Risposta al sig.Arturi - Lettera dell'1/11/99 a Cicloturismo        
        

Noi Senzafretta, ultimi per ricordare a tutti
i granfondisti cos'è la solidarietà "in bici"

Ho letto con interesse le critiche mosse al Gruppo dei Senza Fretta, su questa rubrica nel numero di novembre, da parte del Sig. Gian Marco Arturi e sono lieto che si affronti il tema della nostra notorietà.

Innanzi tutto i fatti. Mai abbiamo "preteso", e neppure pensato di "pretendere", moto al seguito, birre fresche o ristoro finale cucinato apposta per noi. Abbiamo però ritenuto sempre nostro dovere, non solo segnalare le inefficienze, ma anche dare notizia (ed in tal modo ringraziare) delle "attenzioni" ricevute da alcuni organizzatori e di cui molte volte non abbiamo beneficiato solo noi Senzafretta, ma anche gli altri ciclisti con cui si era fatto gruppo. Infatti è nostro uso prendere contatto con gli organizzatori e non imporre la nostra presenza se non è gradita. In alcuni casi abbiamo semplicemente chiesto un tempo massimo maggiore e ci è stato accordato, senza danneggiare nessuno.

Colgo così l'occasione per ringraziare pubblicamente questi organizzatori: Tre Passi Umbri (Spoleto), Santuari Francescani (Rieti) ed Alta Valle del Tevere (Pieve S.Stefano). E ringrazio anche tutti gli altri organizzatori che hanno stabilito tempi massimi alla nostra portata già nei loro regolamenti. Si dà il caso che, contrariamente a quanto si creda, molti organizzatori siano "senzafretta" nel loro animo ciclistico e vorrebbero che la loro manifestazione, frutto di durissimo impegno, sia autenticamente goduta anzichè sofferta da chi vi partecipa.

E' vero che al Giro dei Castelli Malatestiani e della Repubblica di San Marino siamo arrivati ultimi "nel giro corto" con una media (abominevole?) di 15,8 (e non 16) km/h, ma con una più attenta lettura della classifica è facile rilevare che altri tre ciclisti sono arrivati con il nostro stesso tempo (secondo più, secondo meno). Inoltre un quarto ciclista era pure con noi, solo che (per errore di rilevazione cronometrica) è stato inserito nella classifica del giro lungo. Per cui in realtà eravamo in sei. Son certo che gli amici dell'Agip Petroli di Roma, con cui abbiamo fatto gruppo nell'occasione, ricorderanno bene come siamo stati noi ad adeguarci al loro passo e non viceversa. Riguardo tale granfondo, alla redazione di Cicloturismo è stata inviata un'apposita lettera, che spiega più in dettaglio come sono andate le cose.

La foto stessa, inserita dalla redazione, già dimostra che non sempre pedaliamo da soli. Ci è stata cortesemente scattata, su nostra richiesta, dall'addetto al fine-corsa in prossimità del punto di separazione fra il giro lungo ed il giro ridotto della Granfondo delle Alte Valli del Potenza Chienti Fiastrone ed Ussita. Anche in tale manifestazione abbiamo avuto il piacere di far gruppo con altri partecipanti e questi hanno voluto averne un ricordo, prima di separarci. D'altro canto la partecipazione al nostro gruppo è così varia ed eterogenea che può capitare di incontrarsi una volta e mai più. Le foto sono un ricordo a tutti gradito e ci siamo attrezzati autonomamente perchè molto spesso i fotografi ufficiali, quando passiamo noi, se ne sono già andati! Avendo la macchina fotografica appresso, come si fa a non fissare sulla pellicola qualche scorcio da non dimenticare? La redazione di Cicloturismo, pure per questa granfondo, è in possesso di un'altra lettera che spero vorrà pubblicare.

Riguardo al suggerimento di organizzarci ciclopasseggiate autonome, questo è stato accolto ancor prima che arrivasse: ad inizio e fine stagione ci si ritrova per pedalare fino... ad un ristorante. Il prossimo rendez-vous avrà luogo il 5 dicembre a Recanati. Purtroppo solo i Senzafretta locali riescono a venire, per cui con gli altri sparsi un po' in tutta Italia ci si ritroverà alle prossime granfondo. A queste torneremo, se i tempi massimi ce lo consentiranno, perchè noi Senzafretta non siamo pigri crapuloni gaudenti che giocano a mettere in difficoltà chi li segue. Siamo sempre e soprattutto sportivi. Chi pure ci immagina aggrappati ai veicoli di scorta, oppure pronti a sfruttare la loro scia, sbaglia di grosso. Normalmente, se non ci sono "situazioni difficili" in corso, invitiamo i conducenti ad andare avanti ed aspettarci in vetta, oppure a trovare una bella ombra, magari anche un bel punto panoramico, e non aver fretta a raggiungerci. Quando è possibile ci scambiamo i numeri dei cellulari; avremmo anche pensato di dotarci di un CB, ma, oltre alla spesa, dovremmo anche trovare il volontario che... se lo carichi in bici. Spesso al fine-corsa consegniamo anche la nostra tabella di marcia, in modo che possa muoversi più liberamente sul percorso ed assistere anche gli altri ciclisti che ci precedono. Così, senza il rumore di un motore alle spalle, abbiamo il vantaggio di poter ascoltare i suoni della natura e non dover urlare per raccontarci la barzelletta che ci darà la spinta sullo strappo più temuto. Le poche forature subìte ce le siamo sempre riparate da noi. Certo, il puntuale arrivo dell'assistenza con pompa e manometro ci è stato poi innegabilmente di grande aiuto. Ma non dimentichiamo mai di portarci appresso un minimo di attrezzatura ed un mini pronto soccorso tascabile. Sono i nostri portafortuna!

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Pur con un allenamento precario, ritagliato fra mille impegni, con un passo più lento, conservando coscienza di ciò che ci attornia, a volte chiacchierando, a volte stringendo i denti (ma senza sconfinare nella pura sofferenza) anche noi superiamo le stesse salite e le stesse difficoltà degli altri partecipanti. Il nostro sistema per trovare il passo giusto è banale quanto efficace: se qualcuno comincia a desiderare che la salita finisca, si rallenta. Una salita è tanto più bella, quanto più si desidera che non finisca mai e... si va su, ancora su, incuneandosi fra i monti.

Riguardo alla notorietà del Gruppo, questa è sicuramente una nostra colpa. Soltanto perchè pedaliamo sempre in coda siamo notati e di mese in mese aumentiamo di numero?
Oltre alla tartaruga sul casco del sottoscritto, abbiamo realizzato delle vistose maglie proprio per aumentare la nostra "visibilità". (Attenzione, chi è impegnato a portare la maglia della propria società, deve rinunciare ad indossare la nostra maglia pur essendo a tutti gli effetti un Senzafretta). Abbiamo aperto il sito Internet http://www.imar.net/home/senzafretta , accontentandoci di pagine modeste e di facile visualizzazione, dedicando così all'aggiornamento il massimo sforzo possibile. Abbiamo scritto, scritto e riscritto a giornali, riviste, enti ed organizzatori, inviato fax, spedito foto, distribuito centinaia di volantini e molte tabelle di marcia. Probabilmente abbiamo passato, e stiamo passando, più ore a scrivere che a fare allenamento in bicicletta .

Ma, senza sentirci "primedonne", siamo sinceramente orgogliosi di aver spostato parte dell'attenzione dalle imprese dei primi alle conquiste degli ultimi. Ciò ha portato e porterà beneficio anche a chi si ritroverà ultimo, per aver osato troppo, e potrà vincere la sfida ingaggiata contro sè stesso se non sarà stato abbandonato dai suoi compagni e/o dall'organizzazione.

Noi Senzafretta continueremo ad essere ultimi. E' il nostro modo di dimostrare con i fatti che teniamo fede al nostro impegno di aspettare chi rimane indietro. Perchè, oltre ogni possibile narcisismo, noi abbiamo un sogno, il sogno che in ogni manifestazione ciclistica (granfondo in particolare) ci sia un gruppo in cui si "raccolgano" gli ultimi e questi, per reciproco aiuto, giungano tutti insieme al traguardo. Non è un'eresia. Forse qualcosa del genere non accade persino in ambito agonistico, nelle corse a tappe?

Non ha nessuna importanza che questo gruppo sia il Gruppo dei Senza Fretta o qualsiasi altro gruppo, più o meno tranquillo, e con una simile filosofia. Noi non rivendichiamo nessuna esclusiva, perchè in questo sogno non c'è veramente niente di nuovo! Stiamo semplicemente cercando di far riemergere quel vecchio spirito di solidarietà ciclistica che tempo fa esisteva spontaneo e che l'attuale cultura della competitività di fatto sopprime.

Grazie al Sig. Gian Marco Arturi ed a Cicloturismo per avermi dato l'opportunità di fare chiarezza.

Pio Renato Sbaffo (coordinatore del Gruppo dei Senza Fretta)

(lettera pubblicata, con qualche taglio per ragioni di spazio, su Cicloturismo di dic.99 pag.8)

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