Noi Senzafretta, ultimi per ricordare a tutti
i granfondisti cos'è la solidarietà "in bici"
Ho letto con interesse le critiche mosse al Gruppo dei Senza Fretta, su questa rubrica
nel numero di novembre, da parte del Sig. Gian Marco Arturi e sono lieto che si affronti
il tema della nostra notorietà.
Innanzi tutto i fatti. Mai abbiamo "preteso", e neppure pensato di
"pretendere", moto al seguito, birre fresche o ristoro finale cucinato apposta
per noi. Abbiamo però ritenuto sempre nostro dovere, non solo segnalare le inefficienze,
ma anche dare notizia (ed in tal modo ringraziare) delle "attenzioni" ricevute
da alcuni organizzatori e di cui molte volte non abbiamo beneficiato solo noi Senzafretta,
ma anche gli altri ciclisti con cui si era fatto gruppo. Infatti è nostro uso prendere
contatto con gli organizzatori e non imporre la nostra presenza se non è gradita. In
alcuni casi abbiamo semplicemente chiesto un tempo massimo maggiore e ci è stato
accordato, senza danneggiare nessuno.
Colgo così l'occasione per ringraziare pubblicamente questi organizzatori: Tre Passi
Umbri (Spoleto), Santuari Francescani (Rieti) ed Alta Valle del
Tevere (Pieve S.Stefano). E ringrazio anche tutti gli altri organizzatori che hanno
stabilito tempi massimi alla nostra portata già nei loro regolamenti. Si dà il caso che,
contrariamente a quanto si creda, molti organizzatori siano "senzafretta" nel
loro animo ciclistico e vorrebbero che la loro manifestazione, frutto di durissimo
impegno, sia autenticamente goduta anzichè sofferta da chi vi partecipa.
E' vero che al Giro dei Castelli Malatestiani e della Repubblica di San Marino siamo
arrivati ultimi "nel giro corto" con una media (abominevole?) di 15,8 (e non 16)
km/h, ma con una più attenta lettura della classifica è facile rilevare che altri tre
ciclisti sono arrivati con il nostro stesso tempo (secondo più, secondo meno). Inoltre un
quarto ciclista era pure con noi, solo che (per errore di rilevazione cronometrica) è
stato inserito nella classifica del giro lungo. Per cui in realtà eravamo in sei. Son
certo che gli amici dell'Agip Petroli di Roma, con cui abbiamo fatto gruppo
nell'occasione, ricorderanno bene come siamo stati noi ad adeguarci al loro passo e non
viceversa. Riguardo tale granfondo, alla redazione di Cicloturismo è stata inviata
un'apposita lettera, che spiega più in dettaglio come sono
andate le cose.
La foto stessa, inserita dalla redazione, già dimostra che non sempre pedaliamo da
soli. Ci è stata cortesemente scattata, su nostra richiesta, dall'addetto al fine-corsa
in prossimità del punto di separazione fra il giro lungo ed il giro ridotto della
Granfondo delle Alte Valli del Potenza Chienti Fiastrone ed Ussita. Anche in tale
manifestazione abbiamo avuto il piacere di far gruppo con altri partecipanti e questi
hanno voluto averne un ricordo, prima di separarci. D'altro canto la partecipazione al
nostro gruppo è così varia ed eterogenea che può capitare di incontrarsi una volta e
mai più. Le foto sono un ricordo a tutti gradito e ci siamo attrezzati autonomamente
perchè molto spesso i fotografi ufficiali, quando passiamo noi, se ne sono già andati!
Avendo la macchina fotografica appresso, come si fa a non fissare sulla pellicola qualche
scorcio da non dimenticare? La redazione di Cicloturismo, pure per questa granfondo, è in
possesso di un'altra lettera che spero vorrà pubblicare.
Riguardo al suggerimento di organizzarci ciclopasseggiate autonome, questo è stato
accolto ancor prima che arrivasse: ad inizio e fine stagione ci si ritrova per pedalare
fino... ad un ristorante. Il prossimo rendez-vous avrà luogo il
5 dicembre a Recanati. Purtroppo solo i Senzafretta locali riescono a venire, per cui con
gli altri sparsi un po' in tutta Italia ci si ritroverà alle prossime granfondo. A queste
torneremo, se i tempi massimi ce lo consentiranno, perchè noi Senzafretta non siamo pigri
crapuloni gaudenti che giocano a mettere in difficoltà chi li segue. Siamo sempre e
soprattutto sportivi. Chi pure ci immagina aggrappati ai veicoli di scorta, oppure pronti
a sfruttare la loro scia, sbaglia di grosso. Normalmente, se non ci sono "situazioni
difficili" in corso, invitiamo i conducenti ad andare avanti ed aspettarci in vetta,
oppure a trovare una bella ombra, magari anche un bel punto panoramico, e non aver fretta
a raggiungerci. Quando è possibile ci scambiamo i numeri dei cellulari; avremmo anche
pensato di dotarci di un CB, ma, oltre alla spesa, dovremmo anche trovare il volontario
che... se lo carichi in bici. Spesso al fine-corsa consegniamo anche la nostra tabella di
marcia, in modo che possa muoversi più liberamente sul percorso ed assistere anche gli
altri ciclisti che ci precedono. Così, senza il rumore di un motore alle spalle, abbiamo
il vantaggio di poter ascoltare i suoni della natura e non dover urlare per raccontarci la
barzelletta che ci darà la spinta sullo strappo più temuto. Le poche forature subìte ce
le siamo sempre riparate da noi. Certo, il puntuale arrivo dell'assistenza con pompa e
manometro ci è stato poi innegabilmente di grande aiuto. Ma non dimentichiamo mai di
portarci appresso un minimo di attrezzatura ed un mini pronto soccorso tascabile. Sono i
nostri portafortuna!
Pur con un allenamento precario, ritagliato fra mille impegni, con un passo più lento,
conservando coscienza di ciò che ci attornia, a volte chiacchierando, a volte stringendo
i denti (ma senza sconfinare nella pura sofferenza) anche noi superiamo le stesse salite e
le stesse difficoltà degli altri partecipanti. Il nostro sistema per trovare il passo
giusto è banale quanto efficace: se qualcuno comincia a desiderare che la salita finisca,
si rallenta. Una salita è tanto più bella, quanto più si desidera che non finisca mai
e... si va su, ancora su, incuneandosi fra i monti.
Riguardo alla notorietà del Gruppo, questa è sicuramente una nostra colpa. Soltanto
perchè pedaliamo sempre in coda siamo notati e di mese in mese aumentiamo di numero?
Oltre alla tartaruga sul casco del sottoscritto, abbiamo realizzato delle vistose maglie
proprio per aumentare la nostra "visibilità". (Attenzione, chi è impegnato a
portare la maglia della propria società, deve rinunciare ad indossare la nostra maglia pur essendo a tutti gli effetti un Senzafretta).
Abbiamo aperto il sito Internet http://www.imar.net/home/senzafretta , accontentandoci di
pagine modeste e di facile visualizzazione, dedicando così all'aggiornamento il massimo
sforzo possibile. Abbiamo scritto, scritto e riscritto a giornali, riviste, enti ed
organizzatori, inviato fax, spedito foto, distribuito centinaia di volantini e molte
tabelle di marcia. Probabilmente abbiamo passato, e stiamo passando, più ore a scrivere
che a fare allenamento in bicicletta .
Ma, senza sentirci "primedonne", siamo sinceramente orgogliosi di aver
spostato parte dell'attenzione dalle imprese dei primi alle conquiste degli ultimi. Ciò
ha portato e porterà beneficio anche a chi si ritroverà ultimo, per aver osato troppo, e
potrà vincere la sfida ingaggiata contro sè stesso se non sarà stato abbandonato dai
suoi compagni e/o dall'organizzazione.
Noi Senzafretta continueremo ad essere ultimi. E' il nostro modo di dimostrare con i
fatti che teniamo fede al nostro impegno di aspettare chi rimane indietro. Perchè, oltre
ogni possibile narcisismo, noi abbiamo un sogno, il sogno che in ogni manifestazione
ciclistica (granfondo in particolare) ci sia un gruppo in cui si "raccolgano"
gli ultimi e questi, per reciproco aiuto, giungano tutti insieme al traguardo. Non è
un'eresia. Forse qualcosa del genere non accade persino in ambito agonistico, nelle corse
a tappe?
Non ha nessuna importanza che questo gruppo sia il Gruppo dei Senza Fretta o qualsiasi
altro gruppo, più o meno tranquillo, e con una simile filosofia. Noi non rivendichiamo
nessuna esclusiva, perchè in questo sogno non c'è veramente niente di nuovo! Stiamo
semplicemente cercando di far riemergere quel vecchio spirito di solidarietà ciclistica
che tempo fa esisteva spontaneo e che l'attuale cultura della competitività di fatto
sopprime.
Grazie al Sig. Gian Marco Arturi ed a Cicloturismo per avermi dato l'opportunità di
fare chiarezza.
Pio Renato Sbaffo (coordinatore del Gruppo dei Senza Fretta) |