GRUPPO DEI SENZA FRETTA
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X COLLI DEI SENZA FRETTA
I° Memorial Paolo de Biagi
Riccione, 20/21 ottobre 2001

MINI-RELAZIONE
dell'incontro-chiacchierata del sabato pomeriggio


Come da programma, dopo la pedalata di affiatamento a Gradara, ci siamo ritrovati nella sala Maestrale, gentilmente concessaci dall'Hotel Sarti.

Prima di iniziare la chiacchierata si è proceduto a due sorteggi senza fretta, nel senso che abbiamo estratto tutti i nomi e considerato vincitori non i primi, ma gli ultimi estratti. Così a Matteo di Roma è andato il piatto in ceramica del Giro della Romagna e a Matilde di Gradisca d'Isonzo la targa della Gran Fondo dei Sibillini. Questo perchè è ormai tradizione consolidata del Gruppo dividere fra i partecipanti gli eventuali premi ricevuti; ciò che è indivisibile viene assegnato ad uno solo o per scelta unanime o per sorteggio e, stante la numerosa partecipazione ad entrambe le manifestazioni, non era stato possibile assegnarli al momento. Sembrerà strano, ma la lista dei premi ricevuti è più lunga di quanto si pensi. Giusto per citare i più significativi ed escludendo i premi gastronomici: Assuero di Roma ha avuto la statuetta etrusca della Gran Fondo della Geotermia ed una statua argentata della Gran Fondo del Conero, Paolo di Tolentino la coppa della Gran Fondo Marchigiana, Carlo di Roma la coppa dell'Eroica, Pippo di Foligno la coppa dei Tre Passi Umbri, Fulvio di Milano il casco della Casartelli, Sergio di Fano la coppa della Gran Fondo del Friuli, Mario di Malta una coppa della Gran Fondo degli Agolanti, Pio di Osimo un'altra coppa della Gran Fondo degli Agolanti e la targa-orologio della Gran Fondo dei Colli Piceni. Infine vanno citate le spille-medaglie d'argento assegnate individualmente ad Assuero di Roma, Carlo di Canino (VT), Mario di Montesilvano (PE), Raffaele di Visciano (NA) e Pio di Osimo (AN) quali Senza Fretta partecipanti alla Gran Fondo della Pace. Insomma, niente male, come ultimi!

RICORDO DI PAOLO DE BIAGI

Mario di Roma ci ha fatto conoscere i fratelli di Paolo, venuti da Pesaro, ed insieme hanno ricordato il tragico incidente di un anno fa, il forte fisico di Paolo e l'illusione che potesse farcela. Paolo era un atleta, sapeva lottare per vincere, ma sapeva anche essere generoso. Con il suo modo di fare schietto riusciva a trascinare gli altri. In bici poteva gareggiare ed essere competitivo, ma era anche pronto ad aiutare chi era in difficoltà ed amava la compagnia fino a rallentare ed arrivare tranquillamente con gli ultimi. 

Paolo De Biagi

   
ARRIVARE SEMPRE ULTIMI?

Il primo argomento introdotto da Pio è stato proprio il "domandone" maggiormente dibattuto nel Forum.
Premesso che nessuna regola del Gruppo obbliga gli aderenti ad arrivare ultimi, rimane il fatto che, partecipando alle gran fondo, è questa una posizione nella quale è facile ritrovarsi se si rispettano le nostre tre regole: pedalare in modo non competitivo, aspettare chi rimane indietro ed aiutare chi si trova in difficoltà.
Queste regole sono state pensate per ottenere il primo obbiettivo del Gruppo che è partire insieme ed arrivare insieme. Mentre gli altri gruppi o società si disperdono lungo il percorso, il nostro Gruppo si distingue per il forte spirito di aggregazione nonostante l'eterogeneità dei suoi aderenti. Si può essere un senza fretta nel senso di non aver fretta di arrivare al traguardo, ma per essere del Gruppo dei Senza Fretta occorre aver piacere a stare in compagnia, anteporre la conquista collettiva all'impresa personale ed essere disponibile a regolare la propria andatura su quella del più lento.
Quest'ultima affermazione ha suscitato un ulteriore approfondimento. Infatti Matilde ha fatto presente che adeguarsi all'andatura del più lento può comportare il dover stare più ore in sella di quelle a cui uno è allenato. L'osservazione è esatta solo se si considera di pedalare fianco a fianco, ma a nessuno è richiesto di impegnarsi oltre le proprie possibilità, per cui può andar bene anche andare avanti e poi fermarsi ad aspettare per il ricompattamento, così le delicate parti di appoggio possono avere delle pause di "riposo" e si riduce il tempo in sella pur impiegando tutti lo stesso tempo complessivo. Assuero ha fatto anche osservare che da sempre sul sito è chiaramente indicato che il primo fondamentale requisito per essere un senzafretta è quello di aver tanto piacere ad andare in bici da starci sopra il... massimo possibile.
Mettendo questo in relazione al secondo obbiettivo del Gruppo, che è arrivare possibilmente entro il tempo massimo, ed all'idea da cui il Gruppo è nato (Per "godersi" una gran fondo sino in... fondo non bisogna correre, ma arrivare verso lo scadere del tempo massimo!) ecco che il fatto di arrivare sempre ultimi sarebbe una circostanza del tutto trascurabile e non dovrebbe scandalizzare nessuno.

   
LA FUNZIONE SOCIALE DEL GRUPPO

In realtà arrivare ultimi è importante ed ancor più importante è non arrivare troppo prima dello scadere del tempo massimo. Questo è ciò che Pio ha cercato di spiegare partendo da una semplice considerazione: più aumenta la velocità media di una manifestazione ciclistica e più gli organizzatori tendono a ridurre i tempi massimi.
Se la Sibillini ha continuato a regolamentare 9 ore (e Giustozzi & C. non si sono adeguati ai ridotti standard UDACE) un certo merito lo ha il Gruppo che ha sempre utilizzato quasi tutto il tempo disponibile. Pio ha apertamente dichiarato di sentirsi in colpa per aver "pilotato" alcune manifestazioni ad andatura tale da arrivare con largo anticipo sul tempo massimo, unica attenuante l'essere comunque arrivati ultimi o con gli ultimi.
Checchè se ne dica, il Gruppo è riuscito a "pubblicizzarsi" al punto da essere preso a riferimento dagli organizzatori. E' accaduto persino che il fine corsa abbandonasse gli ultimi per scortare i Senza Fretta, che poco più avanti non sapevano di avere qualcuno dietro. Ed ancora, ad un ristoro: "Dài, possiamo chiudere, i Senza Fretta son passati..." e giù a spiegare che dietro c'erano quelli che facevano il percorso corto!
In questo momento il Gruppo si trova coinvolto in un ruolo che non è propriamente il suo, in quanto viene "guardato" come rappresentanza dei ciclisti più tranquilli in genere. Così, mentre ci si lamenta dei tempi massimi sempre più risicati, se il Gruppo arriva in anticipo spinge gli organizzatori a ridurli ancora. Le tabelle di marcia vengono redatte anche per meglio regolarsi sull'andatura da tenere per riuscire a giungere allo scadere del tempo massimo. Pio addirittura ha affermato: "Meglio sbagliare arrivando con qualche minuto di ritardo, che arrivare con largo anticipo." aggiungendo che ciò forse richiede un'attenzione in più, ma perfettamente in linea con quello che dovrebbe essere un idem-sentire dei senzafretta: con l'arrivo finisce il piacere di andare in bici in compagnia, meglio farlo finire più tardi possibile.        

   
PARTECIPAZIONE ALLE PROVE DI FONDO

Qualcuno ha fatto osservare che la pubblicità che il Gruppo fa alle prove di fondo, elencandole e presentandole nella pagina degli Appuntamenti, porta a queste manifestazioni non solo i "quattro gatti" del Gruppo, ma più ciclisti di quanto si immagini, che magari pensano: "Io ci provo. L'organizzazione è sicuramente buona e, male che vada, con i Senza Fretta arrivo di sicuro."
Anche Carlo Turchetto, quando ci ha conosciuto a Caldarola, ha osservato come il Gruppo potrebbe fungere da entry-level (livello d'ingresso) per chi non osa partecipare alle gran fondo per paura di rimanere solo e abbandonato. Ed in effetti ciò è già avvenuto ed alcuni hanno fatto esperienza con noi per poi pedalare con il proprio stile. Hanno un ottimo ricordo ed ammirazione del Gruppo e rallentano sempre per scambiare due parole e salutare.
Purtroppo non tutti gli organizzatori tengono tutto questo nella giusta considerazione e qualche volta ci è capitato di essere considerati dei rompiscale perditempo. Al tal proposito Pio ha ricordato la "discussione" con Elvezio Pierandi e la susseguente corrispondenza (alle pagine: lettera aperta con risposta e replica pubblica e privata) che ha un po' ricucito il rapporto, ma in ambito Master le nostre aspettative sono andate deluse e le previsioni per il futuro non sono rosee. Anche dall'ambiente UDACE sono giunte indiscrezioni che a livello nazionale non siamo molto ben visti perchè i giudici vogliono "chiudere" sempre prima. Bisogna compatirli, non si divertono e più diventano efficienti i cronometraggi elettronici più si sentono inutili.
Si è quindi concluso di usare un maggior rigore nella selezione delle prove di fondo a cui partecipare come Gruppo, perciò nella pagina degli Appuntamenti saranno inserite solo quelle manifestazioni a cui parteciperemo ufficialmente previo contatto positivo con gli organizzatori o certezza di consolidata tradizione cicloturistica.

   
DUE PAROLE SULLA PREPARAZIONE

Assuero è quindi intervenuto per porre l'accento sulla preparazione necessaria per partecipare alle prove di fondo. Se è pur vero che la partecipazione condotta con i nostri ritmi non richiede la grande e specifica preparazione che le riviste declamano con piani di allenamento semiprofessionali, è però certo che l'andatura in una prova di fondo non è un'andatura escursionistica con continue e lunghe soste. Per lo più si ammira il paesaggio pedalando e si cerca di mantenere sempre una certa continuità di pedalata in modo da spendere le forze in modo costante e "inesorabile".
Noi non partecipiamo alla gara di lasciare indietro quanti più avversari possibile, ma siamo comunque in gara per arrivare entro il tempo massimo. Ci diamo da fare per ottenere tempi massimi più lunghi e pedalare più tranquilli, ma questo comporta il necessario allenamento alla sella. Invece di valutare il proprio allenamento in base ai chilometri percorsi è più importante valutarsi in base alle ore che si riesce a stare in sella e le massime pendenze che si è in grado di superare. Un'altra verifica è l'aver già fatto un chilometraggio simile (va bene anche un 15-20% in meno) del percorso che si vuol scegliere.   

   
LE TABELLE DI MARCIA

Pio ha quindi chiamato in causa le tabelle di marcia. Purtroppo non sempre riesce a prepararle per tutti i percorsi, però quando ci sono dovrebbere essere "studiate" con una certa attenzione. E' vero che non sono vincolanti ed hanno principalmente valore di riferimento per riscontrare il tempo massimo, ma danno anche un'idea abbastanza precisa dell'impegno richiesto in termini di tempo in sella e di prevedibile velocità di pedalata, in funzione delle pendenze da superare. Sarebbe bene imparare a conoscere le varie pendenze e le proprie velocità relative per raffrontarle e valutare  i propri limiti. E' vero che con il Gruppo si riesce a fare sempre di più, ma non siamo organizzati per i miracoli.

   
OLTRE ALLE PROVE DI FONDO

Armando e Fabrizio de "I soliti 4 amici" di Roma, confermando l'incompatibilità delle manifestazioni nel Lazio con lo stile senza fretta, hanno proposto di parteciparvi senza iscrizione, magari partendo in anticipo per arrivare insieme agli altri. In effetti il tardo orario di partenza, stabilito per agevolare i ciclisti limitrofi, si presterebbe bene e potrebbe essere una forma di protesta "attiva" che ricordi direttamente agli organizzatori che noi siamo pronti a partecipare se esistessero le condizioni per farlo.
Per correttezza non si dovrebbero "sfruttare" i ristori, ma ci si dovrebbe organizzare in modo autonomo. A questo punto vien da domandarsi: "vale allora la pena imporsi un ritmo da prova di fondo ed il rispetto del tempo massimo? ovvero allargare la base partecipativa pedalando ad un ritmo più vicino al cicloescursionismo e magari fermarsi al ristorante a metà percorso per un ristoro più completo, quasi pranzo, ma senza esagerare per poter ripartire in bici?" Sarebbe bello poter conoscere quanti più pareri possibile e magari arrivare a decidere di scegliere un giorno diverso e "fregarsene di sensibilizzare gli organizzatori" in un ambiente che è di per sè ostile a chi non è competitivo.

In effetti potremmo organizzarci delle pedalate per conto nostro, sia scegliendo di ricalcare il percorso di una Gran Fondo che ci piace, sia modificandolo e cambiando a nostro gusto le regole. Qualcuno si è quindi ricordato dell'idea lanciata da Sergio di Fano: la Nove Colli in Nove Giorni, ovvero un colle al giorno leva il medico di torno.
Quest'esagerazione non ha avuto seguito, ma organizzarsi una Nove Colli in tre tappe non potrebbe essere una cosa fattibile ed accessibile a tutti? Così anche chi ha sempre partecipato al percorso corto potrà una volta tanto provare anche il resto del percorso. Certo non è la stessa cosa farlo in novemila o farlo in una decina ed infatti  una tale iniziativa non intenderebbe cancellare la partecipazione alla manifestazione ufficiale, ma aggiungerne un'altra tutta nostra.

Pio ha già idea di organizzare la Pedalata d'Altura, probabilmente a fine giugno o fine agosto, già provata con Flavio di Cernusco s.Naviglio, con sosta per pranzo a Sassotetto, circa 1600 mt. di altitudine. Inoltre Raffaele di Visciano (NA) ha già da tempo proposto un bellissimo giro lungo la costa campana. Il periodo migliore sarebbe marzo od aprile. Vicino Roma i laghi Bracciano e Vico potrebbero essere il teatro ideale per una Due Laghi Senzafretta. Insomma, ognuno potrebbe proporre qualcosa nella propria zona e negli appuntamenti proporremo anche queste.  

   
CONCLUSIONE

In conclusione si è auspicata una maggiore partecipazione al Forum che può essere proficuamente utilizzato sia per proporre e confrontare nuove idee che per definire in modo collettivo il calendario degli appuntamenti, facendo confluire nel Forum tutte le notizie utili e le informazioni raccolte, compresi i contatti con gli organizzatori e via dicendo, nonchè far conoscere la propria decisione di partecipare.

Mario di Roma e Pio (al centro) insieme ai fratelli di Paolo

La vita del Gruppo è soprattutto partecipazione. Abbattendo le barriere delle distanze e del tempo, il Forum ci riunisce virtualmente e permette a tutti di partecipare. Se poi  si riesce anche a ritrovarsi in bici e realizzare quello che insieme si è sognato e progettato è ancora meglio. E... in più si è a sognare e più i sogni possono realizzarsi. 

     

  La segretaria         
anna@senzafretta.org  

        


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