Caro Cicloturismo,
Leggendo l'articolo del Sig. Gian Marco Arturi, mi sono, in un certo senso,
sentito tirato un po' in ballo.
Premesso che non conosco personalmente il sig. Pio Renato Sbaffo, coordinatore
del Gruppo dei "Senzafretta", vorrei far sentire la voce di chi, come me,
"senzafretta" lo è non per scelta, ma per caso.
In questo 1999, ho partecipato a 3 granfondo (Barilla, Dolomiti, 5 Terre)
classificandomi, in tutte e tre le occasioni "esimo", come si usa dire dalle
mie parti, ma grande è stata la gioia e la soddisfazione provata alla
G.F. 5 Terre, dove ho svolto tutto il percorso corto unitamente ad un
"senzafretta" e ad un senzafretta raccolto per strada.
Gioia e soddisfazione perchè, dopo i grandi rischi presi sia alla
"Barilla" che alla "Dolomiti", dove in discesa ho raggiunto
anche velocità importanti, ho riscoperto un modo nuovo di andare in bicicletta,
un modo un po' più umano, apprezzando le bellezze del paesaggio e della
natura.
Poco importa se sono arrivato penultimo del percorso corto, poco importa se
sono stato classificato erroneamente nel percorso medio, ma importante per
me è stato lo scoprire la lealtà, sincerità e sofferenza
di chi sta in fondo al gruppo e non ti fa sentire solo.
Non voglio parlare a titolo personale, ma vorrei ricordare al Sig. Arturi
che, come in tutte le cose, c'è sempre un primo ed un ultimo, e non
posso accettare la proposta di organizzare delle passeggiate al ristorante
più vicino, ma anzi, lo invito sin da ora a pedalare, nelle prossime
granfondo, in fondo al gruppo, riscoprendo, con umiltà, i sapori e
la soddisfazione che ciò comporta. Non mi risulta che il Sig. Arturi
abbia conseguito, del resto, grandi risultati, tanto da poter dire o consigliare
di dedicarsi a "ciclopasseggiate al ristorante".
Non ho mai voluto intralciare nessuno e nessun organizzatore di granfondo,
ed essendo generalmente "uno degli ultimi" vivo di persona tutte le
problematiche che ciò comporta: ma siccome per partecipare alle
granfondo pago, e spesso anche dei bei soldini, permettetemi di essere
trattato alla stregua dei primi. Perchè, e fatemi sapere se sbaglio, in
nessun regolamento c'è scritto " ristori fino ad esaurimento scorte"
o "assistenza solo per i primi".
E allora, viva i "Senzafretta", paladini del popolo dei ciclisti
di fondo gruppo. Capisco che avere qualcuno che racconta i contro dell'essere
in fondo al gruppo possa essere scomodo. Scomodo per coloro che non sono
organizzatori seri, o capaci, soggetti a critiche che spesso fanno male.
Non mi sembra che i Senzafretta abbiano mai voluto mettere in cattiva luce
qualcuno e comunque sia, bene o male, l'importante è che se ne parli.
Ci tengo a precisare che la mia non vuole essere una nota polemica, ma la
semplice risposta di uno del gruppo.
Uno degli ultimi. Grazie.
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Valerio Barlettani
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