Iniziare l'anno con una prova di incoscienza non l'avevamo mai fatto. Coinvolgere poi Mario, il maltese volante, è stato quasi premeditato per "darci importanza". Comunque sia, al ritrovo di partenza, mentre Primo di Lugo (promotore dell'avventura) cominciava ad insinuare qualche dubbio, io e Mario ci davamo da fare per coinvolgere qualcuno altro. Operazione parzialmente riuscita, perchè di "simpatizzanti" ne abbiamo trovati diversi, ma tutti decisi a fare il corto. Infatti, quando già al terzo
chilometro, in pianura, abbiamo perso il contatto da tutto il gruppone scatenato, ci siamo
ritrovati a fare l'andatura di un bel gruppettino, forse una decina. Scendendo in picchiata su Mercatino Conca, proprio alla fine della discesa, in prossimità della separazione dei percorsi ci siamo ritrovati con altri tre ciclisti, che (incredibile!) giravano per il lungo. L'ultimo debole avvertimento di Primo: "Le gambe mi dicono di fare il corto." si perdeva subito nel chiacchiericcio con i nuovi compagni d'avventura. A "trainare" la compagnia era una donna, Lara, mentre dietro il marito Riad (sì, il nome di battesimo è proprio questo) di corporatura meno adatta alla salita, veniva incoraggiato da Gigi, detto l'allenatore perchè responsabile di aver messo i due in bicicletta un paio d'anno fa. Fare gruppo insieme è stato così
naturale che già poco dopo ci sembrava di avere pedalato insieme da sempre. Nei tratti di
salita più ostici Lara tendeva ad avvantaggiarsi con Primo e Mario, mentre noi ci
rifacevamo prontamente sotto non appena la pendenza calava. Al bivio per Montescudo siamo costretti ad una sosta imprevista per riparare la foratura della ruota anteriore di Primo e veniamo raggiunti dal finecorsa, che sta togliendo i cartelli. Gli addetti, dopo essersi assicurati che siamo proprio noi i senzafretta che cercavano, ci confidano: "Se andassimo in bicicletta, verremmo con voi!". Si accertano che non abbiamo bisogno del loro aiuto, ci confermano che ci lasceranno su i cartelli e ripartono diretti verso l'arrivo. La salita verso Montescudo non è durissima (appena qualche tratto al 10%) ma si fa sentire sulle nostre gambe ormai verso il 100mo chilometro e con una scarsa preparazione di inizio stagione. Svalicato il monte tutto diventa più facile, scendiamo su Coriano, superiamo l'ultima collina, San Clemente, e ci gustiamo la velocità dell'ultima discesa. Siamo poco più di mezz'ora fuori tempo massimo quando avvistiamo lo striscione dell'arrivo. E non c'è solo lo striscione, ci sono anche i giudici ed i cronometristi Speed Pass Pretelli! Abbiamo la soddisfazione di chiudere con un bel bip e vederci subito consegnati i diplomi. Il pasta party è già chiuso. Beh,
sarebbe stato pretendere troppo, ma possiamo almeno dissetarci con thè, acqua e... vino.
Ci dicono che al Castello (degli Agolanti) la premiazione è in corso e saliamo per
vederla (ci càpita talmente di rado!). In effetti la premiazione sta terminando, ma
veniamo subito premiati anche noi come squadra e per il ciclista proveniente da più
lontano. Ringraziamo e parliamo un po' con l'organizzatore, il Sig. Valeriano Pesaresi, e
la sua signora per meglio sensibilizzarli al nostro stile ciclistico. pio@senzafretta.org |
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