Cari amici di Cicloturismo,
ho partecipato all'Eroica. E' stata un'esperienza entusiasmante. La promessa degli
organizzatori di ricreare i tempi eroici è stata rispettata, per quanto è possibile
farlo... ai tempi d'oggi. Preceduti da auto e moto d'epoca siamo partiti in centocinquanta
o giù di lì, variamente attrezzati. Dal tipo in perfetto stile 19xx ad altri con
superleggera dei giorni nostri. Questi son quelli che si sono trovati più a disagio, sia
per la sofferenza inflitta dalle strade bianche al proprio "amato" mezzo, sia
per la stonatura con la coreografia totale.
Io son partito con una Bianchi del 1976,
come telaio. Per il resto un po' tutto variamente rimediato e maglia di quando avevo 18
anni, conservata gelosamente da mia madre ed ottenuta per l'occasione con la promessa di
riportarla intatta.
Intenzionato a fare il percorso lungo, ho poi dovuto fare i conti con trent'anni di
più sulle spalle e con un ristoro d'epoca.
Passare dagli abituali alimenti moderni (integratori, barrette energetiche, sali,
thè e dolci) al pane e salame, pane e frittata, uova da bere, cantuccini e vino è stato
un ritorno al "naturale" assai gradito, ma fatale. Anche perchè al ristoro,
gestito da un signore ed una signora vestiti con abiti tradizionali, ci siamo ritrovati
con un incredibile gruppo ciclistico di Conegliano Veneto, El Zhèrcion.
Dal furgone al loro seguito son saltate
fuori bottiglie di Prosecco. Quindi gemellaggio con il Chianti del ristoro. Foto e
brindisi a ripetizione: ai tempi eroici, a Bartali, a Coppi, al ristoro d'epoca, alle
strade bianche... "Ripartiamo?". Brindisi alla partenza!
Probabilmente abbiamo più bevuto che mangiato, anche se con il salame e la
frittata non ci siamo andati piano. Certo è che siamo stati fermi tantissimo. Abbiamo
persino coinvolto due turisti svizzeri di passaggio. Si stava troppo bene, quasi una
scampagnata d'altri tempi. Giocoforza, quindi, per non rischiare di far notte, rinunciare
al percorso lungo. La fatica successiva ci ha aiutato a smaltire tutto ed arrivare pronti
per il ristoro finale, rifornitissimo di pasta, insalata, panzanella, affettati vari e...
vino spillato direttamente dalla botte.
Premiazioni assolutamente diverse dal solito. Più che la prestazione assoluta si
è inteso premiare lo spirito partecipativo. Tant'è che anche ai coniugi Loredana e
Mario, neosposi in partenza per il viaggio di nozze e con soli 300 mt. percorsi con il
loro tandem d'epoca, è stato consegnato un bel cesto di prodotti locali. A loro un
augurio di una vita felice e senza fretta, agli organizzatori un ringraziamento per questa
incredibile pedalata nel passato.
Per la prima volta mi son trovato a dover
scendere dalla bici e fare un tratto di salita a piedi. E c'è di peggio: discese a passo
di lumaca! Ma come facevano a quei tempi a correre su certe strade? Rileggerò le imprese
di Coppi e Bartali da un punto di vista più vero, che mai prima avevo compreso od
immaginato.
Pio dei Senza Fretta
(lettera pubblicata con foto su Cicloturismo gen.2001 pag.79) |