GRAN
FONDO DEL CONERO
Marcelli di Numana (AN), 25 marzo 2001
Diciamolo subito. L'imprevedibile (?)
boom delle iscrizioni (oltre un migliaio) ha mandato in tilt l'organizzazione della Gran
Fondo del Conero e forse il buon Malizia avrebbe dovuto evitare di risparmiare anche sul
cronometraggio elettronico affidandolo ad una organizzazione non di pari professionalità
ed efficienza della "tradizionale" Speed Pass Pretelli. Tant'è che mentre lo
scorso anno eravamo stati abbandonati dal carro-scopa, costretti a fermarci agli incroci non
presidiati e non avevamo trovato neppure un giudice sulla linea d'arrivo, ma avevamo
trovato tutti i ristori ed avuto l'immediata consegna del diploma, quest'anno non abbiamo
trovato alcuni ristori nè il cronometraggio all'arrivo, tantomeno il diploma, ma abbiamo
trovato i giudici e gli incroci sono stati tutti coperti fino al nostro passaggio, mentre
il fine corsa ci ha assistito con grande cura fino all'ultimo metro. Le premiazioni sono
avvenute solo parzialmente ed a tarda sera ancora tutte le classifiche non erano
ufficializzate. Questo viene riferito per puro dovere di cronaca spicciola, ma visto il
nostro scarso interesse per il tic-tac e le classifiche, è chiaro che nulla ha tolto al
successo del nostro primo vero appuntamento dell'anno.
Un appuntamento che è cominciato al sabato sera con il classico incontrarsi all'Hotel
Santa Cristiana, centro logistico della manifestazione. Ci si è così ritrovati per la
cena fra "vecchi aderenti" (Luciano di Zoldo Alto, Fulvio di Milano, Assuero di
Roma, Sergio di Fano, Stefano di Osimo e naturalmente Pio e la moglie/segretaria/sponsor
Anna) e nuovi "apprendisti senzafretta" (Roberto di Vanzago, Damiano ed Andrea
di Roma e Pippo di Foligno), che con grande impegno ed interesse hanno affrontato il primo
addestramento sulle basilari tecniche di ristoro, con assalto al buffet e sfida finale
all'ultima fetta di dolce.
Riapparizione a sorpresa di Bruno di Cotignola, che, fra l'andare senzafretta e l'andare
con la morosa, sceglieva con saggezza di andare senzafretta con la morosa e si ritirava
quatto quatto in camera. Ricomparirà la mattina dopo, giusto per salutarci, sventolando
il cappellino Divani&Divani ed augurandoci: "In bocca al lupo!".
"Crepi! (il lupo)".
Dopo cena, sopralluogo di rito al luogo di partenza per la numerazione delle buche, primi
rudimenti di balistica applicata con marcatura delle traiettoie ottimali di accelerazione.
A completare, verifica dell'aderenza dalla parte dell'arrrivo e calcolo degli spazi di
frenata, stupefacendo i nuovi adepti per tanta esperienza e cura organizzativa.
Un'occhiata al cielo, un saluto al mare e cullati dal rumore della risacca via tutti a
nanna.
I nefasti effetti del cambio d'ora ed Assuero, impavido propugnatore della partenza alla
maltese, condizionavano il Gruppo che raggiungeva il raduno di partenza a pochi secondi
dal via, giusto in tempo per prendere posizione in fondo allo schieramento ed aspettare
una mezzoretta quale primo test di idoneità senzafretta. Dal nulla sbucava Mario di Roma
in maglia Agip Petroli.
Mentre molte attestazioni di stima
venivano pòrte al Gruppo dagli altri "retroposizionati", attestazioni invece di
diverso genere fioccavano nei confronti degli organizzatori che ritardavano la partenza.
Intanto i più maniacali esperti di bici quasi in pellegrinaggio approfittavano
dell'impasse per ammirare la city-bike di Luciano di Zoldo Alto (BL), multato dal
ritrovato Norberto di Loreto (tirato a lucido nella fiammante divisa Pedale Civitanovese)
per mancanza del catarifrangente rosso nel fanalino posteriore.
Finalmente il via!
Partenza a passo di lumaca e poi subito a pestare sui pedali sul filo dei 30 orari con
nessuno davanti... tutti gli altri già filavano in lontananza a 50 orari ed oltre!
All'attacco della rampa di Loreto veniva raggiunto Luciano di Portorecanati che, ignorando
l'arretrato punto di ritrovo, aveva tentato la sortita nella griglia più avanzata dei vip
ed ora stentava a riconoscere da che parte andava la strada. Tempo dopo sul temuto
"muro" di Montereale si potevano vedere "appese" solo maglie
giallo-blu oscillanti paurosamente in zig-zag da moviola, incalzate dai furgoni
fine-corsa.
Raggiunto con infinito impegno il Colle dell'Infinito, gli scaltri senzafretta locali
"sgamavano" subito lo scherzetto dei cartelli spostati verso il centro di
Recanati e tutto il Gruppo a ranghi quasi sfilacciati transitava lungo la circonvallazione
del "borgo selvaggio" e si lanciava nella sottostante discesa.
Mentre il tempo si faceva sempre più scuro e qualche goccia allarmava i più sensibili,
Sergio di Fano ed Assuero di Roma cominciavano a prendersela con Pio, che chiamava in
difesa Fulvio di Milano, incerto se credere al meteo di internet o mettersi l'impermeabile.
Pippo di Spoleto interveniva a pacificare gli animi e ne traeva ispirazione per decidere
di organizzare la Gran Fondo della Pace in quel di Tenne di Spoleto il prossimo 12 agosto.
Contro un vento sempre più
rabbiosamente contro, il Gruppo conquistava alla spicciolata il ristoro di Sambucheto e
faceva "quadrato" attorno alle abbondanti delizie dolci e salate trascurate
dalla massa dei cacciatori di classifica.
Damiano di Roma, solleticato più dall'olfatto che dalla vista ancora annebbiata dal
sonno, "attaccava" a far colazione. All'attacco rispondeva prontamente Andrea e
poi via via tutti gli altri, ognuno spingendo al massimo livello la propria tecnica di
ingurgitamento. Degna di nota la performance di Pio: un autentico virtuosismo
"sincronizzato" di parlare-mangiare-bere.
Ed ecco il momento della verità.
Fulvio di Milano, dimostrando di aver già capito che aria... ehm... vento tira, rinuncia
al lungo, mentre Roberto di Vanzago (MI), più provincialotto ed incosciente, è già
pronto dietro ad Assuero scalpitante nella sua foga giovanile. Serve un buon vecchio per
riequilibrare il drappello e Pio (con il boccone ancora in bocca) va, non senza aver
prima stretto un incauto "patto di ferro" con i volontari del fine corsa:
"Andremo al massimo!".
Abbracci saluti e fazzolettini bianchi sventolati da parte degli altri che hanno
scelto di svagarsi sul corto, ma non prima di aver azzerato ogni scorta passata, presente
e futura del ristoro.
Assuero penetra nel vento con
incredibile facilità, Roberto è impeccabilmente sulla sua ruota e... Pio già
boccheggia.
Finalmente la salita di Treia! E' la pendenza giusta per riposarsi un po', ma
Assuero è incontenibile e si aggiudica senza rivali il Gran Premio della Mezza-Montagna,
giustamente posto a metà salita.
Il vento infuria proprio contrario e,
sul falsopiano dopo Chiesanuova, Assuero e Roberto si alternano in una manovra a tenaglia,
nel senso che quasi devono prender Pio con le pinze e portarselo dietro.
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