In
poche parole organizzazione:
molto buona e ben disposta verso i senza fretta
percorso:
altalenante lungo il lago con splendide viste e due salite di tutto rispetto
giornata:
soleggiata con vento, spesso a favore
nostra presenza:
quattro partecipanti |
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Oggi sta piovendo, una
giornata di quelle umide ed uggiose da sembrare novembre. Neppure l'idea di andare in
bici. Invece ieri la giornata è stata veramente splendida e non posso non immaginare che
in tutto quel sole ci fosse il sorriso di Fabio e nel vento il suo alitare quasi a
sospingerci, anche se in qualche tratto, burlandoci un po', ci ha soffiato contro.
Pedalando lungo le due salite più impegnative ho pensato più volte che queste
erano sicuramente le strade dove si allenava, dove "lavorava" con la scrupolosa
meticolisità di un professionista. Probabilmente neppure guardava più il lago.
Invece noi, il lago ce lo siamo guardato e gustato come non mai. Salire e guardare
in basso il fondovalle che si allontana dando un riscontro visibile della propria fatica
mi è sempre piaciuto, ma farlo avendo un lago "sotto" è superlativo. Il vento
ha dato grande dinamicità all'acqua, che cambiava continuamente di colore man mano che la
strada ci portava a cambiare le angolazioni di vista. Diverse volte non ho potuto fare a
meno di fermarmi per guardare meglio e scattare una foto, credendo di aver trovato il
punto più bello, ma poi ne veniva un altro più bello e poi un altro ancora. Pur
pedalando tranquilli, non ci si può mica fermare sempre. Peccato! Percorso veramente
stupendo, che merita di diventare un classico. Le salite di Sormano e del Ghisallo sono
salite vere, ma anche le altre salitelle, altalenanti lungo il lago, hanno richiesto
un buon impegno, per cui la "relativa brevità", accennata nella presentazione,
non ci è sembrata poi tanto breve.
Degna di nota la segnaletica, veramente ben fatta, impossibile sbagliare percorso neppure
nel punto più critico di Asso. E meritevole di lode il servizio di controllo del
percorso, tant'è che era coperto persino l'incrocio all'uscita dell'abitato Caglio, una
copertura assolutamente inutile per chi rispettava il percorso regolare, ma che garantiva
l'incolumità di chi "tagliava". Più di così proprio non si può fare.
Noi non siamo riusciti a partire
puntuali alle 7:30, perchè, come sempre accade, chi abita più vicino (per un motivo o
per l'altro) è sempre l'ultimo ad arrivare ed effettivamente i problemi logistici di
parcheggio ad Albese sono notevoli. Comunque siamo stati superati da tantissimi e molti ci
hanno salutato. Sinceramente speravo in qualche aggregazione lungo la strada, ma
(probabilmente per effetto del cronometraggio elettronico) anche in questa formula alla
francese quasi tutti cercavano di dare il meglio di sè stessi. Ciononostante ho visto
compagni della stessa squadra aspettarsi fra loro e già questo mi ha fatto molto piacere.
Alle altre prove di fondo non succede più neppure questo. Sulla salita di Sormano siamo
stati superati da Gianni Motta attorniato da un nutrito gruppo di fans. Ho accelerato e
per qualche centinaio di metri sono riuscito a stare al suo fianco, giusto per salutarlo.
L'ho visto sudatissimo e sofferente. Mi ha fatto un po' pena. Avrei voluto dirgli:
"Rallenta. Riprendi fiato con i senzafretta, vieni con noi". Non so se
stava disperatamente cercando di interpretare il suo ruolo o si stesse divertendo così,
ma è stato lui a dirmi "Ci si vede al ristoro, arrivi un minuto dopo di me!"
Invece
siamo arrivati diversi minuti dopo e se ne era già andato. Il ristoro era fornitissimo ed
affollatissimo. Era dal Giro della Romagna che non vedevo più un ristoro così abbondante
ed affollato! Con la fotocamera già puntata su di noi, abbiamo trovato ad aspettarci
Loredana, la moglie di Paolo, che poi ci ha seguito ed incoraggiato fino al Ghisallo,
Senza affannarci ci siamo spazzolati crostatine, merendine, fichi secchi, banane e
sorseggiato thè caldo (!!), coca cola, aranciata e sali.
Probabilmente è qui che abbiamo "subìto" il maggior numero di sorpassi.
Grosso modo qui si sono fermati tutti, ma giusto il tempo di afferrare qualcosa e riempire
la borraccia. Una fretta indegna di un ristoro così ben fatto.
Dopo aver girato verso Onno, i sorpassi si son molto diradati ed abbiamo preso a spingere
con decisione sui pedali consci di esserci lasciati un po' andare. Panorami stupendi
sull'altro ramo del lago. Una foto "rubata" al volo. Per qualche chilometro
siamo riusciti a pedalare in compagnia di altri. Poi è arrivata la salita del Ghisallo a
spingerci a più mite andatura, nonostante il cronometraggio ancora funzionante.
Un'andatura mooolto più mite.
Qui è stata dura. Andando su con passo quasi da moviola ci siamo consolati vedendo
che ancora venivamo superati da altri ciclisti e quindi non eravamo proprio in abnorme
ritardo. Prima di Civenna ci ha raggiunto Roberto di Milano, un altro senzafretta questa
volta però impegnato con la sua squadra.
Chiudendo con il sommesso bip della Winning Time la nostra
"cronoscalata", due sorprese (almeno per me): la prima che la chiesa della
Madonna del Ghisallo è veramente piccola (molto più piccola di quanto possa fare
immaginare la fama che ha), la seconda che c'era ancora ben in funzione il ristoro. Alcuni
compagni di Roberto, ovviamente tutti partiti molto più tardi di noi, stavano intanto
arrivando su. Sul posto girava voce che il tempo massimo fosse stato allungato alle 13:30.
Bene, avevamo ancora margine. Ci siamo ben ristorati, dando così soddisfazione ai
cortesissimi volontari che aspettavano e poi via. Ehm... un momento. Non verso l'arrivo.
Siamo andati a vedere il monumento a Fausto Coppi e lo splendido panorama che da
lassù si gode. Poi, dopo la foto ricordo ai piedi del monumento al ciclista (o alla
bicicletta?), ci siamo buttati a tutta, o quasi, sulla facile discesa.
L'arrivo ormai a pochi chilometri, la soddisfazione per la splendida giornata, tutto per
il meglio insomma. Purtroppo, a meno di dieci chilometri, Fulvio è costretto a fermarsi:
crampi! Siamo fermi ed il tempo passa. Come sbucando dal nulla, arrivano non uno ma ben
due mezzi dell'organizzazione. E' evidente che siamo fuori tempo massimo, ma ci aiutano
con grande cortesia. Ripartiamo ed uno rimane al nostro seguito a scortarci. Ripaghiamo la
loro cortesia spingendo al massimo, il "nostro" massimo.
Siamo finalmente sull'arrivo. Il
gonfiabile è ancora su, il cronometraggio è ancora attivo ed al ristoro stanno
aspettando solo noi. Tutti sorridono, sono cortesi e ci fanno quasi credere di essere
arrivati in orario. Solo il diploma testimonia il contrario, il resto è festa. Ed alla
fine, anzi all'inizio delle premiazioni, ci scappa anche un premio.
Ma la cronaca non finisce qui: ecco la lettera ricevuta da Mario Sala,
l'organizzatore, in riscontro al doveroso messaggio di ringraziamento inviatogli.
-----Messaggio
Originale-----
Da: Mario <mariosala@interfree.it>
A: Pio R. Sbaffo <pio@senzafretta.org>
Data invio: martedì 11 settembre 2001 22.44
Oggetto: Re: Casartelli
Tempo fa, su Ciclismo vidi una lettera dei Senza fretta e dissi: "questi sono
tagliati per la nostra manifestazione". Poi, un altro pensiero: "ma no!, sono
solo dei rompiballe: Ti tengono impegnati tutto il giorno. Li dovrai cercare nella notte
con il lanternino - lascia perdere".
Ma il primo pensiero fu quello di mandarti l'opuscolo perchè pensavo che la nostra
manifestazione fosse tagliata su misura per chi la pensa come voi. E così feci.
Oggi, sono felice della scelta. Mai come quest'anno, la nostra manifestazione ha visto
alla partenza tanti veri cicloturisti. Ho visto all'arrivo squadre intere tagliare il
traguardo insieme. Pance e pancette di non più giovanissimi, raccontarsi ansimando la
gioia provata sul percorso, alle difficoltà delle scalate o della Colma o del Ghisallo.
Felici di essere arrivati infischiandosene del cronometro o del tempo massimo consentito.
Questa è la Fabio Casartelli che noi vogliamo. Sin dall'inizio abbiamo pensato ad una
manifestazione non competitiva. Chi viene da noi deve divertire e divertirsi e nulla
più. Noi ci mettiamo il nostro impegno cercando di rendere più agevole il loro sforzo,
offrendo un percorso incastonato in uno splendido panorama che madre natura ci ha
regalato, dei punti di ristoro riforniti il più possibile. Un servizio di assistenza
sanitaria efficiente, assistenza meccanica quanto basta e qualche premio di consolazione
anche per i..............lumaconi come voi.
Se poi, dopo tanto lavoro si riesce a dare un contributo a chi è stato meno fortunato di
noi, allora la felicità è al massimo. Ogni anno cerchiamo di migliorarci un pochettino.
Per il 2002 conto di avere molti più "Senza fretta" alla partenza, chiudere
così i cronometri alle 22,00 e come premio per gli ultimi arrivati,..... il bacetto
della buona notte.
Beh, forse ho un poco esagerato, comunque sia, arrivederci alla prossima,
Mario Sala
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Mario ha certo esagerato, ma, anche senza bacetto della
buona notte, le sue parole confermano ed amplificano quello che abbiano
"sentito" partecipando. Nel mio taccuino l'ho già segnata come MANIFESTAZIONE
DA NON PERDERE e son certo che il prossimo anno saremo molti di più.
Il coordinatore
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