazioni sono già avvenute. A
Caldarola è ormai tradizione fare una cottura di pasta apposta per gli ultimi e per tutto
il personale di servizio. In una atmosfera di corale soddisfazione già si pensa alla
prossima edizione e qualcuno sogna un lungo serpentone di ciclisti affrontare senza fretta
le rampe di Forca di Presta.
Forse gli organizzatori dovrebbero fare un atto di coraggio: partenza alla
francese, eliminazione della competizione individuale e premi alle società. Comunque sia,
attenzione al mese di luglio del prossimo anno, la Gran Fondo dei Sibillini è proprio da
non perdere.
Dopo aver
scritto questo, ho visto il servizio televisivo, realizzato da una tv locale. Un'ora di
enfatica esaltazione della durezza del percorso e del livello professionistico raggiunto
dai primi, "disturbata" da riprese aeree del paesaggio. Non si è visto neppure
un ciclista fermarsi ad un ristoro. Solo corsa, nient'altro che corsa.
Non dico che dovevano essere sprecati prezioni fotogrammi per gli ultimi, ma
nell'intervista finale il sig. Giustozzi, Presidente UDACE di MC, nonchè organizzatore,
ha sottolinato come, oltre alle salite, anche le discese vengono ormai affrontate a gran
velocità, insomma roba da "veri" professionisti. Neppure un'accenno alla
partecipazione più turistica che eppure c'è stata, ma che potrebbe essere molto
maggiore. Avrebbe potuto aggiungere: "... Ho appena detto che la Granfondo è andata
molto bene, onorata da presenze importanti, ma non è ancora finita. A questa
manifestazione partecipano anche normali ciclisti che se la gustano pedalando tranquilli.
Alcuni devono ancora arrivare. Noi li aspetteremo e festeggeremo il loro arrivo.".
Invece niente.
Parafrasando un noto detto, gli organizzatori della Sibillini "razzolano
bene", ma il sig. Giustozzi "predica male".
pio@senzafretta.org
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(lettera inviata a Cicloturismo il 21/7/2000)
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