Pomarance (PI), 8 aprile 2001 |
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Cari
senzafretta, vicini e lontani,
eh, sì, lo ammetto. All'80 km. della GF della Geotermia e delle Balze sono andato
in crisi, nonostante l'incoraggiante presenza di Assuero, sempre pronto a cogliere tutte
le opportunità per pedalare insieme.
Il clima creato dagli organizzatori e diversi contatti e-mail, mi avevano convinto di
trovare le adesioni preannunciate ed, in più, vagheggiavo spontanee aggregazioni alla
partenza e lungo il percorso. Invece eravamo soli, io ed Assuero. Eravamo andati più
forte del previsto per cercare di recuperare il ritardo della partenza senza con ciò
raggiungere nessuno avanti a noi, ma senza aver neppure nessuno dietro da cui farci
raggiungere. Non c'era nessun altro senzafretta nè del gruppo, nè autonomo, questa la
triste realtà.
Mi è salito dal profondo un rammarico forte, reso quasi rabbia, dal vedere
sprecata tanta disponibilità organizzativa: grandissima cortesia ai ristori, un Valerio
(si, il nostro Valerio di Vada) darsi un gran da fare come finecorsa itinerante ed i due
volontari del secondo finecorsa (Antonio e Mauro) che ci incitavano a gustarci il percorso
lungo (mai successo!), nonostante la previsione d'arrivo ricalcolata per le 5,00 del
pomeriggio.
Mentre il vento, finalmente favorevole, mi spingeva sul falsopiano, mi sono sentito
addosso tutte le ore di sonno perse davanti al computer, le ore di viaggio per arrivare a
Pomarance , la richiesta di Giovanna (ragazza di Assuero) di arrivare presto, la
necessità di sfogare con Anna tutta la mia delusione. Mi ha assalito una gran voglia di
lasciar perdere, di riprendere la strada di casa il prima possibile, di ritirarmi, salire
sul fine-corsa ed ammainare una volta per tutte la tartaruga fissata sul casco.
Forse, se fossi stato proprio solo, l'avrei fatto. Ma Assuero mi aspettava e
pazientemente cercava di arginare il mio malessere. Alla separazione fra i due percorsi,
però, non ce l'ho fatta a seguire il suo desiderio di conquistare un'altra fetta di mondo
ed ho imboccato la scorciatoia del medio portandomelo dietro. Pensavo agli altri: Loredana
(promotrice d'iniziative) e Mario (il guru del Gruppo Toscano), Eva (entusiasticamente
esuberante) e Daniele (serenamente la sua ombra) che presumibilmente avevano già concluso
il corto ed aggregato una nuova senzafretta subito dopo la partenza.
Forse avremmo dovuto rassegnarci all'evidenza e far gruppo con loro. Così facendo avremmo
egualmente ammirato la bellissima piazza di Volterra (raramente nelle granfondo si ha la
fortuna di passare dentro i centri storici!), ma non avremmo scoperto la geotermia e non
avremmo raggiunto il punto panoramico, segnalato con apposito cartello dagli
organizzatori. Giusto, i cartelli. Oltre ad indicarci con esattenza il percorso ed ogni
possibile utile avvertimento, con il loro giallo solare ci hanno tenuto compagnia. Tanti
ne abbiamo visti, non certo meno dei tanti reticoli di tubazioni disposte su tutto il
collinoso paesaggio circostante, in una sorta di scenario fantascientifico. Senza traffico
(a parte il finecorsa che ci seguiva senza tallonarci) sembrava di essere in un altro
mondo. Non ci avrebbe per nulla meravigliato vedere spuntar fuori da quelle lontane torri
fumanti, in decollo, un'astronave, di quelle dei migliori romanzi di Asimov. Mentre
mangiavamo al ristoro di Steccaia il volontario di servizio ci ha spiegato con molta
competenza la tecnica per la canalizzazione del vapore ed il funzionamento della centrale
che avevamo di fronte, ricollocando nel giusto significato le tante fumate bianche che
potevamo vedere tutt'intorno. Scendendo verso Larderello la curiosità di vedere la parte
del percorso che avevamo tagliato mi è scoppiata dentro e sarei voluto tornare indietro.
Assuero era pronto a seguirmi anche in questa pazzia.
E' il gusto di conoscere posti nuovi, di vedere cose nuove, di conquistare nuovi orizzonti
che ci spinge a pedalare e guardarci attorno. Nel magico sussurro delle ruote c'è la
colonna sonora delle nostre scoperte più belle ed un uccello che si alza in volo,
mostrando lo splendore del suo piumaggio, può essere per noi l'araba fenice. Dall'auto il
paesaggio perde tutte le sue sonorità: il rumore della cascatella (foss'anche un canale
di scarico), il frusciar delle foglie, il cinguettio degli uccelli, il brontolio del tuono
in lontananza dove le nubi sono più nere, ma anche il ronzio dei cavi ad alta tensione
(passano tutti sopra le montagne - ve ne siete mai accorti?), l'abbaiare dei cani, il
campanaccio ed il muggito delle mucche al pascolo... Tanti suoni che la bici ci fa
ritrovare, insieme alla libertà di potersi fermare ovunque e guardare, con calma.
Guardare per saturare quel bisogno di spazio e di immensità che è in noi, nel più
profondo del nostro essere.
Per la verità siamo anche tornati indietro per qualche chilometro, ma poi la ragione ha
avuto il sopravvento sull'istinto e controvoglia siamo andati all'arrivo, sceneggiando,
quale ultimo atto di presenza, la volata dell'ultimo posto, per la gioia di Giovanna ed
Anna, ancora incredula per un arrivo tanto anticipato.
Sopra il frastuono della premiazione in corso (ecco un difetto organizzativo, l'audio!)
Mario e Loredana intrecciavano i racconti di come era andato il resto del loro giro: della
loro foratura, dell'ingresso in Volterra e della caparbietà di Eva (appena 32 km. di
allenamento) che pur di esserci ha veramente pedalato finchè le gambe non hanno proprio
girato più ed è caduta, senza danni, soccorsa dal prontissimo Valerio.
Al pasta party abbiamo ritrovato Angelo e Mauro, i nostri angeli custodi. Doppia porzione
di spaghetti, bruschetta, prosciutto ed un buon bicchiere di vino rosso hanno parzialmente
smorzato la mia crisi. Forse sul palco delle premiazioni, dove Stefano Gazzarri mi ha
chiamato per rappresentare il Gruppo e premiarci con l'"Ombra della Sera" una
bellissima riproduzione etrusca, son riuscito anche a sorridere, ma non a parlare. Ho dato
la statuetta ad Assuero che ne ha fatto la felicità della sua ragazza. Dopo la doccia ci
siamo ritrovati nella hall dell'albergo e ci siamo dati appuntamento al nostro prossimo
incontro. So di poter contare su di lui, ma anche alla Granfondo della Costa Smeralda ci
ritroveremo soli?
Nel lungo viaggio di ritorno in auto ho riflettuto molto, forse troppo e nel momento
sbagliato, come dice Anna, ma ho capito che la libertà è la cosa più bella del nostro
Gruppo e così deve rimanere. E non rinuncerò più al piacere di andare in bici per la
delusione di aver fallito nel creare aggregazione, anzi pedalerò con maggior attenzione
sul percorso scelto per raccontarvi cosa vi siete persi.
Alla Geotermia, intanto, avete perso una bella occasione, forse irripetibile.
Pio dei Senza Fretta
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Questo è ciò che ho
scritto di getto appena rientrato a casa, sinceramente dispiaciuto ed alla fin fine deluso
più di me stesso che degli altri. Infatti i senzafretta toscani non sono mancati
all'appuntamento e bisogna riconoscere che non sono venuti solo per la foto, ma hanno
avuto il coraggio di prendere il via nonostante la pioggia, cosa che in genere evitano con
cura. Insieme abbiamo pedalato i primi chilometri e con Mario e Loredana si è
pedalato di pari passo fin sotto la salita di Volterra, dove si sono fermati per
ricongiungersi con Eva, Daniele ed una nuova aderente, mentre Assuero era già lanciato
verso il ristoro di Volterra, per assicurarsi che rimanesse aperto - dice lui - o per
abbuffarsi - diciamo noi.
C'è da dire che il percorso
corto non era alla portata di tutti come in genere sono i percorsi sotto i 70 chilometri.
I nostri hanno dato un grande esempio di determinazione e di stile. Di più. Valerio, che
conduceva il carro-scopa, ha dato una magistrale dimostrazione di come dovrebbe essere
utilizzato tale mezzo, muovendosi avanti ed indietro sulla coda della manifestazione per
assistere non solo l'ultimissimo ma anche gli altri un po' più avanti, facendo tenere
aperti i ristori e controllati gli incroci più pericolosi. L'elogio eccezionalmente
pubblicato in bacheca è più che meritato.
Sono invece mancate quelle adesioni
che la presentazione televisiva, prima, ed i successivi contatti e-mail, poi, sembravano
aver mosso, alimentando la mia fantasia di "far scuola" a nuovi senzafretta e
dare una grossa spinta di diffusione al nostro stile ciclistico in terra toscana. Invece,
al momento, i nostri maggiori estimatori (chi l'avrebbe mai detto!) sono proprio gli
organizzatori molto più sensibili degli stessi ciclisti al nostro messaggio di un
granfondismo meno puntato sulla prestazione e più interessato alla "promozione
turistica" ed all'ambiente. Sentire alcuni partecipanti accaldarsi in
"feroci" discussioni sul proprio posto in classifica e non sentire nessun
commento sulle particolarità del territorio attraversato in bici, non è stato di grande
conforto. Forse, per loro, l'eccezionale partenza al rullo di tamburi (prima c'era anche
stata l'esibizione degli sbandieratori) è stata una partenza per la... guerra, non uno
speciale saluto che, mi vien da giurarci, quando siamo passati noi si è fatto più forte
e festoso.
Il coordinatore
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