Gran Fondo dei Sibillini 2002
(Rassegna stampa)

   
Il percorso lungo.

Innanzi tutto ricordatevi di iscrivervi quanto prima, sia per usufruire della comoda ed economica possibilità di pernottare nei collegi universitari, sia per permettere agli organizzatori di prevedere per tempo tutte le necessità logistiche.

Comunque decidiate, percorso lungo o percorso corto, un'utile occasione di verifica e di messa a punto del proprio motore potrebbe essere la Gran Fondo dei Colli Piceni, in programma il 7 luglio a S.Vittoria in Matenano (AP). Per iscriversi alla Colli Piceni occorre effettuare il pagamento sul c/c bancario n.1930/79 intestato a G.S.C. Matenano - Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno - Agenzia di Santa Vittoria in Matenano. La quota da versare fino al 4 luglio è di 15,00 Euro, poi 20,00 Euro fino a mezzora prima della partenza. I dati della propria iscrizione e copia della ricevuta di versamento possono essere inviati a mezzo fax al n.0734/780813. Altre informazioni all'indiritto internet http://digilander.iol.it/gscmatenano . Il percorso, studiato con molta cura e competenza dal ciclo-maresciallo cav. Angelo De Santis, calca la stessa strada della Sibillini nel tratto abbastanza impegnativo Amandola-Montemonaco, ma a differenza della Sibillini, dove la salita è tutta concentrata nella prima parte, alla Colli Piceni le salite si alternano a tratti di recupero e sono quindi ideali per lavori di carico massimale. L'arrivo in salita vi darà il chiaro responso su ciò che dovrete migliorare ed avrete quindici giorni di tempo per lavorarci sopra. Anche per me, che punto semplicemente ad arrivare entro il tempo massimo e non lavoro in bici, ma in ufficio, sarà importante avere un'indicazione sui punti deboli da prevenire per quanto possibile.

Infatti il percorso lungo della Sibillini non è proprio uno scherzo, richiede almeno 2-3000 chilometri già pedalati e quest'anno, per via dello spostamento della sede di partenza e d'arrivo a Camerino, sarà anche un qualcosina più impegnativo. Ma è il percorso lungo il vero Giro Cicloturistico dei Monti Sibillini, come ricorda lo storico "sottotitolo" della manifestazione. Siamo arrivati alla 12ma edizione e neppure questa manifestazione è rimasta indenne dalla ventata di agonismo che spira ormai da tempo su queste prove ciclistiche. Comunque l'originaria anima cicloturistica rimane e continua a coesistere accanto ad una competizione di livelli sempre più elevati. Ciò grazie all'impegno degli organizzatori che regolamentano un generoso tempo massimo di ben 9 ore ed alla sensibilità dei volontari che ogni anno aspettano (sempre meglio organizzati per le lunghe attese) il Gruppo dei Senza Fretta, che accoglie nelle sue fila chi vuol provare un'esperienza che in solitudine sarebbe quantomai pesante e difficile.

E' al 33mo chilometro, al termine della salita di Morichella, che avviene la separazione dei percorsi. Mentre il corto gira subito a destra verso Monastero, il lungo prosegue dritto per Pian di Pieca fino ad immettersi sulla SS.78, dove si gira a destra in direzione di Sarnano. Si supera il centro abitato e, dopo un paio di saliscendi, preceduta da una breve e ripida discesa, inizia la salita di Rustici. A me è sempre sembrata una salita molto impegnativa, della serie: "se sono in difficoltà qui, come farò dopo?", probabilmente perchè non c'è un gran paesaggio da vedere e si toccano per la prima volta punte del 10-11%. Si svetta dopo circa 3 km. e si arriva ad Amandola in discesa. Attenzione all'attraversamento del centro abitato ed al passaggio attraverso l'antica porta di accesso. Si lascia la SS.78 e si imbocca la Subappenninica. La strada prosegue un po' altalenante fin sotto Montefortino, dove prende a salire con decisione. Un paio di chilometri ed al termine della rampa, alle porte del paese, sulla sinistra c'è una fontanella freschissima. Se farà caldo merita la sosta, perchè ci sarà ancora molto da salire con lunghi tratti privi di vegetazione. In compenso si potrà ammirare un panorama a 360° gradi: sulla sinistra i verdeggianti colli piceni, sulla destra il Monte Priora ed il Monte Sibilla, separati dalla Gola dell'Infernaccio. Questi sono i luoghi dove è ambientato il fantastico mondo di Guerrino detto Il Meschino. Dopo otto chilometri, quando la strada spiana, sarete arrivati a Montemonaco a quota 985. Qui è piazzato il primo ristoro, ma voi non fermatevi, non perderete tempo. Ci penseremo noi a spazzolare via tutto, anche la vostra parte. Una discesa molto tecnica di circa quattro chilometri vi porterà al bivio Foce. Attenzione agli incroci. Dopo qualche saliscendi si salirà per circa quattro chilometri fino al Valico Pescolle a quota 950. All'incrocio girate a destra e godetevi la discesa: la parte più impegnativa sta per arrivare! Si riprenderà a salire e con un balzo di due chilometri si raggiungerà... Balzo, quota 875. Dopo la strettoia fra le case è piazzato il rifornimento idrico. Servitevi al volo e non perdere il ritmo, c'è ancora tanto da salire. Sei impegnativi chilometri vi porteranno al Colle Galluccio a quota 1170. Questo tratto è molto ombreggiato e potrete individuare il punto di svalicamento con un certo anticipo facendo riferimento ad un traliccio dell'energia elettrica con relativa cabina di trasformazione. La strada scende verso la valle del Fiume Tronto ed appena prenderete gusto alla discesa dovrete deviare sulla destra. Qui convenzionalmente inizia la mitica salita di Forca di Presta, che vi ho descritto due settimane fa. Circolano molte voci su questa salita, l'unica vera è che è tutta esposta al sole e sarà attivo il cronometraggio per la classifica della cronoscalata. Son sei chilometri impegnativi, ma non impossibili. In vetta, a quota 1537 mt., ci sarà il ristoro con le famose mele in acqua e limone. Approfittatene e prima di buttarvi in discesa ammirate la vastità del Pianoro Grande che si apre sotto di voi. Scendendo vi sembrerà di volare, risucchiati in un mondo a parte e magico. Purtroppo a metà luglio non troverete la spettacolare fioritura delle lenticchie, ma solo qualche residua traccia. Per quanto possa aver fatto caldo lungo la salita, durante questa discesa è molto facile prender freddo, ma, tranquilli, tornerete a patire il caldo appena affronterete la rampa di Castelluccio di Norcia, abbarbicato su di un cucuzzolo. Lunga poco più di un chilometro è probabilmente il tratto più ripido di tutto il percorso, con punte del 13-14%. Sulla vostra sinistra avrete uno scorcio di tutto il pianoro fino al valico di Forca Canapine. Discesa breve verso un pianoro molto meno vasto, detto Pian Perduto, per poi risalire fino a svalicare Forca di Gualdo a quota 1495. La salita non più lunga di un tre chilometri è tutta in piena vista e pieno sole, di pendenza molto regolare con tre ampi tornanti che vi permetteranno di dare un'ultima occhiata a questo isolato angolo di mondo.

Finalmente un vera discesa! Sono ben 11 km., di cui i primi 4 di modesta pendenza e lunghi rettilinei. Quando vedrete alla vostra destra un albergo-ristorante, tirate i freni. Inizia qui il tratto assai più ripido che con un susseguirsi di stretti tornanti ed ampi curvoni vi porterà a Castelsantangelo sul Nera, dove è strategicamente piazzato l'ultimo ristoro. La strada continua a scendere fino a Visso a quota 600. Probabilmente farà molto caldo ed invidierete le trote nelle fresche acque degli allevamenti disposti sul Fiume Nera che costeggia la strada. Attenzione alla breve galleria ed ai cambi di direzione per l'attraversamento del centro abitato. Qualche chilometro dopo, in località Borgo S.Antonio, si riprendere a salire. E' l'ultimo valico, il Valico delle Fornaci. Situato a bassa quota (appena 815 mt) ed incassato fra il Monte Fema e il Rifugio d'Arette, scoprirete prima di arrivare in vetta il perchè del suo nome. Si sale con pendenza molto regolare attorno al 5%, ma non si passa per la galleria. A poco più di un chilometro dalla vetta si deve lasciare la SS 209 e prendere la vecchia strada. Subito dopo lo svalicamento si incrocia la strada che viene dal Santuario del Macereto ed i percorsi si riuniscono. Mancano più o meno 26 km. all'arrivo, ma il più è fatto. Si scende ancora, poi potete sparate le ultime cartucce sulle due salitelle finali, già descritte una settimana fa. Se invece siete in riserva tirate fuori tutta la grinta con cui avete domato Forca di Presta e supererete anche questi ultimi ostacoli.

Sia che abbiate corso a tutta birra, oppure pedalato più tranquilli ammirando il paesaggio, comunque sia, complimenti!

Sbaffo Pio Renato  

Articolo scritto per Ciclismo (organo ufficiale Udace)


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