TRE PASSI UMBRI
8^ edizione
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SPOLETO (PG), domenica 14 maggio 2000

  
Fra le tante prove di fondo quelle che affronto con più tranquillità sono quelle dove, oltre a poter scegliere il percorso strada facendo, il punto di separazione è abbastanza lontano dalla partenza. Giusto per un fatto di tranquillità, perchè quando parto con un obbiettivo non ci rinuncio tanto facilmente.

Alle Tre Passi Umbri il chilometraggio del lungo è relativamente... corto, appena 118 km., e si è indotti a scegliere questo percorso se non si dà un'attenta occhiata al dislivello: son ben 2414 mt.!
Così con Carlo di Canino (VT) ci siamo ritrovati e conosciuti al momento della partenza, già concordi di puntare sul lungo e "domare" un passo tanto poco conosciuto quanto ostico, Passo Gavelli.
Forte di una condizione fisica decisamente migliore, contavo di gustarmelo al meglio, invece già a metà del primo passo (lo Spino) era evidente che, nonostante il generoso tempo massimo (portato dagli organizzatori a 7h e 30m dopo la mia sofferta performance in 7h dell'edizione precedente), non andavamo con il ritmo giusto. Infatti venivamo sorpassati da tutti, proprio tutti, anche da Dante (cfr. edizione 1998) presente come sempre al suo personale appuntamento annuale.

000514bp.jpg (62531 byte)Pur arrivando "straultimi" al ristoro di Borgo Cerreto abbiamo trovato da mangiare a volontà e gente cordialissima. Mangiando e chiacchierando abbiamo conosciuto, oltre ai gestori del ristoro anche, altri abitanti del paese, incuriositi dal nostro stile ciclistico. Scherzando e bevendo,  anche i conducenti dei mezzi al nostro seguito prendevano parte alle nostre chiacchiere con un tono appena velato dal dubbio che questa volta, nonostante la buona fama del Gruppo, non ce l'avremmo fatta, ma pronti a ricredersi. Perciò quando ho detto loro che saremmo andati per il corto, ci sono rimasti quasi male e me l'hanno fatto ripetere più di una volta.

Mentre il fine-corsa ed il carro-scopa ripartivano subito per raggiungere gli ultimi del lungo, presumibilmente già a metà Passo Gavelli, con noi restava la seconda ambulanza.

000514cp.jpg (66810 byte)Certo, prepararsi agli oltre 200 km. della Nove Colli, pedalandone la domenica precedente appena un'ottantina non è la miglior cosa. Che fare? Semplice: allenare almeno la forza-resistenza. Ho innestato il "padellone" e mi sono impegnato a fondo per spingerlo mantenendo lo stesso passo di Carlo. Con inerzia zero ho probabilmente faticato più di lui sia sulla ripida salita di Castel San Felice, sia sulla più facile Forca di Cerro, dove molti ciclisti del lungo ci hanno raggiunto e superato due volte (per via della loro deviazione sul muro di Meggiano). Con ognuno abbiamo avuto simpatici scambi di battute ed incitamenti.

All'arrivo festa grande per tutti e pranzo completo, altro che pasta-party! Il super-acquazzone che si è abbattuto giusto prima delle premiazioni non ha guastato più di tanto la festa, perchè quest'anno (quasi che gli organizzatori avesso previsto anche questo) era stato allestito un accogliente mega tendone,  E per la regola che non tutti i mali vengono per nuocere, l'insufficiente preparazione di Carlo tutto sommato ci ha evitato di finire "annegati" in alta montagna, perchè è certo che l'acquazzone ci avrebbe colto lassù, a Passo Gavelli, dove comunque arriveremo... il prossimo anno. 

pio@senzafretta.org     

Aggiornamento 4/7/2000:
Una lettera degli organizzatori, G.C. Scocchetti, che lamentano il mancato supporto da parte della F.C.I., pubblicata su Cicloturismo mi ha indotto a scrivere questa sintetica nota alla sua redazione:

          


Gentile Redazione,

Ho letto con interesse nel numero di luglio la lettera degli organizzatori della Tre Passi Umbri, una prova di fondo poco conosciuta, ma organizzata con una passione ciclistica che non fa distinzioni di trattamento fra primi ed ultimi.
Negli ultimi cinque anni non sono mai mancato all’appuntamento di metà maggio. Svalicare i Passi Umbri, anche ammirando il panorama, è pur sempre un bell’impegno ed è estremamente gratificante vederlo riconosciuto. La cultura ciclistica dei volontari sui mezzi ed ai ristori è molto più vicina a chi va in bici per diletto che non a chi per andar forte non vede nulla delle naturali bellezze che attraversa. Gli ultimi sono attesi non con l’ansia di chiudere il prima possibile, ma per la gioia di vedere che ce l’hanno fatta. Nonostante un servizio di carro-scopa impeccabile (furgone perfettamente attrezzato con attacchi porta-bici e pulmino per i ciclisti) gli organizzatori si prodigano in ogni modo per permettere a tutti, ma proprio a tutti, di arrivare al traguardo e la manifestazione è meglio riuscita quanti meno ritiri si verificano.

Perciò mi ha sempre meravigliato che non venga organizzata con partenza alla francese, stile Giro di Romagna, ma agli organizzatori piace anche l’agonismo. L’animo agonistico convive con quello ciclosportivo in modo naturale, tant’è che, mentre i primi continuano a migliorare ogni anno il record di percorrenza, i tempi massimi sono stati abbondantemente allungati, ben oltre quanto impone il regolamento della F.C.I.
E’ stato forse questo che ha spinto i responsabili della Struttura Amatoriale a snobbare la Tre Passi Umbri?

Ma volete sapere il ridicolo della questione?
Nel sito ufficiale della F.C.I. le pagine-indice dell’attività della Struttura Amatoriale Nazionale (http://www.federciclismo.it/attivita/amatoriale/index.html) hanno quale sfondo la foto di un gruppetto di ciclisti seguiti dal carro-scopa, quasi a voler valorizzare un modo più tranquillo di andare in bici. Dove è stata scattata? Tre Passi Umbri 1999!
Probabilmente alla F.C.I. la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Cordialmente.

pio@senzafretta.org

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P.S. Tale foto è stata sicuramente "prelevata" dal sito del Gruppo dei Senza Fretta (http://www.senzafretta.org/gruppo/a1999/990530b.htm)

(lettera pubblicata su Cicloturismo dic.2000 pag.76 senza alcun riferimento a foto e sito FCI)

     

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