3^ FONDO DEGLI AGOLANTI

Trofeo Minarelli
Riccione (RN), 18 marzo 2001

Iniziare l'anno con una prova di incoscienza non l'avevamo mai fatto. Coinvolgere poi Mario, il maltese volante, è stato quasi premeditato per "darci importanza". Comunque sia, al ritrovo di partenza, mentre Primo di Lugo (promotore dell'avventura) cominciava ad insinuare qualche dubbio, io e Mario ci davamo da fare per coinvolgere qualcuno altro. Operazione parzialmente riuscita, perchè di "simpatizzanti" ne abbiamo trovati diversi, ma tutti decisi a fare il corto.

Infatti, quando già al terzo chilometro, in pianura, abbiamo perso il contatto da tutto il gruppone scatenato, ci siamo ritrovati a fare l'andatura di un bel gruppettino, forse una decina.
Ad aiutarci, nel nostro impegno (!) di mantenere un'andatura tranquilla ma di buona resa, nientemeno che gli organizzatori della Colli Piceni di S.Vittoria in Matenano: il Cavaliere Maresciallo De Santis Angelo ed il fedele aiutante Gabriele.
Ora, se è già molto positivo che degli organizzatori di prove ciclistiche siano anche frequentatori delle stesse, lo è ancor di più (dal nostro punto di vista) se pedalano nelle posizioni più tranquille.
Definitivamente risolte le passate malcomprensioni, è stato un vero piacere pedalare insieme condividendo lo stesso spirito ciclistico. Naturalmente ho "approfittato" della situazione per bonariamente contrattare un tempo massimo più abbondante alla prossima edizione dell'8 luglio, che al momento stabilisce 7 ore per 137 km. Al momento c'è buona disponibilità.
Così ci siamo allegramente sciroppati la prima parte pianeggiante fino all'ascesa di Tavullia ed Angelo ha dato prova della sua grande dote di regolarista, prendendo ripetutamente la testa del gruppetto ogni volta che, distratti dalle chiacchiere, rallentavamo oltre misura l'andatura.

Da Tavullia il succedersi delle salite e discese è stato continuo, come pure il perdersi e il ricongiungersi fra di noi. Arrivati al ristoro di Tavoleto, con appena una manciata di minuti di ritardo sulla nostra tabella di marcia, Primo dichiarava: "Le gambe mi dicono di fare il corto!". Lo aveva già detto anche lo scorso anno alla Nove Colli, perciò, dopo esserci rifocillati e rifornito Mario di una adeguata scorta di banane, abbiamo salutato i nostri compagni occasionali e siamo ripartiti decisi per il percorso... lungo, naturalmente.

Con un passo un po' più allegrotto abbiamo affrontato Monte Osteriaccia, Monte Altavellio e tutti i dossi e controdossi intermedi, raggiungendo pure qualche altro ciclista poco più veloce di noi ed assaporando una giornata primaverile veramente splendida, a parte il vento contrario.

Scendendo in picchiata su Mercatino Conca, proprio alla fine della discesa, in prossimità della separazione dei percorsi ci siamo ritrovati con altri tre ciclisti, che (incredibile!) giravano per il lungo. L'ultimo debole avvertimento di Primo: "Le gambe mi dicono di fare il corto." si perdeva subito nel chiacchiericcio con i nuovi compagni d'avventura. A "trainare" la compagnia era una donna, Lara, mentre dietro il marito Riad (sì, il nome di battesimo è proprio questo) di corporatura meno adatta alla salita, veniva incoraggiato da Gigi, detto l'allenatore perchè responsabile di aver messo i due in bicicletta un paio d'anno fa.

Fare gruppo insieme è stato così naturale che già poco dopo ci sembrava di avere pedalato insieme da sempre. Nei tratti di salita più ostici Lara tendeva ad avvantaggiarsi con Primo e Mario, mentre noi ci rifacevamo prontamente sotto non appena la pendenza calava.
Eravamo talmente convinti di dovercela ormai cavare solo con le nostre risorse che trovare il ristoro di Montegrimano ci ha veramente sbalordito. Siamo stati accolti dai tre addetti con grande cortesia e, mentre ci riposavamo, ci hanno descritto il resto del percorso con molta precisione ed un avvertimento: "Montescudo? Chi lo conosce lo evita. Meglio tagliare per Ospedaletto, meglio."
Con la pancia forse un po' troppo piena abbiamo affrontato le dolci pendenze di Monte Licciano, Fiorentino e Monte Giardino, per poi gustarci la discesa verso Faetano e la valle del Marano. Finalmente, vento a favore ed andatura molto sostenuta, soprattutto per parte di Riad più a suo agio sul passo in pianura, fino a far protestare la moglie, a mo' di rivincita sui distacchi precedentemente sùbiti in salita.

Al bivio per Montescudo siamo costretti ad una sosta imprevista per riparare la foratura della ruota anteriore di Primo e veniamo raggiunti dal finecorsa, che sta togliendo i cartelli. Gli addetti, dopo essersi assicurati che siamo proprio noi i senzafretta che cercavano, ci confidano: "Se andassimo in bicicletta, verremmo con voi!". Si accertano che non abbiamo bisogno del loro aiuto, ci confermano che ci lasceranno su i cartelli e ripartono diretti verso l'arrivo.

La salita verso Montescudo non è durissima (appena qualche tratto al 10%) ma si fa sentire sulle nostre gambe ormai verso il 100mo chilometro e con una scarsa preparazione di inizio stagione. Svalicato il monte tutto diventa più facile, scendiamo su Coriano, superiamo l'ultima collina, San Clemente, e ci gustiamo la velocità dell'ultima discesa.

Siamo poco più di mezz'ora fuori tempo massimo quando avvistiamo lo striscione dell'arrivo. E non c'è solo lo striscione, ci sono anche i giudici ed i cronometristi Speed Pass Pretelli! Abbiamo la soddisfazione di chiudere con un bel bip e vederci subito consegnati i diplomi.

Il pasta party è già chiuso. Beh, sarebbe stato pretendere troppo, ma possiamo almeno dissetarci con thè, acqua e... vino. Ci dicono che al Castello (degli Agolanti) la premiazione è in corso e saliamo per vederla (ci càpita talmente di rado!). In effetti la premiazione sta terminando, ma veniamo subito premiati anche noi come squadra e per il ciclista proveniente da più lontano. Ringraziamo e parliamo un po' con l'organizzatore, il Sig. Valeriano Pesaresi, e la sua signora per meglio sensibilizzarli al nostro stile ciclistico.
Ce ne andiamo soddisfatti e con una domanda che ci frulla in testa: "Se la Granfondo degli Agolanti è stata così con un tempo massimo molto risicato, come sarebbe se avesse un tempo massimo più generoso?". Forse lo sapremo il prossimo anno.

pio@senzafretta.org        


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